Le centrali idroelettriche
Prima del pensionamento, ero capoturno in una centrale termoelettrica
di una grande azienda del Nord. Ora, pedalando come cicloturista su una
pista ciclabile di Torino, in zona Paco Colletta ed in direzione S.
Mauro, noto che dal fiume Po si deriva, attraverso un sistema di
paratoie, un "canale derivatore" che a valle alimenta una piccola
centrale idroelettrica. Nell'abitato di S. Mauro il canale si
ricongiunge al Po, ma per poco: si deriva un secondo canale che scorre
fino a Castiglione-Gassino-Cimena, per alimentare una seconda centrale
idrica. Essendo la mia vecchia professione legata alle problematiche
energetiche, la cosa mi ha incuriosito ed ho trovato dei siti internet
in cui vengono trattate le centrali idriche. Viene spiegato, come avevo
intuito, che la potenza (modesta) di una di queste centrali �
proporzionale sia alla massa di acqua che scorre nell'unit� di tempo
che al "salto" altimetrico (dislivello fra il bacino di raccolta ed il
fabbricato dove lavorano le turbine). Ma nel nostro caso non esiste un
bacino ed un salto pseudoverticale, trattandosi di corso d'acqua a
flusso continuo. Che cosa devo intendere come salto, il dislivello fra
l'origine di un canale (dopo le paratoie nel fiume padre) ed il luogo
di utilizzo, oppure il dislivello a partire dalla sorgente del fiume
padre (che sembrerebbe abbastanza incongruo, si finirebbe ai piedi del
Monviso)? Sarei grato se qualcuno, esperto in materia, potesse dirimere
questo dubbio. Ipotizzando dei valori di portata e di salto verosimili,
potrei azzardare valori di potenza non estremamente difformi dalla
realt�.
Received on Tue Jul 12 2011 - 09:55:16 CEST
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