Re: Vecchie discussioni e un consiglio

From: Giorgio Pastore <pastgio_at_units.it>
Date: Sun, 23 May 2021 13:47:48 +0200

Il 23/05/21 11:05, Elio Fabri ha scritto:
....
> Giorgio Pastore ha scritto:
> > ...
> > La ragione è semplice: la poca chiarezza circa il ruolo giocato
> > dalla definizione di forza. La forza non viene nominata, è vero. Ma
> > basta chiedersi "perché si deve parlare di corpi sufficientemente
> > lontani dagli altri?" per capire che la forza, c'è ma è stata
> > nascosta sotto il tappeto di un'ipotesi non esplicitata secondo cui
> > le forze diminuiscono all'aumentare della distanza tra corpi. Ma
> > appena si parla di forze, si torna nel circolo vizioso tra
> > definizione di sistema inerziale e definizione di forza.
> Come forse potete immaginare, io la vadrei in modo un po' diverso.
>
> Primo: non è necessario sottintentere la forza per motivare
> l'enunciato del "suff. lontani".
> Si tratta di un fatto empiricamente verificabile: se i corpi sono
> vicini i loro moti s'influenzano, e si verfica che l'influenza (leggi
> ad es. deviazione del rettilineo) diminuisce al crescere della
> distanza.
> Tra l'altro potremmo anche temere che la distanza non basti.
> Se per es. mettessimo su un esperimento in cui il moto di un corpo è
> influenzato dalla radiazione di fondo, non ci sarebbe che tenga.
> Però la radiazione potremmo schermarla.
> In qualche occasione ho scritto che si tratta delle normali
> precauzioni che un fisico sperimentale deve prendere: non c'è niente
> di strano né di miaterioso.

Niente di strano o misterioso. Però di obiezioni al "sufficientemente
lontani ce n'è più di una":

- anche dire che è un fatto empiricamente verificabile che l'influenza
reciproca diminuisce con la distanza non sposta di molto l'obiezione:
che la si chiami "forza", "interazione", "influenza", dal mio punto di
vista cambia molto poco: stiamo facendo un' ipotesi su qualcosa che
anche se non volgiamo chiamare "forza", alla fine sarà una forza.

- posso accettare che un secolo fa si potesse dare per scontatao che le
forze (interazioni, influeze) diminuissero con la distanza. Oggi suona
un po' schizofrenico partire da un'ipotesi del genere per poi ammettere
che il confinamento dei quark è dovuto a interazioni che aumentano con
la distanza e per questo non osserveremo mai un quark libero. Certo, si
può sempre argomentare che la meccaca classica ha a che fare con forze
diverse dalle interazioni tra quark. Ma non lo trovo bellissimo.

- un altro punto delicato è sulla "osservabilità sperimentale" del
diminuire dell'influenza con la distanza. Presuppone infatti che si sia
in grado di identificare i corpi "distanti". Questo pone secondo me due
problemi:
i) in un ondo "nebbioso" sarebbe quindi impossibile arrivare ad una
formulazione della meccanica?

ii) e se il corpo che "influenza" non lo troviamo? Discorso non
completamente astratto nel momento in cui dopo decenni non abbiamo
ancora identificato il substrato fisico della materia oscura.

Penso che una rivisitazione *oggi* dei principi della dinamica richieda
di tener conto forse più di queste obiezioni che della critica di Mach a
Newton.

Giorgio




>
> Aggiungerei un altro aspetto.
> Non mi preoccupo neppure dei circoli viziosi.
> Questo mi ha ricordato quando venne introdotto in Italia il PSSC
> (quasi 60 anni fa).
> C'erano forti critiche da parte di fisici di primo piano. Mi ricordo
> Edoardo Amaldi che criticava gli esperimenti sul secondo principio
> fatti con elastici e carrelli, osservando che non li si poteva
> spiegare senza il terzo principio.
> Queste critiche furono la motivazione per il mio articolo sul "rigore
> logico" che ho già segnalato l'altro ieri; quindi non mi ripeto.
Received on Sun May 23 2021 - 13:47:48 CEST

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