Re: Galileo Galilei condivideva l'idea dello spazio assoluto?

From: Ponentino <stud.ed2008_at_gmail.com>
Date: Wed, 11 Mar 2020 00:37:31 -0700 (PDT)

Il giorno sabato 7 marzo 2020 22:15:03 UTC+1, Furio Petrossi ha scritto:
> Il giorno sabato 7 marzo 2020 19:40:02 UTC+1, Luciano Buggio ha scritto:
> > Una posizione o un moto sono relativi ad un riferimento, ma questo riferimento a che cosa è relativo?
> > Ad un altro riferimento.
> > Se questo riferimento è l'infinito allora la posizione ed il moto sono assoluti.
> > L'infinito è il riferimento assoluto: non può essere riferito ad altro.
>
> Stiamo parlando di Galileo, per cui bisognerebbe riferirsi alle sue affermazioni, non alla visione del mondo contemporanea.
>

> L'infinito era ancora una brutta bestia, per le sue idee nel 1600 Bruno, autore di "De l'infinito, universo e mondi" in cui ammetteva la possibilità di altri mondi abitati, fu arso vivo. Passi per un Dio infinito m l'Universo...
> "<BUR.> Cossì dunque gli altri mondi sono abitati come questo?
> <FRAC.> Se non cossì e se non megliori, niente meno e niente peggio (...)".
> Anche Bruno parla di uno "spacio" infinito MA pieno di mondi che hanno ciascuno un diverso centro (mondi finiti).
>
> I Dialoghi di Galileo sono di trent'anni dopo. Copernico era stato condannato nel 1613 e lui lo sarà nel 1633.
>
>

> Non sarà l'infinito, lo spazio assoluto, il riferimento privilegiato di Galileo, per il quale bastano i moti relativi, a partire da un riferimento "naturale", come la Terra, il Sole, Giove, l'interno di una nave.
>

> Nel Sidereus Nuncius le stelle, ingrandite, sono sempre dei puntolini, quindi sono sempre più distanti (una alternativa possibile è che siano sempre più piccole, ma non fu questa l'alternativa scelta).
>
> La struttura gerarchica del Cosmo si rompe; Sempe Koyré nello sttupendo "Dal mondo chiuso all'universo infinito" afferma
>
>
>



> "In realtà il grande fiorentino, cui la scienza moderna deve forse più che a qualunque altro, non partecipa al dibattito sulla finitezza o infinità dell’universo: non ci dice mai se crede nell’una o nell’altra, e pare non aver mai preso una decisione od anche, per quanto propenso all’infinità, considerare la questione insolubile. Naturalmente, non nasconde che, al contrario di Tolomeo, Copernico e Keplero, non ammette la limitazione del mondo o la sua chiusura entro una sfera reale di stelle fisse".
> Sulla questione ci sono numerose lettere di Galileo.
>
>

> Cartesio sarà definitivo "Noi sapremo anche che questo mondo, o la materia estesa che compone l’universo, non ha limiti, poiché, in qualunque luogo vogliamo fingerne, possiamo ancora immaginare al di là spazi indefinitamente estesi".
> "No ha limiti" però, non "è infinito", sottile differenza...
> Lo spazio di Cartesio è pieno di materia, ben diverso dall'idea dello "spazio vuoto".
>
>

> Galileo s limita allo studio dei "proiettili" che non ha la necessità di uno spazio assoluto, per altri non è così (come Henry More per il quale lo spazio è Dio): un corpo è in un luogo e va in un diverso luogo.
>
> Si arriva a Newton "lo spazio assoluto, per sua natura senza relazione ad alcunché di esterno, rimane sempre uguale ed immobile" e..




Questo è quanto divulgato nel ‘900, riguardo Newton, al fine di riuscire ad imporre il concetto di spazio come il nulla dl vuoto. E che continua ad essere divulgato anche attualmente.
Ma non corrisponde assolutamente al pensiero originale di Newton.

Nell’Optics , terza edizione del 1717, Query 21, per proporre finalmente un'ipotesi sulla gravità, Newton ha scritto:








 << Questo mezzo, non è molto più raro dentro i corpi densi del Sole, delle stelle, dei pianeti e delle comete che nel vuoto spazio celeste esistente tra essi? E nel passare da quelli a distanze molto maggiori, non diventa continuamente sempre più denso, e causa per ciò esso stesso la gravitazione di questi grandi corpi l'uno verso l'altro e delle loro parti verso i corpi: ogni corpo compiendo uno sforzo per andare dalle parti più dense del mezzo verso quelle più rare? Perché, se questo mezzo fosse più raro dentro il corpo del Sole che sulla sua superficie, e lì più raro che alla centesima parte di un pollice dal suo corpo, e lì più raro che nell'orbita di Saturno, non vedo alcuna ragione per cui l'incremento della densità debba arrestarsi in qualche luogo e non debba piuttosto continuare attraverso tutta la distanza dal Sole a Saturno ed oltre: e sebbene questo incremento di densità possa, alle maggiori distanze, essere estremamente lento, tuttavia se la forza elastica di questo mezzo è estr
emamente grande, essa può essere sufficiente per spingere i corpi dalle parti più dense del mezzo verso le più rare, con tutta quella potenza che chiamiamo Gravità. >>

E' evidente che Newton propone un mezzo nello spazio che cambia densità in funzione della presenza dei corpi, e che agisce su di essi.

Ipotesi assolutamente lontana dallo spazio assoluto e immutabile
che fa da scenario passivo agli avvenimenti,
che viene falsamente attribuita a lui.
Anzi direi esattamnte opposta.
Received on Wed Mar 11 2020 - 08:37:31 CET

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