"Dario de Judicibus" ha scritto:
> Non metto in dubbio che sia un po' complesso, ma non tanto per la
> complessit� intrinseca della materia, quanto per la mancanza di un
> supporto matematico a sostegno che sarebbe fuori luogo in una rivista
> divulgativa.
> Tuttavia i concetti di base non sono affatto impossibili da comprendere.
Mi dispiace, qui divergiamo in modo radicale.
Non e' affatto questione solo di matematica.
Se avessi tempo e voglia, e se fosse lecito rompere le scatole a tutto
il NG (anche noderatori permettendo ;-) )
Potrei scivere qualche migliaio di righe elencandoti tutte le frasi
che un lettore comune (ossia che non abbia una laruea in fisica) non
puo' minimamente afferrare, e peggio e' destinato a fraintendere.
> In passato le Scienze hanno proposto vari articoli di quantodinamica o
> relativistica forse anche pi� complessi di quello del quale stiamo
> parlando. Basti pensare al meccanismo che ha permesso di
> teletrasportare a distanza una particella o il principio per cui � il
> baricentro di un pacchetto d'onda a non poter viaggiare a una velocit�
> superiore a quella della luce, non l'onda nelle sue componenti.
Non direi assoutamente che fossero piu complessi di questo, anche se
ci sarebbe stato parecchio da ridire anche li'...
Tra l'altro e' proprio a uno di quegli articoli che si riferiva Valter
Moretti: quello dove la questione della velocita' di gruppo non era
affatto chiarita, anzi era presentata in modo cosi' ambiguo da far
credere tutto l'opposto. Rileggitelo...
> ...
> Non parliamo poi degli articoli di cosmologia sul multiverso o sulla
> fase pre-big-bang che dovrebbe giustificare alcune delle osservazioni
> sperimentali altrimenti non spiegabili.
Infatti anche quella la giudico spazzatura; ma si va sempre peggio...
> Non vedo proprio perch� prendersela con le Scienze. Ognuno legga ci�
> che ritiene al proprio livello. Ci sono riviste, come Focus, che sono
> pi� divulgative ma altrettanto interessanti e accurate.
Ma per carita'! Proprio non ci capiamo!
La critica non e' che quegli articoli richiedano un livello troppo
elevato di cultura scientifica per essere capiti.
Se uno ha un livello piu' elevato, non ci capisce niente ugualmente
(l'ho detto col discorso dei 30 ordini di grandezza: ti e' sfuggito?)
ma si accorge che quello che c'e' scritto e' fumo e che il lettore
comune viene preso in giro.
Per gli altri (i lettori comuni appunto) quegli articoli sono veri e
propri imbrogli.
Pensavo di averlo detto con sufficiente chiarezza.
Quanto a Focus ecc. non mi pronuncio perche' non li leggo. Ma
dall'impressione che ho da alcune descrizioni, se a te sembrano
"altrettanto interessanti e accurate" vuol dire che siamo proprio agli
antipodi...
Enrico ha scritto:
> premetto di essere il classico lettore comune di cui si parlava pi�
> sopra, tuttavia vorrei sapere una cosa: ma che fine ha fatto il metodo
> sperimentale? Qui si parla di teorie che fanno uso di stringhe,
> multiuniversi, pi� (o meno) dimensioni, tutte cose che immagino
> abbiano una profonda giustificazione matematica, ma queste teorie sono
> falsificabili nel senso popperiano del termine? Oppure si � giunti a
> un punto in cui la teoria � distante anni luce dall'esperimento? E se
> cos� �, non c'� il rischio che tutte queste cose siano, a ben vedere,
> senza nessun legame con la realt� fisica?
L'hai detto.
E vorrei rafforzare la tesi con un paragone storico.
Uno che volesse difendere queste ricerche, potrebbe dire che in fondo
anche la RG per molti anni e stata giudicata da gran parte dei fisici
un'elucubrazione astrusa e forse cervellotica, con prove sperimentali
mancanti o deboli e dubbie.
Oggi nessuno oserebbe piu' esprimersi cosi'.
Dunque, diamo tempo al tempo...
Ed ecco che cosa risponderei io.
E' vero che la RG fa uso di una matematica che e' stata per molto
tempo fuori della portata di gran parte dei fisici (anzi a dire il
vero lo e' ancora, a parte un numero - comunque minoritario - dei piu'
giovani).
Pero' Einstein si preoccupo' subito di fornire indicazioni di prove
sperimentali precise, quantitative. Sono quelle che vengono chiamate le
"prove classiche" della RG:
1) la precessione del perielio di Mercurio
2) la deflessione gravitazionale della luce
3) il redshift gravitazionale.
In tutti i casi la teoria forniva - come ho gia' detto - delle
previsioni precise, numeriche, che si poteva in linea di principio
sottoporre a esperimento.
Come andarono le cose?
1) la precessine di Mercurio in realta' era gia' ben conosciuta e *non
spiegata*. Einstein nel 1915 fece vedere che la sua teoria la spiegava
alla perfezione, *senza bisogno di nessuna ipotesi addizionale*.
Gli oppositori della RG poterono solo obiettare che la precessione
poteva anche avere un'altra spiegazione (uno schiacciamento del Sole)
che non e' mai stata osservata. Oggi sappiamo anzi che la precessione
del perielio esiste per altri pianeti, e lo schiacciamento del Sole
non potrebbe in nessun caso spiegare tutti i dati conosciuti.
2) La deflessione fu cercata durante l'eclisse totale del 1919.
L'effetto fu osservato, ma in modo non convincente, perche' il
rischio di errori sistematici era serio.
Nel tempo le prove si sono andate accumulando e oggi non esiste il
minimo dubbio che l'effetto esiste nell'esatta misura prevista; con
incertezza inferiore all'uno per mille.
3) Il redshift e' stato il piu' difficile da scoprire: si e' dovuti
arrivare al 1960 e non c'e' bisogno di dire che anche questo effetto
ha pienamente confermato la teoria.
Come vedi in qualche caso sono passati quasi 50 anni, ma la previsione
c'era, netta e chiara.
Il problema con tutte queste "teorie" invece sta proprio nella mancanza
di previsioni nette e chiare da sottoporre a prove sperimentali.
In certi casi le previsioni sono solo vagamente quantitative (es. i
partner supersimmetrici delle particelle note).
In altri casi non ci sono proprio...
Josef K. ha scritto:
>> Ci sarebbe un altro aspetto da considerare, che etichetto col titolo
>> "ricatto morale".
>> Ma ora ho scritto abbastanza; se volete, possiamo continuare...
> Potresti precisare cosa intendi?
Mi spiego.
Queste teorie sono terribilmente complicate, per cui e' assai difficile
"entrarci dentro" in modo da esercitare una critica argomentata.
Di conseguenza chiunque si trovi in una posizione scettica e' soggetto
a quello che ho chiamato un "ricatto morale": se non sei in grado di
capirla, non hai diritto di criticarla.
C'e' poi una seconda faccia del problema, che sento personalmente.
E' ben noto che nella storia della fisica molti "anziani" di altissima
levatura non hanno digerito sviluppi che venivano portati avanti dai
piu' giovani: per non andare troppo lontano nel tempo, si comincia con
Planck che non mando' mai giu' i fotoni; con Einstein che non digeriva
la m.q.
Lo stesso Feynman nell'introduzione a QED non nasconde il suo
scetticismo verso teorie "moderne" che dichiara di non capire...
Puoi quindi renderti conto dell'imbarazzo di uno come me (che non e'
ne' Planck, ne' Einsteim, ne' Feynman) a esprimere giudizi e critiche
verso teorie che non e' in grado di conoscere a fondo e che potrebbe
essere indotto a contrastare per pure ragioni anagrafiche.
--
Elio Fabri
Received on Mon Jan 23 2006 - 21:10:10 CET