ricciurlo_at_gmail.com ha scritto:
> L' argomento forse potr� risultare banale a tutti ma io purtroppo ho
> alcuni dubbi che non riesco a risolvere.
L'argomento non e' banale. Ora vediamo se riesco a soddisfarti, fermo
restando che quelle che ti daro' sono le conoscenze consuete di un
fisico, non certo "opinioni personali" :)
Quello che mi domando �:
> 1) come � stato possibile affermare che nel conduttore � la carica
> negativa a produrre la corrente ?
> 2) Come � stato possibile affermare che questa carica � dovuta alle
> particelle scoperte da Thompson, cio� come e chi ha determinato il
> rapporto m/e ?
> 2) Tali particelle si muovono realmente oppure no ? Come � possibile
> provarlo ?
1) e 2) vanno praticamente insieme.
Una serie di fenomeni, un po' piu' di un secolo fa, hanno contribuito
a costruire il quadro della conduzione di corrente nei metalli.
In primo luogo ti cito il fatto che si sono scoperti piu' modi per
estrarre elettroni dai metalli: luce (effetto fotoelettrico) calore
(effetto termoionico).
In entrambi i casi si e' verificato che le particelle (negative)
estratte erano gli stessi elettroni di Thomson (non Thompson).
Invece la separazione di particelle positiva (ioni) da un metallo ha
luogo solo con mezzi chimici (elettrolisi) e si accompagna a corrosione
dell'elettrodo.
Questi ioni hanno praticamente la massa degli atomi.
Cio' prova che gli ioni positivi sono costituenti "strutturali" del
metallo, ne costituiscono per cosi' dire l'ossatura.
Invece gli elettroni appaiono liberi e toglierne o aggiungerne anche
in notevole quantita' non produce modificazioni apprezzabili nel
materiale.
Inutile dire che col passare del tempo questo modello iniziale si e'
assai arricchito e perfezionato, anche in senso quantitativo, dando
luogo a quella parte della fisica dei solidi che studia appunto i
metalli.
La teoria permette di comprendere in modo quantitativo molte altre
proprieta' di un metallo, come per es. la conducibilita' termica, le
proprieta' magnetiche...
Quanto a 3) mi limito a citarti un fenomeno: l'effetto Hall.
Quando si fa passare corrente in un conduttore metalico immerso in un
campo magnetico, si osserva la formazione di di due cariche opposte
alla superficie, in direzione ortognale tanto alla corrente come al
campo.
La spiegazione e' che i portatori di carica vengono deviati dalla
forza di Lorentz prodotta dal campo magnetico.
Il confronto fra la teoria e le misure mostra che le cariche deviate
sono appunto elettroni.
--
Elio Fabri
Received on Tue Apr 03 2007 - 20:58:24 CEST