Re: Fisica: cosa "vede" un fisico?

From: Elio Fabri <mc8827_at_mclink.it>
Date: Tue, 15 Feb 2005 21:11:15 +0100

Piercarlo ha scritto:
> ...
> 1) Quando si parla di "curvatura dello spazio-tempo", termini come
> "curva", "curvatura" penso vadano intesi in senso tecnico-matematico;
Questo e' poco ma sicuro :)

> a me pare che la "curva" sia semplicemente in questo caso un'idea
> grafica per esprimere su un foglio quello che in concreto mi sembra
> pi� una variazione dello stato di tensione dello spazio-tempo (o
> variazione del suo stato compressione).
Non so se ho capito la tua idea, perche' la curvatura con concetti
come "tensione" e "compressione" non ha proprio niente a che fare. Ma
puo' darsi che tu con queste parole intenda qualcosa dimoto diverso da
quello cheintendo io...

> Insomma un modo di rappresentare bidimensionalmente (una proiezione?
> Una sezione? Non so esattamente che termine usare) un fenomeno che non
> solo � almeno tridimensionale
Non direi: anche una superficie ha curvatura.; anzi e' l'unica esempio
in cui se ne puo' dare una spiegazione semplice, accessibile anche a
profani...

> (lascio fuori il tempo perch� la considero variabile dipendente - a
> proposito: lo �, rispetto alle altre tre "solide"?) ma probabilmente
> non � realmente "immaginabile" ma solo "percebile" (almeno quando
> casco sul pavimento e mi pesto il naso! :-).
Boh...
Variabile dipendente? E perche'? Che vorra' dire per te questa
espressione?

> 2) Si � mai discusso da qualche parte in modo rigoroso (libri, saggi,
> articoli...) sui limiti di validit� dell'intuito e del "senso comune"?
> (intendendo con ci� il "senso comune" che pu� avere un buon liceale).
Che cosa si sia discusso, non lo so.
Come la vedo io, te lo dico fra poco.

> Chiedo perch� a me pare che "l'intuito" non sia altro che un
> particolare tipo di macchina mentale per costruire rappresentazioni e
> modelli della realt� che pu� anche essere portata a livelli di
> raffinatezza estremi ma che prima o poi finisce per scontrarsi con dei
> limiti intrinseci.
Potrei essere d'accordo con la prima parte; meno con la seconda.
Non direi che ci siano limiti intrinseci.
Poi non confonderei l'intuito con il senso comune.
Il secondo e' - in modo vago - cio' che e' alla portata di chiunque.
L'intuito invece puo'essere educato e raffinato, quindi non e' ne
statico ne'comune.

> Volendo la questione pu� essere riformulata in un altro modo: esiste
> un criterio per separare in maniera ragionevolmente precisa concetti
> che possono essere "intuiti" e quindi "immmaginati" e rappresentati
> con analogie e metafore per renderli pi� fruibili alla nostra mente,
> da quelli di cui non pu� esistere alcuna comprensione "intuitiva" (che
> cio� non possono essere trasposti in analogie, metafore, immagini
> ecc.) ma che vanno praticamente presi cos� come sono e per i risultati
> che danno ("numeri", previsioni sperimentali ecc.) senza neppure porsi
> il problema di "rappresentarli" perch� di fatto non pu� esistere di
> essi una "rappresentazione" che non sia anche "parziale" (o fuorviante
> tout-court)?
Qui mi sembra che tu intenda per "intuire" una cosa molto diversa da
quella che intendo io.
Se capisco bene, per te "intuire" significa riportare a quel
"senso comune" di cui sopra, facendo uso di analogie e simili.
Io ho detto piu' volte in questo NG che diffido moltissimo delle
analogie, mentre ritengo che l'intuizione puo' essere sviluppata ed
educata, per cui a seconda del livello di lavoro e di studio in un
certo campo uno puo' arrivare a intuire cose che per altri sono del
tutto fuori portata.

Una volta suscitai proteste e anche ironie perche' dissi che a me
riesce una certa intuizione di uno spazio-tempo 4-dimensionale...
Ma e' il caso di ricordare che giocano anche attitudini forse innate:
io ho sempre avuto una buona intuizione geometrica, e col tempo ho
potuto constatare che altre persone intelligentissime e non meno
preparate di me in mat. e fisica non l'avevano allo stesso grado.
(Nota che invece sono negato per il disegno :-) )

> Mi sembra che gran parte della fisica quantitistica sia di questo
> secondo tipo (ti prendi le rappresentazioni matematiche dei fenomeni e
> le tieni buone finch� danno risultati corretti... ma senza pi� porsi
> il problema di "cosa vogliano dire" o di "che senso hanno", perch� in
> effetti, dal punto di vista "intuitivo" non vogliono e non possono
> voler dire nulla in quanto si riesce a comprenderne la catena di
> passaggi e ragionamenti ma non � possibile farsene una
> rappresentazione veramente "olistica" che sintetizzi tutti questi
> passaggi in una unica immagine "intuitiva" da cui la macchina mentale
> possa poi successivamente ricostruire e dedurre tutto in maniera
> corretta).
Beh, anche questo secondo me non e' vero.
Con l'adatto insieme di doti naturali e con lo studio si puo'
sviluppare intuizione anche di cose come quelle.
Del resto dovrebbe essere noto che i matematici "vedono" proprieta' e
teoremi terribilmente astratti; le dimostrazioni le trovano dopo...

> ...
> PS - A proposito di elefanti: ma se ad un elefante gli viene il
> raffreddore, quanti kleenex bisogna dargli ogni volta che si soffia il
> naso? :-)
Non mi pare un problema di "quanti", ma di "quali": quanto grandi?
quanto spessi? :-))
                                       
                                       

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Elio Fabri
Dip. di Fisica - Univ. di Pisa
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Received on Tue Feb 15 2005 - 21:11:15 CET

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