Re: Galileo Galilei condivideva l'idea dello spazio assoluto?

From: Furio Petrossi <furio.petrossi_at_gmail.com>
Date: Sat, 7 Mar 2020 12:35:09 -0800 (PST)

Il giorno sabato 7 marzo 2020 19:40:02 UTC+1, Luciano Buggio ha scritto:
> Una posizione o un moto sono relativi ad un riferimento, ma questo riferimento a che cosa è relativo?
> Ad un altro riferimento.
> Se questo riferimento è l'infinito allora la posizione ed il moto sono assoluti.
> L'infinito è il riferimento assoluto: non può essere riferito ad altro.

Stiamo parlando di Galileo, per cui bisognerebbe riferirsi alle sue affermazioni, non alla visione del mondo contemporanea.

L'infinito era ancora una brutta bestia, per le sue idee nel 1600 Bruno, autore di "De l'infinito, universo e mondi" in cui ammetteva la possibilità di altri mondi abitati, fu arso vivo. Passi per un Dio infinito m l'Universo...
"<BUR.> Cossì dunque gli altri mondi sono abitati come questo?
 <FRAC.> Se non cossì e se non megliori, niente meno e niente peggio (...)".
Anche Bruno parla di uno "spacio" infinito MA pieno di mondi che hanno ciascuno un diverso centro (mondi finiti).

I Dialoghi di Galileo sono di trent'anni dopo. Copernico era stato condannato nel 1613 e lui lo sarà nel 1633.


Non sarà l'infinito, lo spazio assoluto, il riferimento privilegiato di Galileo, per il quale bastano i moti relativi, a partire da un riferimento "naturale", come la Terra, il Sole, Giove, l'interno di una nave.

Nel Sidereus Nuncius le stelle, ingrandite, sono sempre dei puntolini, quindi sono sempre più distanti (una alternativa possibile è che siano sempre più piccole, ma non fu questa l'alternativa scelta).

La struttura gerarchica del Cosmo si rompe; Sempe Koyré nello sttupendo "Dal mondo chiuso all'universo infinito" afferma



"In realtà il grande fiorentino, cui la scienza moderna deve forse più che a qualunque altro, non partecipa al dibattito sulla finitezza o infinità dell’universo: non ci dice mai se crede nell’una o nell’altra, e pare non aver mai preso una decisione od anche, per quanto propenso all’infinità, considerare la questione insolubile. Naturalmente, non nasconde che, al contrario di Tolomeo, Copernico e Keplero, non ammette la limitazione del mondo o la sua chiusura entro una sfera reale di stelle fisse".
Sulla questione ci sono numerose lettere di Galileo.


Cartesio sarà definitivo "Noi sapremo anche che questo mondo, o la materia estesa che compone l’universo, non ha limiti, poiché, in qualunque luogo vogliamo fingerne, possiamo ancora immaginare al di là spazi indefinitamente estesi".
"No ha limiti" però, non "è infinito", sottile differenza...
Lo spazio di Cartesio è pieno di materia, ben diverso dall'idea dello "spazio vuoto".


Galileo s limita allo studio dei "proiettili" che non ha la necessità di uno spazio assoluto, per altri non è così (come Henry More per il quale lo spazio è Dio): un corpo è in un luogo e va in un diverso luogo.

Si arriva a Newton "lo spazio assoluto, per sua natura senza relazione ad alcunché di esterno, rimane sempre uguale ed immobile" e "Il moto assoluto è la traslazione di un corpo da un luogo assoluto in un luogo assoluto" .

Ma Galileo NON E' Newton.

FP
Received on Sat Mar 07 2020 - 21:35:09 CET

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