Federico Zema wrote:
> Cosa si intende per particella "virtuale"? Varie volte mi sono sentito
> rispondere che una particella e' "virtuale" se (E2 - p2) e' diverso dal
> quadrato della sua massa.
Infatti, questa � la definizione standard.
> Ora, questa definizione puo' andar bene per il fotone e l'elettrone
E il protone!
(tu quoque... meno male che sei uno sperimentale! :-))
> ma tutte le altre particelle elementari decadono, e quindi non hanno massa
> definita.
Hanno massa definita nel limite in cui la loro vita media � molto
maggiore della scala temporale dei fenomeni considerati.
Un fenomeno di scattering si suppone istantaneo o quasi, nessuna
meraviglia quindi che un muone (ad es.) si possa considerare stabile e
possa entrare come gamba esterna in un diagramma di Feynman.
Discorso diverso quando la vita media diventa comparabile alla scala dei
tempi in gioco (questo � il caso di W e Z), e l� infatti le cose si
complicano: bisognerebbe affrontare il problema a un livello pi�
profondo.
Tanto per cambiare, nelle QFT questo non si sa (ancora) fare: ennesima
debolezza delle teorie di campo...
> Tornando al fotone mediatore, perche' dovrebbero essere due cose diverse
> quello che arriva sul binocolo e quello responsabile dello scattering?
Perch� "il" fotone responsabile dello scattering (come se ce ne fosse
solo uno: perch� fermarsi al prim'ordine?) non si pu� osservare *per
principio*. Lo dice la QED stessa.
Ribadisco il mio punto: non capisco proprio come si possa pensare di
attribuire significato fisico a tutte le schifezze che saltano fuori
come linee interne nei diagrammi di Feynman.
Per esempio, vi � chiaro che nelle teorie di gauge queste fantomatiche
particelle virtuali sono gauge-dependent?
E come la mettiamo con i ghost, i controtermini, e amenit� simili?
--
ws
Received on Mon Sep 12 2005 - 15:21:42 CEST