Re: Relatività ed elettromagnetismo
vladivostok0_at_yahoo.it ha scritto:
> Forse (ma posso sbagliare!) non hai capito esattamente cosa intendeva
> Fabri.
> Tu nuovamente riporti il discorso ad un punto di vista
> formale-matematico: carica e corrente si combinano in un
> quadrivettore. Giusto, ma io credo (e anche qui posso sbagliare!!) che
> Fabri invece puntasse alla fisica, e non al formalismo, facendo notare
> che i campi E e B provengono dalle stesse sorgenti.
Non ti sbagli.
> Dopotutto...parlare di corrente e' come parlare di una carica in
> moto...che e' come passare da un riferimento fermo ad uno in moto...e
> quindi...beh le conclusioni le avete ampiamente gia' descritte voi.
Ora lo spiego un po' piu' in dettaglio.
Supponiamo di conoscere la RR, la dinamica, la legge di trasformazione
delle forze.
Conosciamo inoltre l'elettrostatica, ossia sappiamo che una carica A
ferma nel nostro rif. produce un campo dato dalla legge di Coulomb, e
che una carica B (ferma o in moto rispetto ad A) sente un forza data
dall'espressione arcinota.
A questo punto consideriamo due cariche A e B, in moto relativo rett.
uniforme. Se ci mettiamo nel rif. di A, sappiamo tutto.
Se ci mettiamo in un rif. C che non e' ne' quello di A ne' quello di
B, sappiamo calcolare, via RR, la forza che deve sentire B.
Scopriamo allora che essa consiste di due termini:
- uno che _non dipende_ dalla vel. di B, e che quindi possiamo
interpretare come dovuto a un campo elettrico, osservabile nel rif. C,
e generato da A (che differisce, al secondo ordine nella vel.
relativa, da quello osservabile in A)
- un altro termine che invece _dipende linearmente dalla vel. di B_, e
che quindi e' un nuovo effetto: questo e' il *campo magnetico*.
Possiamo quindi prevedere teoricamente tutte le proprieta' del campo
magnetico, riconducendolo sempre alla sua origine: il fatto che nel
rif. C la sorgente del campo *si muove*.
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Elio Fabri
Dip. di Fisica - Univ. di Pisa
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Received on Tue Jun 29 2004 - 21:05:19 CEST
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