Re: diffrazione da elettroni
Nell'articolo <b9Lqb.429954$R32.14238659_at_news2.tin.it>
Alex ha scritto:
> Non ho ben capito una cosa: su cosa basi quanto affermi sopra? E' una
> recente evidenza sperimentale? No, perch� io ero rimasto alle cose che
> affermavano Penrose, Polkinghorne, ecc, ossia che anche un solo
> elettrone avrebbe dato origine alla figura d'interfrenza.
Scusa, ma come potrebbe un "singolo puntino" disegnare una figura di
interferenza?
Ci sar� un "tic" e apparir� un puntino bianco su uno sfondo nero (i colori
ed i rumori ce li metto per aggiungere gli effetti speciali). E dove sarebbe
la figura di interferenza?
> Citando Penrose:
>
> "Riducendo sufficientemente l'intensit� complessiva della luce ci si
> pu� infatti assicurare che non passi in prossimit� delle fenditure
> pi� di un fotone alla volta. Il fenomeno dell'interferenza
> distruttiva [cut] � un fenomeno che si applica a singoli fotoni"
>
> Pi� avanti sottolinea come l'interferenza non sia affatto legata alla
> "statistica", ma alla singola particella. Poi spiega come
> l'osservazione modifichi l'esperimento, annullando la figura di
> interferenza, con l'adozione di un rivelatore di particelle che ci
> dica da quale fenditura il fotone o l'elettrone siano passati!
S�, per� in tutto ci� che hai citato Penrose non dice che il singolo
elettrone, come affermi tu, d� <<origine alla figura di interferenza>>. Dice
solo che la interferenza � legata/applicabile al singolo elettrone.
Infatti se dopo aver effettuato il "conteggio" degli elettroni (a
"posteriori" quindi) tu calcoli la frequenza relativa con cui le varie parti
del rilevatore sono state colpite, e "interpreti" quella frequenza relativa
come "probabilit�" che i singoli elettroni colpiscano certe aree del
rilevatore, allora devi concludere che in presenza di pi� fenditure la
distribuzione di probabilit� *per ogni singolo elettrone* ha delle "righe
nere" (= una serie di massimi e minimi).
Come ho appena (implicitamente) finito di dire, a rigore gi� qui tu sei
passato dai "fatti" ad una prima "interpretazione". Infatti tutto ci� che tu
puoi fenomenicamente osservare sono dei "conteggi". Tu non osservi
direttamente una probablit�, ma "conti elettroni". Poi osservi che la
frequenza relativa di ogni punto ha un comportamento asintotico nel tempo (=
la figura di interferenza disegnata da un milione di elettroni � con buona
approssimazione la stessa disegnata da un milione e mezzo di elettroni, a
parte la "densit�") e di qui concludi che ad ogni singolo impatto puoi
associare una "probabilit�", appunto come limite della frequenza relativa
quando il numero delle "prove ripetute" tende all'"infinito".
E' nel passaggio conteggio > probabilit� che le propriet� dell'insieme vengo
trasferite al singolo, ed � cos� che la "interferenza" diviene un concetto
"legato" ad ogni singolo elettrone. Ma questo non significa affatto che un
singolo elettrone possa produrre una <<figura di interferenza>>, perch�
sarebbe come dire di poter disegnare la Cappella Sistina con una singola
pennellata! :-)
Spero di essermi spiegato e di non aver detto troppe fesserie.
Ciao,
Davide
Received on Fri Nov 07 2003 - 13:27:21 CET
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