Re: Storia dello spazio vuoto

From: Paolo Cavallo <paolocavallo_at_aliceposta.it>
Date: Tue, 23 Nov 2004 20:04:02 GMT

"Lorenzo" <azoele_at_katamail.com> ha scritto...

> ... sono in procinto di scrivere una tesi di laurea (in Filosofia) il
> cui argomento dovrebbe avrebbe a che fare con la modificazione del
> concetto di vuoto nei secoli, per giungere all'attuale (se non prendo
> un abbaglio cosmico) vuoto popolato di particelle virtuali, quindi in
> un certo senso un vuoto in cui per� spontaneamente avviene una qualche
> forma di creazione...

Una precisazione:
Se una domanda sia inutile o meno, puo' dirlo soltanto chi
la pone, dato che e' lui che ne sente la necessita'...

Pedanterie a parte, da parte mia non ci saranno affatto
insulti, ma indicazioni date con molta simpatia. Sono
laureato in Storia della Fisica, dunque in un campo affine a
quello della tua ricerca. Inoltre, mi interesso da sempre di
filosofia. Ti dico queste cose perche' tu collochi le mie
osservazioni nella prospettiva corretta.

Bene, il consiglio breve che potrei darti e': lascia stare.
Chiudi la tesi senza affrontare tematiche come quella del
"vuoto" quantistico. E' la sola cosa onesta che si possa
fare a partire dal vincolo che tu poni:
> ovviamente non posso
> attingere a materiale tecnico per fisici...

Nella mia biblioteca ci sono almeno due testi molto belli e
validi sulla meccanica quantistica scritti da filosofi:
_Mecanique quantique_ di Michel Bitbol e _An Interpretive
Introduction to Quantum Field Theory_ di Paul Teller. In
entrambi i casi, i tuoi colleghi hanno seriamente *studiato*
il "materiale tecnico". D'altra parte, tu cosa penseresti di
qualcuno che prepari una tesi in Storia della Filosofia in
base a _Il mondo di Sofia_?
Il "materiale tecnico" e' la fonte dei concetti fisici: non
ce n'e' un'altra. La cosiddetta letteratura divulgativa e'
del tutto inaffidabile gia' per un serio articolo di
giornale, figuriamoci per una *tesi di laurea*.
Un esempio delle distorsioni inevitabili senza un approccio
serio e' proprio nel tuo post. Non ha alcun senso parlare
del vuoto quantistico in questo modo:
> in un certo senso un vuoto in cui spontaneamente avviene
> una qualche forma di creazione...

Il consiglio piu' lungo e piu' sincero e': studia. Trovati
qualche fisico disposto a darti una mano e fatti aiutare a
costruire un percorso che non rifugga dagli aspetti tecnici,
ma sfrondi lo sfrondabile. Non e' un'impresa facile, per
nulla, e quasi certamente e' piu' adatta a una tesi di
dottorato che una tesi di laurea.

Mettiti alla prova. Leggi dei testi rivolti a un pubblico
non specialistico, ma *non* divulgativi: _QED_ di Richard
Feynman (tradotto in Italia da Adelphi), _Un'occhiata alle
carte di Dio_ di Gian Carlo Ghirardi e _The Strange World of
Quantum Mechanics_ di Daniel Styer (non tradotto). Se quei
testi ti mettono la voglia di approfondire, fallo. Se no,
lascia perdere.

(E poi, perdona la faccia tosta, ma "la modificazione del
concetto di vuoto nei secoli" in una tesi di laurea? Da
Democrito ad oggi? Francamente, mi sembra che gia' se tu ti
limitassi ai secoli XVI-XVIII ne avresti per scrivere dei
tomi notevoli!)

Buon lavoro,

Paolo Cavallo
Received on Tue Nov 23 2004 - 21:04:02 CET

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