Re: L'origine della vita

From: Aleph <no_spam_at_no_spam.com>
Date: Thu, 17 May 2007 12:06:03 +0200

> Soviet_Mario ha scritto:

Condivido praticamente tutto di quanto hai scritto, ma fammi aggiungere lo
stesso qualche riflessione.

...
>> >
>> > Purtroppo no e la tua insistenza e' irrazionale. Esistendo un insieme
>> > non nullo di scienziati credenti, come tu stesso dimostri in piu' parti,
non ci puo' essere contraddizione tra scienza e fede a meno di
ritenere questi scienziati come di serie B e dunque non in grado di
accorgersi della
>> > eventuale contraddizione con la quale convivono. E' questo che
ti >> > contesto
>> > e a questo non hai risposta come hai gia' dimostrato ampiamente.

Ribadisco che il mio discorso non verte affatto sull'esistenza di una
pretesa contraddizione logica (valutata poi all'interno di chiss� quale
ipotetico sistema teorico?), bens� su un'incompatibilit� nei fatti tra
cultura scientifica (e cultura tout court) e propensione alle credenze
religiose, da intendersi in senso statistico e ampiamente dimostrata dalle
numerose indagini effettuate a pi� riprese in tutto il mondo occidentale
e, come ho mostrato, anche nel nostro Paese.
La correlazione che sostengo c'�, � forte, ed � innegabile (sulla
sua interpretazione, ho delle idee abbastanza precise, che mi riservo di
esporre nel seguito).
Sul piano statistico � esattamente lo stesso tipo di correlazione
che c'�, a esempio, tra l'abuso di alcool e la cirrosi epatica, tra il fumo
e la tendenza a sviluppare tumori ai polmoni, tra la povert� materiale e la
tendenza femminile (anche maschile in ambito minorile) a prostituirsi.
In tutti questi esempi esistono chiaramente degli insiemi non vuoti
del tipo analogo a quello che dice J.L. a proposito del caso che stiamo
discutendo.
In particolare: esistono fumatori (anche incalliti, vedi Marco Pannella)
che arrivano a et� venerande senza sviluppare il tumore ai polmoni,
esistono
forti bevitori che non sviluppano, nonostante il loro stile di vita poco
salutistico, la cirrosi epatica ed esistono donne povere e indigenti che
non esercitano la prostituzione.
Tutto ci� in base alle argomentazioni di J. L. dovrebbe dimostrare i
seguenti fatti:

a) bere alcool non � (statisticamente) dannoso al fegato e � sbagliato
(irrazionale) ritenere che "predisponga" alla c.e.;
b) fumare non � (statisticamente) dannoso alla salute dei polmoni e �
sbagliato (irrazionale) ritenere che "predisponga" al tumore ai polmoni;
c) essere poveri non � (statisticamente) nocivo per il rispetto di
determinati presupposti morali e � sbagliato (irrazionale) ritenere
che "predisponga" all'esercizio della prostituzione.

>> Se non � cos�, quel poi che uno fa nella vita
>> privata non dimostra granch� in nessun senso (salvo appunto il
>> significato statistico medio, che denota qualche forma di
>> correlazione su cui non ho voglia di ragionare).

In effetti non � difficile dire qualcosa, di sensato IMHO, sulla
questione: "Perch� esistono scienziati (anche bravi, anche di fama)
credenti"?
Intanto perch� alla relegione si � educati, in maniera pi� o meno
intensa a seconda dell'ambiente familiare o sociale in cui si vive, sin da
piccoli. Si diventa credenti, per via dell'indottrinamento ideologico
ricevuto sin dalla pi� tenera et�, molto, ma molto tempo prima di divenire
scienziati e di sviluppare le proprie facolt� razionali o di esercitare il
sano atteggiamento scettico di cui parla J. L.
Quindi tutti (o quasi tutti), anche coloro che in futuro propenderanno per
ateismo o agnosticismo, cominciano con lo sperimentare un forte
indottrinamento religioso (da noi il cattolicesimo, in altri Paesi
la forma religiosa col� dominante), dal quale in seguito faranno comunque
gran fatica (perch� dovranno porsi in contrasto con i pregiudizi radicati a
livello sociale e le pressanti aspettative familiari) a staccarsi.
Inoltre lo sviluppo precoce della tendenza ad accettare acriticamente
come verit� di fede una serie numerosa di dogmi e affermazioni non
sostenibili sul piano razionale, crea una zona franca (quella
religiosa appunto) nel quale l'individuo tendenzialmente eviter� di
applicare facolt� razionali e atteggiamento critico.
E' esattamente questo che contestavo al credente Chicco 83 in uno dei miei
post d'apertura: "Trovo singolare in questo modo di porre la questione
lo "spegnimento" selettivo dell'atteggiamento critico e razionale che
avviene nel momento in cui si evoca la parola "Dio".
Last but non least le religioni, da sempre, esercitano un'incomparabile
funzione nel cercare di introdurre una semantica nel reale, tentando
di dare senso al non-senso del Mondo e di rispondere, come possono, al
problema della morte.
Non si tratta di una cosetta di poco conto.
Molti individui pur di beneficiare, consciamente o inconsciamente, del
potente effetto sedativo e ansiolitico proprio delle credenze religiose,
non hanno alcun problema a spegnere selettivamente la ragione e ad
accettare come vero ci� che � difficile accettare e sostenere sul piano
razionale ("Credo quia absurdum", diceva Tertulliano).

> ...
>> Imho la vedo un po' come una specie di compartimenti stagni (non
>> voglio dire idiosincrasia),
> ...

Perfetto!...esattamente di compartimenti stagni si tratta.

> ...
>> > Scusa il piccolo escamotage che ho usato per ottenere questi
dati. Il
>> > primo e' certamente di parte e ampiamente discutibile (le
posizioni
>> > della
>> > CGIL sono ben note come del resto quel pamphlet non nasconde).

Lo studio non l'ha realizzato la Cgil, ma un professore di statistica
dell'Universit� di Roma; se hai obiezioni di merito da opporre sono
ovviamente le benvenute.

>> > Il secondo
>> > link invece mi da' un'informazione sorprendente, ossia che tra
gli
>> > scienziati c'e' un numero non basso di credenti in una causa
prima
>> > (sembrerebbe circa il 30%!). Il che per delle persone che fanno
dello
>> > scettiscismo uno strumento di lavoro e certo ignoranti non sono
e' un
>> > dato
>> > decisamente confortante.

Il dato notevolissimo � l'universalit� del fatto che tra gli
scienziati gli atei e gli agnostici risultano (ad ogni latitudine) in
percentuale pi� che doppia rispetto alla generalit� della popolazione
indistinta.

> ...
>> ma certo che si pu� ! Nessuno ha mai detto che non si pu�
>> riunire nella stessa persona un fervido credente e un grande
>> scienziato.
> ...

E men che mai lo ha sostenuto il sottoscritto.

> ...
>> Si osserva una (innegabile) correlazione positiva tra cultura
>> scientifica ed agnosticismo, qualunque cosa ci� significhi.
> ...

In breve significa che lo sviluppo delle facolt� e dell'attegiamento
critico e razionale allontana (statisticamente ancora una volta)
dalle verit� di fede che sono per loro natura acritiche e irrazionali.

>> Il
>> punto � che cosa ci� significhi esattamente non � evincibile in
>> modo intrinseco e automatico dalla statistica stessa. Volerlo
>> evincere � sforzare l'interpretazione dei dati.

Tutte le statistiche devono essere interpretate altrimenti non forniscono
alcuna luce sui fenomeni cui si riferiscono; il punto cruciale � stabilire
se una specifica interpretazione � corretta e sostenibile oppure no.

Saluti,
Aleph












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Received on Thu May 17 2007 - 12:06:03 CEST

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