Re: Perche' e' successo? Semi OT

From: Soviet_Mario <Soviet_at_MIR.CCCP>
Date: Mon, 19 Jun 2006 14:59:25 GMT

theopps75_at_yahoo.it ha scritto:

>>La seconda e' che anche figure come il "barone", ormai entrate nel
>>linguaggio comune come sinonimo di potere assoluto e arbitrario (e
>>magari anche corrotto, disonesto e incompetente) andrebbero
>>riesaminate e discusse seriamente.
>>Certamente sono esistiti ed esistono tuttora baroni con tutte le
>>caratteristiche che ho detto; ed e' da notare che quelli "veri" sono
>>sopravvissuti a tutte le "riforme" che ne avrebbero dovuto erodere il
>>potere.
>>
>
>
> Non e che c'e' anche molta confusione fra facolt� scientifiche ed
> umanistiche ? >

aspetta .... non si tratta di confusione, si tratta di fare un
discorso medio e generico. Come gi� scrissi nell'altro post,
preso atto pure che la situazione � fortemente eterogenea, allo
stato interessa anche valutare lo stato di salute del sistema
complessivo, ecco donde i discorsi medi tagliati con la scure.
Ci� premesso, � verissimo. Dove girano grandi volumi di soldi,
anche privati, provvigioni, incarichi di consulenze e lavori
conto terzi, l'interesse per la ricerca universitaria sbiadisce
(oltre alle professioni giuridiche, mettici pure quelle mediche,
architetti, qualsiasi professionista che combini libera
professione e firmi progetti, non solo avvocati che patrocinano
cause). Le facolt� meno libero-professionali sono le meno
vulnerabili a questo aspetto della baronia, che cmq � una
sfumatura diversa rispetto a quella che stigmatizzavo io. Io non
intendevo Barone tanto l'assenteista a lezione che prende uno
stipendio statale gratis per avere il tempo di curare gli affari
propri, volevo solo accennare al problema della cooptazione del
reclutamento, alle assunzioni pilotate a priori nei concorsi
farsa, allo scambio di favori incrociato tra membri di
commissioni che esaminino candidati reciprocamente affiliati.
Questo secondo aspetto pu� affliggere sia facolt� umanistiche
che scientifiche, sostanzialmente.

> Mi pare che sia molto pi� facile avere "baroni" in
> facolt� come giurisprudenza che fisica. Se sei un docente di diritto
> romano, per fare un esempio, ed hai 2000 studenti ed uno studio legale
> da paura, puoi permetterti di avere la cattera, non fare mai una
> lezione e far fare tutto ad assistenti, prenderti comunque i soldi
> senza condividere il tuo sapere e richedere puro che obbligatoriamente
> i tuoi studenti comprino il tuo libro scritto da cani e che se non ti
> preparu su quel libro non passi l'esame... Poi essendo un avvocato
> importante, conosci politici ed amministratori, potere economico e
> giudiziario e... eccoti il barone esemplare.

Sotto l'aspetto economico hai ragione. Ma non era forse
l'accezione di questo abusato vocabolo pi� pertinente al
discorso (in parte si, claro).

>
> Puo' esistere un tale fisico? Non mi risulta... o perlomeno dovrebbe
> essere cosa piu rara. E poi il ricercatore/docente � cosa del tutto
> diversa. Sinceramente, se hai sacrificato la tua vita per la scienza
> fra precarieta economica e magari anche senza sapere in che citt�
> vivere l'anno successivo e poi riesci a vincere un concorso e cerchi di
> far lavorare anche tua moglie/marito nel tuo laboratorio, avendo
> conosciuto lei/lui nel poco tempo in cui non lavoravi, in un
> laboratorio a fianco durante una visita in un laboratorio all'ester...

esiste esiste. A parte il prestigio della carriera docente
universitario, che rimane malgrado queste figure invise alla
folla, perch� anche un idiota sa che non sono tutti cos�, c'�
poi un punto molto saggiamente toccato dal prof. Moretti (nel
post futuro a questo) : l'intoccabilit� di una poltrona
acquisita in un mondo dove invece tutto � diventato incerto e
flessibile. Non ci si pu� sputare sopra. E poi la paga non �
tutto se il lavoro � affascinante. Anche a un raccomandato deve
piacere un certo lavoro, se no non si fa raccomandare, penso, eh
eh he !

> insomma � tutto un discorso diverso dal baronato :)
>
>
>
>>Ma e' anche esistita ed esiste la figura del "caposcuola", che puo'
>>facilmente sfumare e confondersi col barone, ma ha tutt'altro valore.
>>Questo e' un discorso serio, che andrebbe fatto per es. quando si
>>parla di concorsi, col connesso problema della valutazione dei
>>cnadidati, ecc.
>
>
> Daccordissimo. Propongo un problema... i concorsi.

ah si, bel problema. Ricordo che tempo fa nel NG ISC ci fu una
discussione molto lunga, anche accesa ma cordiale, al riguardo
proprio tra me e un docente universitario, il prof. Bressanini,
che avevamo idee radicalmente opposte sulle soluzioni, ma
entrambi concordavamo nel constatare lo stato di corruzione
etica attuale.
Se pu� interessarti cerca il thread, ma non ricordo il titolo
..... Il prof. Bressanini era un teorico del modello
liberista-americano autoregolato (e basato sulla responsabilit�
a posteriori, che imho implica una certa fiducia negli enti di
controllo e valutazione), io invece un teorico statalista di
stampo francese, essenzialmente centralista e normativo


> Per un dottorato
> tutti fanno lo stesso esame, i piu' bravi passano lo scritto
> (supponendo che nessuno avesse le risposte prima).

Beh, per� accertare l'attitudine alla docenza universitaria
(ordinari e associati) non si pu� ridurre ad un esame.
In certa misura si dovrebbe dare per scontato che le cose da
sapere si sappiano gi�, il punto � accertare quanta attitudine
hai a scoprire cose nuove, creare valore aggiunto di
innovazioni. L� un peso non indifferente lo DEVONO avere i
lavori che hai fatto, le pubblicazioni (gli impact factor e roba
varia).

> E poi? Cosa capita

mah ... capita che siamo partiti col piede sbagliato, perch� si
� accertata solo una componente di un buon docente
universitario, le conoscenze.

> se su 10 posti son passati dieci teorici? Bh� sono i piu�bravi negli
> scritti dopotutto no? Quindi � ovvio che poi i docenti si debbano
> "dividere" le posizioni disponibili politicamente....

Cencelli docet, eh ....

> si eliminassero i
> concorsi per i dottorati e si assegnassero i soldi per gli studenti
> all'arbitrio dei docenti sarebbe meglio.... e se Tizio assume suo
> figlio ritardato mentale e dopo tre anni non avr� prodotto nulla...
> non avr� piu' i soldi per un altro dottorato per esempio...

ma vedi, capisco che nei casi limite il discorso fili liscio.
Ma, per prima cosa, ci vuole una buona dose sull'ente che valuta
(se ora esiste e se funziona a regime) quanto hai prodotto.
Perch� se di fatto nessuno valuta, o anche se non valuta la
rilevanza e il peso ma solo il numero di articoli pubblicati, ad
es., allora il discorso della scarsa produttivit� si sgonfia nel
niente. Nessuno giudica, nessuno risponde. Finito li.
Inoltre, ripeto, i casi limite son sempre chiari. Il figlio
ritardato mentale � insostenibile.
Ma se gi� confronti uno bravino (niente di speciale, che vale 8,
diciamo) senza raccomandazione, con uno un po' pi� mediocre
(diciamo da 7 o 7,5) con raccomandazione. Vince il secondo. E la
cosa sarebbe quasi egualmente sostenibile persino se ci fossero
correlazioni strette tra produttivit� e finanziamenti. In tal
caso ? Non � successo niente ? PEr lo stato il danno materiale
sarebbe inferiore a installare il cerebroleso, ma eticamente la
situazione � tanto migliore ? Io penso di no, il principio
costituzionale meritocratico � stato leso. La lesione nasce in
s� dal non avere rispettato il criterio alto, ed avere anteposto
interessi di altra natura.

>
> E cose simili si potrebbero fare anche per le docenze... ove potrebbero
> esservi esami pubblici per l'abilitazione alla docenza, e poi la
> selezione del docente fatta con un minimo di potere decisionale da
> parte di un comitato dell'universit� con il supporto di qualche
> referee internazionale... come capita anche altrove...

Forse il referaggio internazionale � l'unica �ncora di salvezza.

>
> In Italia si associa sempre il potere decisionale con la corruzione

a ragion veduta

> e
> si fanno sempre concorsi pubblici

perch� era un principio giuridicamente previsto

> che poi alla fine servono per
> elimnare le responsabilit� individuali...

Non ci piove, non esiste sistema di leggi abbastanza
invulnerabile da poter prescindere dai soggetti che lo
applicano. Una legge morale non pu� essere applicata da
immorali. Purtroppo le leggi non hanno vita propria, se non
hanno trovato radici nei cuori dei cittadini, rimangono lettera
vuota, � ovvio.

Cmq, l'ipotesi del sistema : scelta libera sotto responsabilit�
a posteriori, anche se non mi piace, pu� funzionare (il fatto
che in qualche posto funzioni e bene ne � la prova). Ma non �
una misura che possa prescindere dalla concontemporanea
istituzione di strutture terze, super partes, competenti ed
eticamente ineccepibili a loro volta, deputate alla valutazione
della produttivit�, della bont� dei risultati. Quindi alla fin
fine il problema della necessit� di risolvere la questione
morale di fondo non � rimosso, � spostato pi� lontano dal
problema (il garante diventa allora l'ente terzo, super partes,
che giudica e commisura finanziamenti e incentivi al
rendimento). Se non si pu� ottenere imparzialit� a questo
livello, il sistema seguita a non funzionare, e l'ente terzo
diventa un paravento per verniciare di moralit� fittizia il
sistema. Se si riesce a risolvere il problema dell'imparzialit�
in quel livello, non si potrebbe farlo pi� in basso ? OK, pi�
distante si �, pi� facile �, forse .... non so.
Il casino di fondo � che ci si scervella a escogitare
marchingegni normativi blindati e inossidabili, ma sempre le
leggi vanno applicate da uomini e non sono autoconsistenti. Se
quell'anello rimane debole, ahim�

>
>
>>Passo invece a una terza ragione: la transizione veloce della nostra
>>universita' da scuola di elite a scuola di massa.
>
>
> Una cosa che mi fa da pensare... ma come mai oggigiorno, ovunque non
> solo in Italia, si confonde il diritoo allo studio, che a mio parere
> deve essere garantito a tutti, con il fatto che onguno abbia il diritto
> ad una laurea o ad un dottorato... vabbe qzesto � un'altro discorso,
> che per� concorre con l'abbassamento della qualita delle
> universit�... non solo in Italia...

giustissimo ! Devo dire che, tradizionalmente, � una distorsione
dell'eredit� comunista, la deformazione grottesca del principio
di ugualianza, sacrosanto ma che implicitamente si riferisce
solo alle opportunit� e non ai risultati, nel principio di
totale assimilazione, perverso e dannosissimo. Nel nostro paese
questo approccio ha trovato fertile suolo anche trasversalmente,
nell'antico humus DC. I sindacati hanno incarnato alla
perfezione questo spirito garantista ad oltranza, che finisce
per volere annullare responsabilit�, differenze, e in ultima
analisi il merito stesso.

>
>
>>Puo' accadere (accade tutti i giorni) che un collaboratore prezioso
>>ma modesto, con precisi limiti intellettuali, debba essere
>>ricompensato del suo lavoro con una promozione. Che cosa si fa? gli si
>>da' una cattedra.
>>Il risultato e' un calo del livello, sia nella didattica come nella
>>ricerca.
>>
>
>
> Ma e vero che la riforma Moratti, in pratica obbliga i ricercatori a
> fare carriera diventanto professori e cos� via? Ma se uno volesse fare
> "solo" il ricercatore per tutta la vita?
>

ringraziamo almeno che la riforma si sia arenata.
Cmq anche io detestavo il tentativo di estremizzare la
gerarchizzazione per cui uno che volesse fare solo ricerca fosse
considerato inferiore al docente frontale, non solo, anche un
peso morto dell'universit�.
Come se la sola cosa davvero importante fosse in effetti trovare
personale cui affibbiare ore frontali da fare, il vero fastidio,
a pari costo e che il ministero considerasse la ricerca un
attivit� secondaria a fondo perso, e un furto di soldi e risorse
alla didattica (anche qui, c'� un'ovvia oculata attenzione
all'utenza pagante).
Non a caso anche tra Ricerca e ricerca la ministressa aziendale
aveva stabilito le sue gerarchie, in cui la ricerca applicata,
con rapide ricadute economiche e spinoffs, era quella da non
depotenziare troppo, la ricerca teorica e di base, era la
perdita di tempo, la zavorra inutile, al di la delle
dichiarazioni melliflue.

In effetti cos'� un universit� che si limita a propagare le
conoscenze inventate da altri ? Imho giusto una specie di
super-liceo.
ciao
Soviet
>
>
> Saluti,
>
> Alessandro
Received on Mon Jun 19 2006 - 16:59:25 CEST

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