Enrico SMARGIASSI ha scritto:
> 2) PKF (ed altri) sembra intendere che l'assenza di esplicite regole
> generali significhi l'assenza di regole. Questo e' fallace, come sarebbe
> fallace la conclusione del linguista che, studiando una lingua di cui
> non esistono ne' vocabolari ne' grammatiche, concludesse che qualunque
> combinazioni di suoni appartiene alla lingua. O quella dell'antropologo
> che studiando una societa' priva di leggi scritte concludesse che in
> quella societa' "anything goes - tutto si puo' fare".
>
> 3) PKF usa poi queste osservazioni per demolire lo status della scienza
> come forma privilegiata di conoscenza del mondo fenomenico. Il fatto che
> non lo dica nell'introduzione non significa nulla: gli esempi nella sua
> opera sono cosi' numerosi da non lasciare dubbi (ne ho gia' forniti
> alcuni, ne posso fornire altri).
Ciao Enrico,
alle osservazioni sopra citate Feyerabend risponde gi� all'interno di
"Contro il metodo", per esempio a pag. 19 dell'edizione italiana:
"[...] Potr� venire ovviamente un tempo in cui sar� necessario concedere
alla ragione un temporaneo vantaggio e in cui sar� saggio difenderne le
regole a esclusione di ogni altra cosa [...]".
Nella nota 12 nella stessa pagina differenzia l'uso del termine
anarchismo nella scienza e anarchia come sistema socio-politico:
"L'anarchia come � stata praticata in passto e come viene praticata oggi
[...] presenta per� caratteri che io non sono disposto a sostenere. Essa
si cura ben poco della vita umana e dell'umana felicit� (eccezion fatta
per la vita e la felicit� di coloro che appartengono a qualche gruppo
speciale); e comprende proprio quel tipo di dedizione e di seriet�
puritana che io detesto. [...]".
In considerazione anche dall'umana felicit� come massima aspirazione
secondo Feyerabend, da cui discende la maggiore simpatia verso sistemi
di conoscenza che rispettino criteri umanitari nel loro procedere,
ritengo che una tua precedente obiezione riguardante stupri, omicidi, e
reattori nucleari in Iran trovi d'accordo sia te che Feyerabend.
> Intanto, continui a menzionare centinaia di casi, ma in realta' ne hai
> portato solo uno, peraltro discutibile, sulla frode come atto positivo:
> quello di Eddington (Fleischmann & Pons, come ti ho mostrato, sono in
> realta' un controesempio). Sul lato opposto io te ne ho menzionati tanti
> e indiscutibili. Direi quindi che allo stato attuale della discussione
> l'evidenza storica stia in modo schiacciante in favore della tesi
> secondo cui la falsificazione dei dati sia una iattura, e non uno
> stimolo per il progreso scientifico.
Vorrei sgombrare il campo da un'ambiguit� che si � venuta a creare e che
io stesso non ho contribuito a chiarire. I centinaia di casi, forse
migliaia, si riferiscono alla violazione di un metodo scientifico
codificato: fra questi ci sono anche falsificazioni di dati. Non tutti i
casi a cui mi riferisco violano il metodo perch� vengono falsificati i
dati; ci sono casi di interpretazioni dei dati, casi di metodo
controinduttivo, casi in cui si rigettano le anomalie ignorandole, casi
di plagio e altri ancora. Inoltre mi riferivo alle scienze naturali, non
solo alla fisica; gli esempi che porter� si concentrano sulla fisica
semplicemente perch� � un campo in cui mi trovo pi� a mio agio per
conoscenza e altri fattori. Ogni caso poi deve essere analizzato; una
lista di nomi e di eventi avrebbe poco senso. Prossimamente, come
promesso, mi occuper� di Galileo anche in relazione a successivi studi
(successivi al 1975 intendo) che confermano la bont� della ricostruzione
storica di Feyerabend.
> Poi, ti invito a riflettere sul fatto che l'epistemolgia di PKF sia
> riassunta sempre come "anythig goes". Non, bada bene, come "anything
> went". Si sbagliano tutti? Non direi. Ma questo significa che l'opera di
> PKF non e' semplicemente descrittiva, ma prescrittiva come tutte le
> epistemologie del resto. E" una contraddizione? certo: come tutte le
> forme di scetticismo radicale, l'anarchismo di PKF e' esposto
> all'autocontraddizione: "l'unica regola e' che non ci sono regole" e'
> una frase bella retoricamente, ma logicamente barcollante.
L'epistemologia di Feyerabend diventa eventualmente prescrittiva nelle
sue opere successive, non in "Contro il metodo". C'� in particolare
un'opera molto radicale che lo stesso Feyerabend, in privato, diceva che
non avrebbe mai dovuto scrivere. Come ho detto pi� volte, io condivido
(cio� la considero verosimile, come dicevo) buona parte della
descrizione del progresso scientifico data da Feyerabend limitatamente a
"Contro il metodo" e fino al 1980 circa.
> Non so se sia stato colto il riferimento a Di Trocchio: e' un autore che
> ha scritto, tra le altre cose, un (mediocre IMHO) libro Le Bugie della
> Scienza il cui contenuto ti puoi immaginare. Se PKF fosse solo
> descrittivo la sua opera avrebbe la stessa importanza. Ma tutti,
> giustamente, la pensano in modo diverso.
Ho notato il riferimento, certo, ma non ho potuto apprezzarlo,
purtroppo, perch� non conosco il libro che citi e nemmeno l'autore.
>> Ergo, la prima nota del traduttore che citi non confuta l'esposizione
>> di Feyerabend, e non � nemmeno in contrasto con essa, giacch�
>> Feyerabend e il traduttore si riferiscono a due periodi della vita di
>> Galileo diversi (fino al 1595 circa Feyerabend, dopo il 1620 il
>> traduttore).
>
> Questa tua affermazione e' semplicemente *falsa*. PKF sostiene tramite
> una citazione *dal Saggiatore* (1623), rinforzata da una dai Massimi
> sistemi (1632) che in quel periodo G. era convinto della falsita' del
> Copernicanesimo. Altro che 1595!
Sancta simplicitas, amava dire PKF! :-)
E' vero o non � vero che lo stesso Feyerabend scrive che: "QUESTE
AFFERMAZIONI SI RIFERISCONO ALLA SITUAZIONE VIGENTE PRIMA DELLA FINE DEL
CINQUECENTO", pag. 86 nota 9 (le affermazioni sono esattamente quelle
che citi)? E' vero o non � vero che questa nota si riferisce esattamente
alle affermazioni riportate nelle opere che citi? E' vero o non � vero
che questa analisi � confermata dagli stessi autori citati da Feyerabend?
Lo stesso traduttore non si sogna di "confutare" le affermazioni di
Feyerabend; ne fa una precisazione (enfatizzando il tono sarcastico di
Galileo, cambiando contesto e periodo storico) che poi torna utile
all'economia del ragionamento di Feyerabend.
> Vedi sopra. Ma non si parlava solo di quello. Ti sono state presentate
> altre critiche, in questo ed altri subthread, e non hai scritto una
> parola in risposta.
E' possibile che con il tempo riesca a rispondere a tutte; � anche
possibile che per mancanza di tempo ci siano periodi in cui alcune
questioni rimarranno in sospeso. Si tratta di un problema puramente
tecnico (tempo libero), non logico o metodologico. Ci sono anche alcune
critiche che sono smontate direttamente da Feyerabend nelle stesure
successive (vedi per es. appendice 2 dell'edizione del 1975, riportata
nell'edizione italiana), ed altre contro-critiche postate da altri
autori in questo newsgroup che renderebbero ridondante un mio ulteriore
commento.
>> "L'asserzione di Post che "la fisica ha un notevole insuccesso" come
>> scienza, p. 219, e che al confronto "la botanica ha un buon potere di
>> previsione del suo campo di applicazione", concorda con la mia opinione
>
> [...]
>
>> Da qui possiamo discutere. Post non ha affermato che "la botanica �
>> meglio della fisica".
>
> Stai scherzando, vero? Confronta con la parte che ho lasciato citata
> appena sopra.
No, non scherzavo. Riformulo: � Post ad aver fatto quelle affermazioni,
non Feyerabend; fuori dal contesto PKF si dichiara d'accordo con quelle
affermazioni, ma allo stesso tempo consiglia il saggio di Post come
ANTIDOTO alle posizioni esposte in una parte di "Contro il metodo". Per
quanto riguarda Post, da quanto leggo egli afferma NON che la botanica �
meglio della fisica, ma che al confronto "la botanica ha un buon potere
di previsione del suo campo di applicazione".
>> fa fronte di questo abbiamo abbondanza di idee veramente innovative
>> dal 1971?
>
> Non sapevo che la Fisica fosse nata nel 1971 :-) Se uno dice "la fisica
> ha un notevole insuccesso come scienza" parla della fisica come scienza,
> non degli ultimi anni.
:-)
Il 1971 � l'anno della prima stesura, e siccome PKF fa quelle
affermazioni dicendo quanto riportato, e riferendosi ai fisici degli
ultimi anni, � interessante vedere quello che � successo dopo e cio� se
il disinteressamento dei fisici dalla storia della scienza e dalla
filosofia, e il fatto che la fisica sia sempre pi� un'attivit�
economica, a fronte di aumento di diversi ordini di grandezza della
quantit� di informazione circolante all'interno della "comunit�",
abbiano portato ad una diminuzione o ad un aumento delle idee veramente
innovative RISPETTO al periodo pre-1971 (anche in considerazione del
fatto che il periodo 1900-1950, in cui tutti i pi� grandi fisici erano
anche grandi filofosi, � stato a mio avviso straordinario).
Detto questo, possiamo anche stabilire (ammesso e non concesso che dal
1971 ci sia stata una certa povert� di idee veramente innovative) che
questo problema sia dovuto a fattori diversi dall'ignoranza o
dall'economia. O anche appurare se � vero che i fisici si sono del tutto
allontanati dalla storia e dalla filosofia.
> Senza contare che la Fisica delle alte energie e'
> una parte *minoritaria* della fisica moderna, e concentrarsi su di essa
> significa distorcere fortemente la situazione.
[...]
>> La visione di Feyerabend impone il rispetto dell'insegnamento dei miti
>> scientifici (*), anche se essi, come sostengono alcuni, se non
>> "domati" dalla religione, dalla politica, dall'etica ecc. ecc.,
>> porterebbero solo ad orrori o addirittura all'estinzione del genere umano
>
> Non vedo vantaggi: sarei io il primo a concordare con questi alcuni se
> (a) si potesse dimostrare che si va verso l'estinzione o danni
> gravissimi a causa della scienza, e (b) pensassi che si puo' "rimettere
> il genio nella bottiglia". Ma siccome ritengo che ne' (a) ne' (b) siano
> veri, non concordo.
Ma certo, io esponevo il punto di vista di coloro che vorrebbero
"assoggettare", controllare o proibire l'insegnamento dei miti
scientifici a favore di altri miti, considerando i primi intrinsecamente
"inferiori", e quindi come Feyerabend possa essere citato *anche* per
difendere i miti scientifici e la dignit� del loro insegnamento. Per il
resto, ritengo le osservazioni di Tetis su queste presunte "superiorit�"
di miti su altri in un post recente in questo thread efficaci ed
incisive, per cui ti rimando a quelle.
>> L'arroganza della comunit� scientifica cinese � stata non tanto di
>> mettere in dubbio la validit� del modello dando una interpretazione
>> delle evidenze sperimentali in mala fede, ma soprattutto quella di
>> voler espellere da qualsiasi ambito umano la pratica dell'agopuntura.
>> Il disastro sanitario che ne segu�
>
> Ma guarda... io pensavo che il disastro sanitario della Cina fosse
> dovuto a poverta', disorganizzazione, sovrappopolazione, cattiva
> gestione, scelte politico-economiche dogmatiche, ecc. ecc.. Invece no:
> non c'entrano ne' Mao, ne' il Grande Balzo in Avanti, ne' la Rivoluzione
> Culturale. E' tutta colpa dell'arroganza della comunita' scientifica
> cinese :-)
Il discorso � un altro: ovviamente ci si riferisce al contesto a parit�
di condizioni. E cio� la situazione nelle tre fasi: Cina "di Mao" con
agopuntura praticata; Cina di Mao con agopuntura proibita dai medici;
Cina di Mao con agopuntura ripristinata di forza dal regime.
In questo confronto l'agopuntura si dimostra utilissima (ma non nel
trattamento di tutti i mali, e nemmeno come sostituta del cibo :-)).
>> Falzone faceva una ipotesi, sottolineo ipotesi, allo stato embrionale,
>> di un modello basato sull'etere,
>
> Non conosci il pregresso. Falzone e' da anni che parla di questa cosa,
> per di piu' affermando di riprendere idee molto piu' vecchie di altri
> (Cannnata, Todeschini). E' ora, come si dice in inglese, di dirgli "put
> up or shut up".
Hai ragione, io non conosco il pregresso. Ho visto che questo specifico
thread � stato iniziato da Pandolfini, non da Falzone.
Ciao,
Paolo
Received on Thu Mar 29 2007 - 11:20:25 CEST
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