Re: Professione referee (lungo ahime`)

From: Paolo Bonavoglia <paolo.bona_at_tin.it>
Date: Sat, 13 May 2006 17:01:09 +0200

Valter Moretti ha scritto:
> Scusa, ma su *DUE* casi che citi fai una statistica e tiri conclusioni
> quasi definitive :-):
>

No, no, no, qui non ci intendiamo, forse non mi sono spiegato a
sufficienza ma mi attribuisci affermazioni che non sono assolutamente mie.

Innanzitutto non ho fatto alcuna statistica su due casi: ho
solo citato due casi estremi uno negativo e uno positivo; di errori e
orrori su libri, riviste e siti web avrei potuto citarne a decine, avrei
dovuto forse scrivere una mail infinita citando decine di casi?
In positivo ho citato Wikipedia, ed e' un caso che gi� da solo pesa
molto; pero' la filosofia di Wikipedia e' di fatto mutuata da quella del
software Open Source. Anche qui ci sono altri casi simili.


> Come ho gi� detto non � che il sistema dei referees funzioni al
> meglio, ma, secondo me meglio quello che niente.

La logica del "questo strumento funziona male, pero' e' sempre meglio di
niente" non mi convince molto.

Perche' poi era proprio questo il punto: ho citato l'esempio di
Wikipedia proprio per mostrare che puo' essere vero il contrario di
quello che dici: che il niente (inteso come nessun controllo preventivo)
potrebbe essere meglio dei referee!


> Cosa dovrebbero fare le riviste pubblicare qualsiasi cosa gli arriva? (Poi parlavamo di riviste non di
>> libri)

Ecco un'altra cosa che non mi sono mai sognato di dire.
Ovvio che le riviste cartacee se non altro per motivi di spazio e di
spese non possono pubblicare tutto quello che gli viene proposto.

Quello di cui dubito sempre piu' fortemente e' che sia necessario un
sistema complesso e rallentante di controlli preventivi come quello dei
referee; se come si e' detto su questo thread i referee spesso non sono
in grado di analizzare a fondo un articolo e di capire se sia corretto o
no, se alla fine tutto si riduce a scartare gli articoli di ufologia o
pseudoscienza varia, che bisogno c'e' di un sistema di arbitraggio?
Una scelta fatta direttamente e in tempi brevi dal (o dai)
responsabile della rivista non sarebbe piu' che sufficiente?
In fondo e' il responsabile della rivista che sa quello che vuole
pubblicare e quello che non vuole. Ci penseranno poi i lettori a
segnalare eventuali errori. Il caso Wikipedia mi fa sospettare che
questo sia alla lunga il controllo pi� efficiente!

Naturalmente il discorso cambia molto se parliamo di riviste
cartacee o di riviste on-line. Mi rendo conto che un errata-corrige
pubblicato mesi dopo l'articolo non ha l'efficacia delle correzioni al
volo possibili sul Web.

In fondo e' anche questa la forza del web e io credo e spero che in
futuro ci siano sempre pi� riviste (e libri) on-line e sempre meno su carta.

> e deve essere affrontato scientificamente per quanto possibile, non con
> posizioni ideologiche tipo "rendiamo libera la pubblicazione di tutto a
> tutti i costi".

Anche questa e' una forzatura di quello che ho scritto. Nessuna
posizione "ideologica".
Fino a qualche tempo fa ero molto perplesso sul modello Wikipedia; mi
pareva impossibile che un'enciclopedia dove tutti possono mettere le
mani, potesse raggiungere livelli accettabili di affidabilit�.

Ora ci ho ripensato e provocatoriamente propongo Wikipedia come modello;
modello che non e' affatto quello del "nessun controllo" ma piuttosto
quello del "nessun controllo preventivo" sostituito da un "controllo
continuo, distribuito e aperto a tutti".



-- 
	Un cordiale saluto
	Paolo Bonavoglia
	V E N E Z I A
Received on Sat May 13 2006 - 17:01:09 CEST

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