Paolo Brini wrote:
> "[...] Potr� venire ovviamente un tempo in cui sar� necessario concedere
> alla ragione un temporaneo vantaggio e in cui sar� saggio difenderne le
> regole a esclusione di ogni altra cosa [...]".
Bella grazia:-) Io dico che e' sempre stato il tempo.
> ritengo che una tua precedente obiezione riguardante stupri, omicidi, e
> reattori nucleari in Iran trovi d'accordo sia te che Feyerabend.
Ho l'impressione che un po' tutti l'abbiano fraintesa - dunque e' colpa
mia. La parte sui delitti era da considerarsi come un parallelo: non
bisogna condonare un atto sbagliato (es. falsificare i dati) solo
perche' a volte puo' portare a risultati giusti. Quella sul nucleare e'
invece letterale: nessuno con un po' di cervello nega che per descrivere
e manipolare il mondo fenomenico non ci sia nulla di meglio della
scienza. E su queste due posizioni temp che PKF non fosse affatto d'accordo.
> Non tutti i
> casi a cui mi riferisco violano il metodo perch� vengono falsificati i
> dati; ci sono casi di interpretazioni dei dati, casi di metodo
> controinduttivo, casi in cui si rigettano le anomalie ignorandole, casi
> di plagio e altri ancora.
Sono d'accordo che molte di queste cose possano essere utili, e forse
l'ho anche gia' scritto. Ma certo non tutte: il caso delle
falsificazioni dei dati e' lampante. Trarne la conclusione che tutto va
bene e' percio' semplicemente sbagliato.
Ho gia' detto che trovo la ricostruzione kuhniana del mutamento
scientifico ben piu' soddisfacente. In essa si ammette che gli
scienziati condividano in larga misura lo stesso insieme di valori per
la valutazione delle teorie scientifiche: coerenza interna, accordo col
resto delle conoscenze, potere esplicativo, potere predittivo, ecc..
Quello che cambia e' il *peso* che ciascuno scienziato assegna a
ciascuno di questi fattori, essendo ben consapevole che nessuna teoria
li soddisfa mai tutti pienamente e simultaneamente. Pesi diversi danno
valutazioni diverse nei momenti di crisi e forniscono la pluralita' di
opinioni necessaria per far sopravvivere le nuove teorie - ma anche le
vecchie - il tempo necessario per mostrare il loro valore o i loro
fallimenti.
E non trovo assolutamente nulla di irrazionale ne' antimetodologico in
questo.
> L'epistemologia di Feyerabend diventa eventualmente prescrittiva nelle
> sue opere successive, non in "Contro il metodo". C'� in particolare
> un'opera molto radicale che lo stesso Feyerabend, in privato, diceva che
> non avrebbe mai dovuto scrivere.
Sapevo di un Feyerabend_3 (dopo, mi dicono, il matrimonio con una fisica
italiana - potenza della donna latina :-) ) opposto al Feyerabend_1
popperiano ed al Feyerabend_2 anarcodadaista, ma non mi e' chiaro in
quali opere si esprima. Quanto a quella ripudiata, sarebbe Addio alla
Ragione oppure La Scienza in una Societa' Libera?
> E' vero o non � vero che lo stesso Feyerabend scrive che: "QUESTE
> AFFERMAZIONI SI RIFERISCONO ALLA SITUAZIONE VIGENTE PRIMA DELLA FINE DEL
> CINQUECENTO", pag. 86 nota 9 (le affermazioni sono esattamente quelle
> che citi)?
Certo che e' vero. E allora? PKF si sta semplicemente contraddicendo.
Non e' stato il primo e non sara' l'ultimo. La situazione, per chi si
fosse perso, sta in questi termini:
* PKF scrive che "al tempo di Galileo" le evidenze sperimentali
confutavano Copernico; dice che G. ne era convinto e lo cita in opere
del 1623 (Saggiatore) e del 1632 (Dialogo) al proposito.
* In seguito dice che questo si riferisce alla situazione "fino al
1595", che purtroppo non e' "il tempo di G.", visto che G. in quel
periodo era al massimo un giovinotto di belle speranze.
* Per sostenere questa seconda posizione, *ritorna* a citare Saggiatore
e Dialogo - usciti *tre decenni dopo*.
* Ciliegiona sulla torta, i due brani di cui sopra vennero scritti -
come nota il traduttore - quando G. sicuramente era convinto del
contrario (vennero scritti quasi certamente per comprensibile prudenza).
Come questa ricostruzione si possa definire "precisa ed accurata" mi e'
oscuro. Io la definisco confusa, confondente e forse in malafede.
> No, non scherzavo. Riformulo: � Post ad aver fatto quelle affermazioni,
> non Feyerabend; fuori dal contesto PKF si dichiara d'accordo con quelle
> affermazioni,
Appunto. Se si dice d'accordo, allora quelle affermazioni sono anche sue.
> ma allo stesso tempo consiglia il saggio di Post come
> ANTIDOTO alle posizioni esposte in una parte di "Contro il metodo".
Si riferiva ad altre tesi di Post. In effetti, PKF dice esplicitamente
che si sta riferendo ad altre tesi di Post.
> quanto riguarda Post, da quanto leggo egli afferma NON che la botanica �
> meglio della fisica, ma che al confronto "la botanica ha un buon potere
> di previsione del suo campo di applicazione".
Frase che segue immediatamente quella del "notevole insuccesso" della
Fisica. Credo che chiunque legga queste frasi - almeno nella versione
riportata da PKF, che peraltro afferma di essere d'accordo, v. sopra -
senza pregiudizi o tesi precostituite non possa che concludere che qui
si sta sostenendo la superiorita' della botanica.
> Il 1971 � l'anno della prima stesura, e siccome PKF fa quelle
> affermazioni dicendo quanto riportato, e riferendosi ai fisici degli
> ultimi anni,
No. Quelle affermazioni seguono immediatamente l'illustrazione di alcuni
problemi (che peraltro PKF mostra di aver capito male - ma di questo ne
ho gia' parlato) della fisica di tanti anni prima, a volte secoli prima.
Se ricordi, e' il punto in cui ipotizza la possibile superiorita' di
Aristotele (!!). Quindi non parla degli ultimi anni, ma di tutta la
fisica nel suo complesso. E purtroppo questa e' una c*z*a.
>> Senza contare che la Fisica delle alte energie e' una parte
>> *minoritaria* della fisica moderna, e concentrarsi su di essa
>> significa distorcere fortemente la situazione.
Questa mia frase non l'hai commentata...
> "inferiori", e quindi come Feyerabend possa essere citato *anche* per
> difendere i miti scientifici e la dignit� del loro insegnamento.
E' piacevole vedere che PKF fosse d'accordo con una tesi ampiamente
condivisa da un paio di secoli. Purtroppo mescolava questo con la
negazione della validita' della scienza anche nel suo campo di
applicazione. Ed e' peggio.
> resto, ritengo le osservazioni di Tetis su queste presunte "superiorit�"
> di miti su altri in un post recente in questo thread efficaci ed
> incisive, per cui ti rimando a quelle.
Purtroppo trovo i post di Tetis verbosi e pesanti, per cui rispondero'
quando avro' tempo e voglia.
> Il discorso � un altro: ovviamente ci si riferisce al contesto a parit�
> di condizioni.
Ma pensa: nella mia semplicita' avevo pensato che in questo secolo la
Cina avesse subito guerre, carestie, rivoluzioni. sovrappopolazioni,
guerre, epidemie, ecc. ecc.. Invece scopro ora che le condizioni sono
sempre state "pari". Non si finisce mai d'imparare :-)
A proposito, visto che l'agopuntura funziona su di uno spettro limitato
di malattie, e non le piu' gravi, come e' possibile che il suo abbandono
abbia portato ad un disastro sanitario?
--
Enrico Smargiassi
http://www-dft.ts.infn.it/~esmargia
Received on Thu Mar 29 2007 - 14:14:57 CEST