Re: modello di carica di una sfera

From: Paolo Russo <paolrus_at_libero.it>
Date: Tue, 14 May 2019 19:29:42 +0200

[El Filibustero:]
>> Direi di no. Non dovrebbe esserci differenza tra i due metodi, in
>> quanto nel trasferimento frazionato non hai preso in considerazione
>> il fatto che la carica residua ancora da trasferire *aiuta a
>> spostarsi* -- repellendola -- quella frazione di carica in fase di
>> trasferimento.
>>
>> Se considerassimo nell'integrale il lavoro compiuto da questa
>> repulsione, i risultati dovrebbero essere identici, dato che per la
>> conservativita' del campo elettrico il lavoro compiuto dovrebbe
>> dipendere *esclusivamente* dalle configurazioni geometriche iniziali
>> e finali delle cariche. Ciao

[JTS:]
> L'ipotesi standard nel "trasferimento frazionato" e' che la carica q2
> inizialmente sia lontana da q1 e anche distribuita in maniera tale che
> non ci sia interazione apprezzabile fra le varie parti di q2; cioe'
> devi fare lavoro per aggregarla. Nel calcolo dell'OP (che non ho
> controllato :-) ) mi pare sia cosi' ...

Esatto. Quest'ipotesi e` motivata dal fatto che in caso
contrario il testo dell'esercizio dovrebbe precisare la
configurazione iniziale della carica q2; se fosse
distribuita sulla superficie di una sfera ne andrebbe
precisato il raggio, altrimenti l'energia della
configurazione iniziale sarebbe del tutto indeterminata.
Se poi la carica q2 fosse inizialmente puntiforme,
avrebbe addirittura energia infinita, rendendo il tutto
ancor meno sensato.
Per cui i due procedimenti di calcolo danno effettivamente
risultati diversi, perche' si riferiscono a problemi fisici
diversi. L'uno sarebbe una buona approssimazione dell'altro
se q2 fosse molto piu' piccola di q1, ma non e` cosi'.

Comunque trovo interessante che si possa discutere tanto di
un problema cosi' apparentemente semplice...

Ciao
Paolo Russo
Received on Tue May 14 2019 - 19:29:42 CEST

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