Re: Secondo Principio Termodinamico

From: rez <rez_at_rez.localhost>
Date: Mon, 23 Feb 2004 03:55:14 GMT

On Sun, 22 Feb 2004 16:02:17 GMT, Patrizio wrote:
>Il 22 Feb 2004, 01:44, rez <rez_at_rez.localhost> ha scritto:

>>L'enunciato e` di Planck e diventa chiaro se appena-appena
>>ti aggiungo "reale".

>Si', capisco cosa vuoi dire e un po' me ne preoccupavo
>anch'io; pero' se venissero "a galla" altri fenomeni
>quantistici macroscopici, tipo He superfluido, magari
>almeno il problema degli attriti potremmo considerarlo
>superabile; potrebbe nn essere sufficiente. Infatti, per
>tale espansione occorrera' cmq diminuire la p_esterna in
>maniera "quasi statica";

Ricordo ora che ne avevamo gia` accennato non molto tempo
fa, qui su isf, ma senza molto seguito.

Il fatto e` che Planck stesso dice che ha "combattuto
senza posa tutta la vita" per sradicare l'errore di
chiamare irreversibile un processo che non puo` aver
luogo nella direzione opposta.

D'altra parte per me, non essendo un fisico, queste
questioni mi interessano e le conosco solo come studio
dei sistemi continui in meccanica analitica. Qui se un
sistema e` a trasformazioni reversibili, lo e` per
ipotesi, come lo sono ad esempio i gas perfetti.
Pertanto in queste considerazioni sperimentali che fai
ti seguo a malapena e passivamente.

>se questa e' generata da una
>massa sopra il pistone, al massimo potremmo buttar via
>un atomo alla volta, inficiando la quasi staticita' e inoltre,
>a rigore, dovemmo dire che abbiamo una successione di
>microscopiche (nn e' il termine adatto, ma giusto per
>capirci) *adiabatiche* che andrebbero a combinarsi per
>dare una *isoterma discreta*, nn *continua*. Ora nn ho
>proprio tempo per fare qlc calcolo e vedere se, passan-
>do al lim per dp -----> 0, si riottengano gli stessi risultati
>per le variaz. di tutte le grandezze calcolate per l'isoter-
>ma *teorica*.

A questo riguardo [delle trasformazioni quasistatiche] poi
c'e` l'altra che Planck dice e cioe` che la reversibilita`
o irreversibilita` di un processo non dipende dal modo in
cui si sviluppa, ma solo dalla natura dello stato iniziale
e dello stato finale..

>>Ad esempio una situazione analoga, mutatis mutandis, si ha
>>in meccanica: i sistemi a vincoli privi di attrito non
>>esistono, cioe` sono solo uno schema teorico.
>>[questa analogia -un'analogia non fa mai male!- e` pero`
>>mia, ma credo e spero che renda bene l'idea:-)]

>Certo che rende, dovetti accorgermi, con sorpresa dal
>sapore un po' amaro, che nn c'e' continuita' di compor-
>tamento (uso termini alla meno peggio), nella carica di
>un condensatore attraverso una R (e un generat., ovv.),
>se R -----> 0 o se R = 0.

Non ti seguo bene neppure qui, ma tiro a indovinare: parli
di esperienze su superconduttori?

>>E per fortuna che Planck stesso dice che mentre
>>all'enunciato del -da lui stimatissimo- Clausius si puo`
>>ribattere e non capire, questo suo non ha bisogno di
>>nessun'altra aggiunta/spiegazione!

>Mi saro' espresso male e confusamente, ma sono nel
>bel mezzo di una correzione di scritti (120) e nn sono
>arrivato neanche a meta' (per martedi') :(( , per cui
>chiedo scusa, se possibile.

Ma no, che sono io che ti avevo preso.. per un liceale
alle prime armi e ho letto solo le prime righe del tuo
reply, tanto "sapevo gia` benissimo" cosa ci stava
scritto:-(

-- 
Ciao,		| Attenzione! campo "Reply-To:" alterato ;^)
Remigio Zedda	| E-mail: remigioz tiscali it
			-- Linux 2.4.22 su Slackware 9.1
Received on Mon Feb 23 2004 - 04:55:14 CET

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