Re: Chi tace *non* acconsente

From: Bruno Cocciaro <b.cocciaro_at_comeg.it>
Date: Sat, 11 Dec 2004 17:10:10 +0100

"CptKirk" <CptKirk_at_estranet.it> wrote in message
news:jVDud.280553$b5.13666676_at_news3.tin.it...

> Ho appena inviato (poi ho � "apparso" questo) un altro
> messaggio dove ritornavo sul discorso e proprio sul
> concetto di "vedere" dicevo che non capivo cosa mi si contesti...
> e che ci volevo riflettere su...ora lo capisco ancora meno.

Io ti sto contestando il fatto che usi il verbo vedere in maniera impropria
(ti ho detto che chi ha gia' capito la questione lo usa in maniera propria,
chi non l'ha capita lo usa pressoche' sempre in maniera impropria
(d'altronde e' normale usarlo in maniera impropria, c'e' voluto Einstein per
capire che la simultaneita' e' relativa)).
Io ti ponevo delle domande per rispondere alle quali e' pressoche'
impossibile utilizzare il verbo vedere in maniera impropria (perche' quando
il sedentario "vede" l'immagine dell'astronauta quella immagine e' arrivata
proprio li' dove si trova il sedentario)

> Chiaro che ognuno veda l'altro con un ritardo pi� o meno breve a seconda
> della distanza..ma non li vedono muovere pi� lenti (magari possono vedere
> le immagini del giorno prima ma li vedono fare tutto a velocit� "umane").

No no no !!!!
Il punto non e' che un evento avvenuto oggi io lo vedro' domani. Non e'
questo il punto centrale. Non era questo che ti chiedevo.
L'astronauta fa una foto quando il suo orologio segna poniamo le 8, poi la
spedisce al sedentario (che la ricevera' successivamente). Quando il suo
orologio segna le ore 9 l'astronauta scatta la foto successiva e anche
questa foto sara' ricevuta dal sedentario con ritardo ma con piu' ritardo
rispetto alla precedente: la seconda foto e' stata scattata un'ora dopo e
poi, siccome l'astronauta nel frattempo si e' allontanato ancora di piu' dal
sedentario, questa foto dovra' percorrere piu' strada. Inevitabilmente se la
prima foto arriva, poniamo, dopo un giorno alle (8 del giorno dopo) la
seconda foto dovra' arrivare in un istante che sara' necessariamente
successivo alle ***ore 9*** del giorno dopo (cioe' il sedentario vede si'
l'astronauta in ritardo per i motivi che dici tu sopra, ma poi lo vede anche
rallentato per i motivi che ho appena riportato. Poi, quando l'astronauta
sara' nel viaggio di ritorno, il sedentario continuera' a vederlo in ritardo
ma lo vedra' accelerato, al sedentario arriveranno piu' di una foto
all'ora).
E' questo il calcolo che ti chiedo di fare. Fai i conti dimenticando tutto
cio' che sai della relativita'. Fai i conti come se della relativita' tu non
avessi mai sentito parlare. L'astronauta si muove alla velocita' v, si fa
una foto ogni intervallo dT, e poi la spedisce al sedentario. Le foto
viaggiano a velocita' c. Quale e' l'intervallo di tempo DDT fra la
ricezione, da parte del sedentario, di una foto e la ricezione della foto
successiva mentre l'astronauta si sta allontanando? E quale e' l'intervallo
di tempo ddT fra la ricezione, da parte del sedentario, di una foto e la
ricezione della successiva mentre l'astronauta si sta avvicinando?

Sono domande che hanno a che fare con la fisica classica (effetto Dopple
classico), ma io ritengo che per poter capire il paradosso dei gemelli sia
pressoche' necessario saper rispondere alle domande riportate sopra.

> Ciao!

Ciao.
-- 
Bruno Cocciaro
--- Li portammo sull'orlo del baratro e ordinammo loro di volare.
--- Resistevano. Volate, dicemmo. Continuavano a opporre resistenza.
--- Li spingemmo oltre il bordo. E volarono. (G. Apollinaire)
Received on Sat Dec 11 2004 - 17:10:10 CET

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