Sulla questione della nota del traduttore, non vorrei intervenire,
perche' gia' faccio fatica a seguire i lunghi discorsi che gia' avete
fatto.
Preferisco commentare Feyerabend a mio modo.
1. Che Galileo non conoscesse la teria del cannocchiale e' pacifico,
ed e' anche pacifico che quando dice il contrario bara. Ma questa
secondo me e' una vanteria che gli serve soprattutto per acquistare
meriti rispetto al Senato veneziano, che infatti gli aumento'
sostanziosamente lo stipendio.
Invece per le applicazioni serie che nefa, la conoscenza o
non conoscenza della teoria e' irrilevante, e sul'attendibilita' delle
sue osservazioni non ho dubbi: in parte l'ho gia' scritto ieri.
2. F. si sofferma parecchio sull'obiezione derivante dal divario tra
le variazioni di grandenzza di Marte e Venere come si dovrebbero
vedere se Copernico avesse ragione, e quello che "realmente" si vede.
Riporta citazioni di G., il quale sembra confessare che i dati di
osservazione mostra che il sistema copernicano e' falso.
Stranamente pero' dimentica di ricordare che nelle stesse pagine del
"Dialogo", G. dopo avere (a scopo retorico, ovviamente) dichiarato
falso il sistema copernicano, aggiunge:
"dico che le due prime non solmanete non contrariano al sistema
Copernicano, ma grandemente ed assolutamente lo favoriscono; perche'e
amrte e Venere si mostrano diseguali a se stessi, secondo le
propozioni asegnate, e Venere sotto il Sole si mostra falcata, e va
puntualmente mutando sue figure nello stesso modo che fa la Luna."
(pag. 363 ed. naz.)
Dopo di che passa a spiegare com possa accadere che all'occhio nudo le
"grandezze" di un astro riescano cosi' grandemente falsate.
In questa spiegazione non entra nessuna toeria ne' del cannochhiale
nel delle "refrazioni" in generale, ma solo considerazioni
ragionevoli, un _modello_, direi con linguagio moderno, delle
imperfezioni dell'occhio.
Dunque G. non si limita a sostituire dei dati di osservazioni
favorevoli a Copernico ad altri sfavorevoli, come sotiene F.: da'
anche una spiegazione del perche' la sostituzione sia giustificata.
Se F. avesse criticato l'argomentazione di G., lo si potrebbe prendere
sul serio; ma visto come si comporta, e' evidente che e' lui che
aggiusta i "dati di osservazione" (in questo caso gli scritti di G.)
per farli tornare a vantaggio della sua tesi.
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Elio Fabri
Received on Wed Mar 28 2007 - 21:24:34 CEST