Roberto ha scritto:
>> Con questo non voglio negare che le differenze di temperatura (e di
>> umidita') possano avere effetto, ma mi sembra difficile darne
>> un'espressione obiettiva e quantitativa.
>
> vorrei portare la discussione su questo punto... che io sappia (ma
> corregetemi) la temperatura non gioca alcun ruolo nella diffusione della
> luce, casomai nella rifrazione.
Ti segnalo l'ottima trattazione della diffusione di Rayleigh che trovi
sull'Elettrodinamica classica di Jackson (con la nota spiegazione del
colore azzurro del cielo e del rosso all'alba ed al tramonto).
Vi e' anche un interessante confronto fra i dati teorici calcolati per
un'atmosfera secca, pulita, isoterma e le osservazioni sperimentali
spettro-fotometriche.
Concordo con la risposta di Fabri: non vedo bene come si possano
discutere quantitativamente gli effetti di umidita', polveri ecc.,
che indubbiamente possono alterare la situazione.
Abito in una zona montana privilegiata per osservare albe e tramonti.
A tingersi vistosamente di rosa sono nevai e ghiacciai oppure nubi e
velature sparse nel cielo prevalentemente sereno.
Insomma, l'effetto e' particolarmente vistoso su superfici normalmente
bianche intensamente illuminate dal Sole basso sull'orizzonte, mentre
appare meno evidente nelle zone di cielo sereno o sul terreno.
IMO qui entra in gioco un aspetto fisiologico.
Per valutare la qualita' di una stampa fotografica a colori l'esperto
esamina soprattutto le zone bianche, dove un'eventuale dominante di
colore indesiderata salta all'occhio in modo molto piu' evidente che
nelle zone di colorazione non neutra.
La spiegazione fisica di Rayleigh giustifica pienamente la distribuzione
spettrale della luce solare incidente all'alba-tramonto, qualche nube
sparsa nel cielo rende la colorazione dominante evidente alla nostra
vista, pur non essendo di per se' all'origine fisica del fenomeno.
Vale anche la pena di notare che durante il raffreddamento notturno i
fenomeni di condensazione avvengono prevalentemente in prossimita' del
suolo (rugiada, nebbia), mentre l'insolazione diurna tende a produrre
convezione termica e condensazione in quota (cumuli), giustificando
cosi' il frequente verificarsi di tramonti spettacolari.
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Elio Proietti
Debian GNU/Linux
Received on Thu Jan 29 2004 - 22:08:28 CET