Vorrei rispondere anzitutto a Valter, perche' quello che ha detto mi ha
colpito molto. Quando parli di "senso fisico" nel metodo che si dovrebbe
avere nela ricerca, hai dato corpo a quello che secondo me e' il punto
principale: dal mio piccolo, io vedo la fisica, come la matematica, non solo
come una scienza, ma anche come un'arte. Entrambe le materie hanno
un'estetica (chi non ha mai detto che una dimostrazione era bella/brutta??)
ed in entrambe i maggiori progressi sono stati fatti seguendo strade che sul
momento potevano sembrare improbabili, illogiche, se non addirittura in
tempi piu' antichi vietate. Quello che voglio dire e' che queste non sono
discipline il cui progresso e' regolato da leggi lineari in funzione del
tempo. Non ci si puo' aspettare un continuo ricambio generazionale tra i
Dirac, i Persico e i Wick...
Inoltre, la fisica teorica e sperimentale hanno tempi di gestazione diversi,
e non si puo' pretendere che l'una sia sempre pronta a giustificare o
verificare i risultati dell'altra.
Aggiungo una nota di carattere personale; io sono un tesista nel gruppo di
Torino che si occupa di Alice. Ho potuto quindi "assaporare" il senso di
aspettativa che la comunita' scientifica prova verso gli esperimenti di LHC.
Personalmente, quando schiacceranno il tasto ON spero che quello che si
vedra' saranno gli indizi di qualcosa di completamente diverso dal QGP o dal
bosone di Higgs, o che non si veda niente di immediatamente interpretabile.
Sarebbe molto piu' divertente...
Mario
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Received on Fri Nov 21 2003 - 10:56:06 CET