Re: E logico non fare ricerca?

From: Elio Fabri <mc8827_at_mclink.it>
Date: Tue, 18 Feb 2003 20:49:14 +0100

Vediamo dunque di riassumere: colui che si firma Sab (guarda caso, a
differenza di tutti quelli che a suo dire "ci mangiano sopra", e che
hanno dichiarato nome e cognome) ha esordito con un discorso circa
l'opportunita' di mettere da parte la ricerca, o forse "certa" ricerca.
Alle reazioni che ne sono seguite, ha dichiarato che era stato
frainteso.
Per cominciare, io direi che se uno viene cosi' ampiamente frainteso,
come minimo dovrebbe ammettere di non essersi saputo spiegare...
Poi ha aggiunto una spiegazione:
> La mia non era una proposta ma solo una rilflessione e comunque non parlavo
> di buttare nel fuoco tutti i libri e la formazione ma solo della ricerca piu'
> complessa.
> Siccome la ricerca costa e richiede progettualita' anche politica a lungo
> termine, se la si deve fare in maniera arrangiata e approssimativa non e' una
> follia delegarla a chi ha piu' mezzi, ma solo una scelta, se pur dolorosa,
> che in certe circostanze puo' essere opportuna.
Qui direi che Sab mostra di non sapere bene come funziona la ricerca nel
mondo, non solo in Italia.
Intanto, quella che oggi si sente minacciata non e' affatto la parte
piu' costosa della ricerca, forse il contrario: per es. nessuno a
livello governativo ha messo in discussione l'INFN. Da un lato posso
esserne felice, dall'altro mi viene il dubbio che ci sia lo zampino di
Zichichi (e che questa sia una ragione per cui Z. e' piu' o meno un
intoccabile...).

Ma parlando piu' in generale, e restando nell'ambito della fisica, che
e' quello che conosco, la ricerca piu' costosa (per es. quella delle
alte energie, che richiede macchine enormi ed esperimenti di incredibile
complessita', o quella astrofisica, che abbisogna di grossi strumenti,
satelliti, ecc.) sono tutte imprese internazionali. Almeno europee,
quando non a livello mondiale.
Chi proponesse seriamente di abbandonare tali ricerche, dovrebbe
spiegare perche' Paesi di livello economico confrontabile col nostro
possono impegnarcisi, e noi no. Sto parlando, per restare qua vicino, di
Francia e Inghilterra, non certo di USA o Giappone...

Ma dopo questo intervento che potrei definire ragionevole, anche se non
lo condivido, Sab e' stato punto da una vespa ed e' partito in un
discorso che forse svela il suo pensiero piu' profondo. Niente di nuovo,
purtroppo, e forse Valter ha perfino fatto male a risentirsi, anche se
lo capisco.
Tanto lo capisco che prima di leggere il suo intervento ero stato
tentato di parlare di me (della mia storia) o di mia figlia (gia',
proprio: mia figlia lavora in un campo che non ha nessun rapporto col
mio, e - nel bene e nel male - fa e fara' una carriera in cui io non
sono entrato in nessunissima misura, che Sab lo creda o no).
Ma poi ho pensato che e' inutile:
> Quelli che conosco io sono figli, nipoti, generi, fratelli di titolari di
> cattedra e al concorso c'era il papa', lo zio o uno stretto amico di questi.
Questa e' la "vox populi", e non la scalfiremo con qualche esempio in
contrario.

Si potrebbe anche chiedere al nostro Sab in che settore operano questi
raccomandati disua conoscenza (ammesso che esistano davvero) e non
sarebbe inutile, perche' il mondo dell'universita' e della ricerca non
e' affatto omogeneo, in tutti i sensi, incluso quello della moralita'.
Non perche' nei nostri Dip. circolino degli angeli in vesti umane, ma
credo che le differenze rispetto ad altri ambienti ci siano. Senza
contare che anche in altri ambienti credo che sia del tutto scorretto
fare di ogni erba un fascio.
Ma invece questa e' la moda corrente. E mi viene tanto da pensare che un
tale atteggiamento sia fortemente rinforzato, anche se non causato
esclusivamente, dal vantaggio consolatorio che ne ricavano tutti gli
asini e i mediocri: "se io non trovo posto, se non vinco il concorso, e'
perche' sono tutti figli di papa' raccomandati".
Fino ad arrivare alla "logica" conclusione: "non serve a niente studiare
e darsi da fare, perche' tanto...".
E cosi' si evitano spiacevoli confronti, ci si sente esentati da impegni
faticosi, ecc.
Insomma, una versione moderna e peggiorata del "nondum matura est" :)
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Elio Fabri
Dip. di Fisica "E. Fermi"
Universita' di Pisa
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Received on Tue Feb 18 2003 - 20:49:14 CET

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