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From: AP <jphj_at_abc.tt>
Date: Thu, 4 May 2006 09:18:13 +0200

"sabaain" <sabaain_at_hotmail.it> ha scritto nel messaggio
news:80Z117Z217Z122Y1146409042X3919_at_usenet.libero.it...
>
> scusa il ritardo nelal risposta..
>
> io faccio fisica e mio fratello economia :)
> ed io mi sono molto divertito a leggere il testo di
> Econophysics di Mantegna :D

in dinamica economica devi maneggiare argomenti piuttosto complessi sotto il
profilo matematico, ma devo dire che la tradizione italiana tende ancora ad
insegnare certi concetti in modo blando, e non a torto. la compianta J. V.
Robinson considerava l'abuso matematico una forzatura (famosa la diatriba
tra Pareto e Pantaleoni sul fatto che le idee e gli strumenti della
meccanica razionale rappresentino la panacea per ogni problema in
economica), dato che spesso conduce ad assumere ipotesi poco realistiche.
il testo di Mantegna non lo commento, se hai voglia e tempo prova a guardare
ai problemi di natura empirica che si celano dietro certe assunzioni (random
walk, ipotesi sulla stazionariet�, etc.).
ci sono, anche a livello teorico, notevoli problemi di carattere
epistemologico. ti faccio un esempio. prendi un modello molto semplice di
dinamica: quello del moltiplicatore / acceleratore di Samuelson. introduci
di ritardi nelle equazioni Keynesiane, risolvi l'equazione alle differenze
che ti viene fuori e studi la stabilit�. Semplice, no? il problema � che
tanto il moltiplicatore che l'acceleratore (in pratica i coeff.ti) sono dati
esogeni che l'economia non spiega, e dunque sul piano positivo, ma anche
normativo, la scienza economica non � autosufficiente (e allora tutti in
"analisi" per capire perch� si consuma o si investe -:) )...
veniamo al problema dell'evidenza empirica. una volta che hai specificato un
modello lo testi econometricamente (cominci a regredire), e fare tutta una
batteria di test statistici. qui hai alcuni problemi:
- causalit�. in genere vedi delle correlazioni e non � detto che esista un
nesso di causalit�, che devi testare. non sempre risulta cos� semplice;
- specificazione. l'errore riflette il fatto di non aver considerato tutte
le variabili. tra quelle specificate possono esserci problemi di
collinearit�.
- errore. ipotesi di white noise. l'errore � normale? � omoscedastico? etc.
etc.
- set di dati. i dati aggregati risentono di problemi metodologici soggetti
ad "ampie" probabilit� di errore. es. il trimestrale sulla disoccupazione �
campionario, non considera i disoccupati cronici, se lo vuoi usare devi
guardare alla situazione di fatto, e dunque fare ipotesi sul sommerso. (cosa
sta facendo ora il tuo vicino di casa? :-) ).
ti dico una cosa molto semplice, e magari sorprendente: non esistono ancora
evidenze empiriche soddisfacenti (in letteratura si dibatte ancora) sulla
correlazione che esiste tra tasso di interesse e investimento...
come diceva Jannacci, "no, no, quest chi l'� propri un laur� de ciula..."
(inteso come pieno di complicazioni...)


>
> e il Penrose non divulga in modo tradizionale
> perch� spiega anche la trigonometria di base..
> in realt� inizia esattamente come si fa nei corsi universitari
> dagli assiomi di numero e dalal dimostrazione per assurdo
> della irrazionalit� di sqrt(2) (anche su quello ha da ridire :P )

torniamo all'economia. un filone contemporaneo si � evoluto sulla falsariga
del problema del valore d'uso dei classici, che non avevano adeguati
strumenti matematici.
nel modello di Sraffa, si guardano alle propriet� delle matrici
intersettoriali, e in particolare a quelle degli autovalori e autovettori
associati. da un punto di vista matematico, mi fermo qui, perch� penso siano
argomenti che conosci meglio di me. ti faccio una domanda. che significato
economico potrebbe avere un autovalore immaginario?.

>
> semplicemente fa una selezione personale degli argomenti
>
> io vorrei chiamare QUESTO divulgazione.. perch� a differenza
> della divulgazione classica non � inutile..

se ti spie go un modello economico (resto in un campo che conosco meglio),
non solo devo spiegarti, che so, che cos'� un hessiano, ma, soprattutto, il
tasso di "michiaggine", rispetto alla realt� che si vuole spiegare, del
modello stesso. c'� un testo di Solow che tratta della crescita economica, e
che parte dal modello neoclassico. gira, gira, gira, ma non dice
esplicitamente che si assume S = I. povero Keynes: si star� ribaltando nella
tomba!
questo in fisica Penrose lo fa? secondo te se io leggo una boiata infernale,
ma presentata ad arte, sarei in grado di accorgermene?
>
>
>
> --------------------------------
> Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
Received on Thu May 04 2006 - 09:18:13 CEST

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