On 31/01/2021 13:14, Giorgio Pastore wrote:
>
> In termodinamica coesistono due definizioni di calore almeno dall'inizio
> del XX secolo. La più antica, basata sulla calorimetria del XIX secolo,
> si basa sull'idea che il calore viene scambiato solo in presenza di
> differenze di temperatura tra sistema e ambiente.
>
> La seconda, più recente, fu introdotta poco più di 100 anni fa da
> Caratheodory e ripresa da Born e Planck ed è presente in molti buoni
> testi contemporanei di termodinamica. In questo caso si parte
> dall'introduzione del concetto di parete adiabatica definita dalla
> condizione che per sistemi racchiusi in questo tipo di parete, il lavoro
> richiesto per andare dallo stato A a B (o viceversa) (L_ad(AB)) è
> indipendente dal cammino. In tal modo si introduce l'energia interna
> come funzione di stato attraverso Delta U(AB)=U(B)-U(A)=L(AB).
> Una volta che abbiamo l'energia interna, se la trasformazione non
> avviene in condizioni di isolamento mediante pareti adiabatiche, e
> quindi il lavoro L(AB) dipende dal cammino, *definiamo* calore scambiato
>
> Q(AB)= Delta U(AB) - L(AB)
Non ho capito molto della seconda definizione. Vengo da una
"scuola di pensiero" ove il calore e' quel tipo di energia
che entra/esce da un sistma termodinamico senza potere essere
descritto come lavoro termodinamico oppure senza che vi sia
trasferimento di materia. Troppo generico ?
Received on Thu Feb 04 2021 - 16:58:50 CET
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