Re: Watt e VA

From: Francinelli Andrea <andrea.francinelli_at_ieee.org>
Date: Fri, 18 Apr 2003 09:06:17 +0000 (UTC)

"Franco" <inewd_at_hotmail.com> wrote in message
news:3E9F1B6D.5020004_at_hotmail.com

> Dal punto di vista metrologico l'unita` di misura della potenza reattiva
> e della potenza apparente e` sempre il watt.

Guarda, io sono d'accordo che e' un errore. E ti diro'
che questo non e' nemmeno uno dei piu' gravi: in fondo
sui tratta solo della ridenominazione di alcune unita'
di misura per evidenziare alcune componenti della
potenza, la cui distinzione e' puramente _di comodo_.
Questo e' stato fatto (giustamente) notare da Elio,
da te, da altri...

In altre discipline ingegneristiche errori ne trovi a
palate, e forse piu' gravi, perche' magari sono di
concetto (adesso non mi vengono esempi ma quando ero
studente ero piu' critico e ne scovavo un discreto
numero).

Anzi no... forse me ne viene uno che resta giusto
in tema. Il cos(phi) di cui si parla e' qualcosa di
molto piu' che il semplice sfasamento,
ma un concetto molto piu' generale. Conosci
sicuramente il libro di Erikson (perche' ne
abbiamo parlato spesso - ma qualsiasi libro di
elettronica di potenza un po' recente riporta
tutta la questione) e il legame del cos(phi)
col THD. Insomma, ci vuole piu' che un semplice
condensatore (sfasatore puro) per mettere in fase
certi circuiti (la quasi totalita' degli apparecchi
elettronici)...

Dal punto di vista della definizione
rigorosa il cos(phi) puo' essere visto come qualcosa
di puramente indipendente da: potenza e segnali
sinusoidali. Eppure il cos(phi) viene nella
maggior parte dei casi definito in relazione
a potenza e/o segnali sinusoidali.
Che e' un errore (e di concetto).

(ho preso questo esempio perche' Elio fa
questo uso del cos(phi) nel suo post: cos(phi)
come sfasamento)

Perche' cio? Tutti stupidi questi ingegneri?
E' stupido Elio?

No. Semplicemente perche' storicamente si e'
usato sempre in questioni di potenza in cui
erano coinvolti segnali sinusoidali puri e
in quel contesto la definizione di cos(phi)
e' perfettamente lecita e logica.

Incidentalmente ho fatto anche io un "errore":
ho detto fino ad ora cos(phi) intendendo fattore
di potenza (che in questo contesto non e' ovviamente
vero...). Questo solo per mostrare come quando si
parla tra ing. e' comune usare termini impropri,
avendo in mente quelli veri e propri...

Sicuramente il rischio di generare confusione
per chi segue il discorso dall'esterno esiste,
ed e' per questo che la domanda nel post iniziale
trova piena giustificazione (qual e' la differenza
tra Watt e Voltampere...?)

Questo solo per dire che affermare "sic et simpliciter"
che questi modi di fare sono venuti fuori perche' gli ing.
sono dei "balordi" (il messaggio subliminale alla fine e'
questo) mi sembra riduttivo e poco intelligente.

Forse il problema e' solo culturale (vedi sotto).



> Peraltro non e` che i fisici siano esenti da peccati: devono ancora
> farsi perdonare due (o piu`) sistemi cgs :-)

:-)). Infatti e non solo quello... Per quello che mi
riguarda pero', io (a differenza di altri) non mi sognerei
mai di pensare che cio' sia dovuto a balordaggine dei fisici.

Posso azzardare qualche spiegazione (senza pretesa di
verita').

Come esiste una "storia del pensiero scientifico", esiste una
"storia del pensiero tecnologico", forse non scritta ma e'
certamente quella che ha portato all'uso non corretto di
molti concetti. Come accennavo fugacemente sopra, uno dei
motivi che a mio avviso portano a queste "balordaggini" sono
puramente di comodita'.

Spesso gli ingegneri si trovano a dover lavore in
condizioni diverse e con vincoli diversi da quelli
di un fisico. (ricordo tra l'altro: vincoli temporali,
vincoli economici, vincoli normativi e di sicurezza,
vincoli di affidabilita',...)

Tutto questo ha portato alla creazione di un "gergo
ingegneristico" (chiamiamolo cosi') che considerare
al di fuori di un determinato contesto e' sicuramente
non corretto, ma inquadrato nel determinato ambito
(di cui sopra) assume piena logica.

Detto in soldoni, riprendendo ii tuo esempio, quando
due ing parlano di un trasformatore da 200VA, credo
che sappiano benissimo di quello di cui parlano.
Usano un linguaggio forse errato, ma convenzionale,
che ha il vantaggio di focalizzare subito un determinato
soggetto. E' per l'appunto un "gergo", va considerato
come tale. Fa un errore l'ingegnere quando cerca di
utilizzarlo fuori dal contesto (come nel caso di VA
utilizzato come unita' di misura); compie lo stesso
errore il fisico quando pensa che gli ingegneri lo usino
sempre e sistematicamente fuori contesto.

E' forse errato andare in farmacia e chiedere
dell'aspirina o dell'Aulin? Certamente, perche'
a rigore dovrei chiedere dell'acido acetilsalicilico
o del nimesulide. Che facciamo allora? Rendiamo
obbligatoria la laurea in chimica alle vecchiette?

Un po' di elasticita' mentale (anche da parte degli
amici fisici) ci vuole!

Andrea.

(PS: rispondi eventualmente in mail che non seguo piu' il NG.
Rispondo in pubblico solo con questo msg perche' contiene
delle considerazioni generali che ritengo corrette e che
possono far riflettere qualcuno. Per il resto considero
il discorso personalmente chiuso).

(PPS: scusa se c'e' qualche errore, vado di fretta e non
ho tempo di rileggere e limare)


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Received on Fri Apr 18 2003 - 11:06:17 CEST

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