Tommaso Russo ha scritto:
> la sincronizzazione a la Eistein viene preferita semplicemente per la
> sua semplicità, che consente di dare alle equazioni di Maxwell
> contenenti derivate spaziali una forma isotropa.
Entro in ballo su questo argomento OT giusto per precisare che la mia
posizione non è quella. Credevo che tu la sapessi. Bruno la sa di
certo, anche se mi ha detto più volte che non la capiva bene.
Per me non è questione di sola comodità. La sincr. alla E. ha una
posizione pivilegiata e tutto sommato posso spiegarlo in poche parole.
Se sincronizzo alla E. un orologio a con B, e B con C, non è
convenzionale né scontato che troverò A sincron. con C. Ma questo
accade, ed è un fatto fisico significativo.
> E la rivoluzione copernicana, non è consistita semplicemente nel
> trasportare l'origine di un sistema di coordinate polari dal centro
> della Terra a quello del Sole, verificando che in tale nuovo sistema
> di coordinate le leggi del moto dei pianeti assumevano la forma
> kepleriana, tanto più semplice di quella tolemaica?
No, non puoi raccontare la cosa col senno di poi.
Hai mai visto il lavoro che fece Keplero per determinare le orbite di
Marte e della Terra? (senza usare coordinate di nessun genere, ma solo
geometria euclidea).
Il lavoro di Copernico non lo conosco. Possiedo il primo libro del "De
Revolutionibus" e lì ci sono solo alcune figure, molti discorsi e
nessun calcolo. Dubito però che C. potesse fare quello che dici tu.
Oggi possiamo ben dire che "in sostanza" fece quello, ma il modo di
procedere di 5 secoli fa era molto molto diverso.
> Già per dire che si muovono devo traguardarli attraverso due punti
> fissi del navilio, e cosi' facendo definisco implicitamente un asse
> coordinato, quello su cui il faro NON rimane. Per misurare velocità e
> accelerazioni, devo prima di tutto poter misurare (e quindi definire)
> *posizioni*. Io sostengo che, per determinare la posizione della
> lampada di un faro rispetto al navilio, non posso fare a meno di un
> sistema di coordinate ad esso solidale. Se tu riteni che non sia
> indispensabile, descrivi il metodo che useresti.
Quando ho letto questo brano mi è venuta in mente una sola parola:
"triangolazioni".
Tu vuoi trovare coordinate dappertutto, ma in realtà per scoprire che
il faro si muove, e come, basta fare triangolazioni.
Concludo con un'osservazione diversa, più generale.
Mi sono messo a pensare se e quando, nel parlare di vari classici
esperimenti di RR e di RG, si faccia uso di coordinate.
Non ho trovato nemmeno un esempio in positivo.
Per finire: scusate il mio assenteismo. A parte ragioni ovvie connesse
all'età, c'è una ragione diversa. Sto spendendo parecchio tempo a
scrivere risposte per un sito internazionale: Physics Stack Exchange.
Giorgio Pastore se ne sarà accorto di certe, visto che lo frequenta da
più tempo di me (io ho cominciat nello scorso agosto). Molto
raramente è comparso anche Valter Moretti.
Tra i vari aspetti interessanti c'è quello di scoprire come si parla
di fisica in altri posti. Certe volte bisogna fare uno sforzo di
traduzione (che non dipende dall'inglese più o meno perfetto; anche il
mio non credo sia inappuntabile).
Tanto per fare un esempio banale: che cos'è in meccanica il teorema
degli assi paralleli? Non ve lo dico, vediamo chi indovina :-)
--
Elio Fabri
Received on Sun Apr 07 2019 - 21:41:36 CEST