Re: elettromgnetismo e materia

From: Bruno Cocciaro <b.cocciaro_at_comeg.it>
Date: Sun, 22 Oct 2006 02:03:39 +0200

"adriano meis" <CANCELLA_PER_RISPONDERElorpa1_at_tin.it> wrote in message
news:%J7_g.10878$uv5.77288_at_twister1.libero.it...
> I vettori P ed M sono presenti solamente dove si presente la materia o
anche
> esternamente
> ad essa, cio� nel vuoto?
> IL vettore H viene creato solamente da E variabile e da I, oppure anche da
> M?
> All'esterno di un magnete c'� campo. Esso � M oppure H?
> E' corretto affermare che E ed H sono i campi che noi misureremmo se
> lasciassimo q ed I
> macroscopici ed eliminassimo la materia fonte di q ed I microscopici?
> E' corretto affermare che P ed M sono i campi che noi misureremmo se noi
> eliminassimo q ed I
> macrosopici, mentre lasciassimo la materia?

Ti dico il mio parere che e' abbastanza netto e che comunque, come ho potuto
notare in precedenti discussione sul tema, non mi pare molto condiviso da
altri.
Il mio parere e' che H e D sarebbe molto meglio non nominarli mai. Mi pare
assolutamente abnorme assegnare ad essi il nome di campo. Gli enti fisici
sono E, P, B e M. Ad essi e' possibile assegnare un chiaro significato
fisico:
E e B sono i campi che compaiono nella forza di Lorentz F=q E+(q/c) v * B ,
sono inoltre i campi responsabili della forza F agente su un dipolo
elettrico p (magnetico m) Fx=p grad(Ex), Fy=p grad(Ey), Fz=p grad(Ez) (Fx=m
grad(Bx), Fy=m grad(By), Fz=m grad(Bz) ), nonche' del momento di forza M
agente su un dipolo elettrico p (magnetico m) M=p*E (M=m*B). Cioe' alle
cariche elettriche interessano B ed E, le cariche "non sanno" cosa siano H e
D, le forze che loro sentono dipendono da B e da E. Stesso discorso per i
dipoli elettrici e magnetici: le forze e i momenti di forza che loro sentono
dipendono da B ed E.
Anche P ed M sono definiti in maniera chiara: dato un volume infinitesimo v
interno ad un materiale polarizzabile (magnetizzabile), detto p (m) il
momento di dipolo elettrico (magnetico) totale associato al volume v, P (M)
e' il rapporto p/v (m/v).
Le equazioni di Maxwell contengono solo i 4 enti, E, P, B, M, che sono
chiaramente definibili nella maniera suddetta. Le equazioni sono:
div E = 4 pi rho - 4 pi div P;
rot E = -(1/c) _at_E/_at_t;
div B = 0;
rot B = (1/c) (_at_E/_at_t + 4 pi @P/_at_t + 4 pi J) + 4 pi rot M.
rho= densita' di carica, J=densita' di corrente.
Cioe' a me pare proprio che si potrebbe fare tutto utilizzando
esclusivamente E, P, B, M.
I valori di P e di M vengono stabiliti, oltre che dalle proprieta' dei
materiali, dai valori dei campi E e B.

D e H, a mio modo di vedere, sono esclusivamente degli strumenti matematici
che potrebbero essere utili nella soluzione di problemi, ma introdurre tali
enti nella teoria (addirittura dare loro il nome di "campo") e', secondo me,
assolutamente deleterio.
Gli "strumenti matematici" D e H sono cosi' definiti:
D = E + 4 pi P;
H = B - 4 pi M.

Il motivo per il quale e' secondo me deleterio introdurre gli enti D e H
nella teoria e' che viene naturale pensare che E (B) sia il campo che si
avrebbe se ci fossero solo le cariche (correnti) libere, mentre D (H) e' il
campo "totale" cioe' quello dovuto sia alle cariche (correnti) libere che a
quelle di polarizzazione (magnetizzazione). Oppure varianti di tale pensiero
... alla fine ci si ritrova a chiedersi: "Ma il campo "vero", quello totale,
e' E o D (B o H)"?
Ma questo pensiero (cioe' che il campo "vero" sia dato dalla somma di due
addendi, uno dovuto alle cariche libere, l'altro alle cariche di
polarizzazione), per quanto venga "naturale", e' comunque sbagliato.
Le domande che poni sopra, a me pare che nascano da un pensiero sbagliato
tipo questo appena ricordato.
Quando preparavo fisica 2 mi arrovellavo su domande analoghe a quelle poste
da te. Le risposte (che ti sono gia' state date da Pastore) a me sono
risultate subito evidenti dopo che ho deciso di "cancellare" D e H, cioe' di
trattarli come strumenti matematici definiti, in termini degli enti fisici
effettivamente interessanti, nella maniera sopra ricordata.

Ciao.
-- 
Bruno Cocciaro
--- Li portammo sull'orlo del baratro e ordinammo loro di volare.
--- Resistevano. Volate, dicemmo. Continuavano a opporre resistenza.
--- Li spingemmo oltre il bordo. E volarono. (G. Apollinaire)
Received on Sun Oct 22 2006 - 02:03:39 CEST

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