In article <2425.148T443T11614072paolrus_at_libero.it>, paolrus_at_libero.it
says...
> [stefjnoskynov:]
> >Nella fisica classica il tempo � definito da uno scandire di un fenomeno
> >ripetitivo, la nostra osservazione di tale fenomeno dipende
> >essenzialmente dal tempo che impiega la luce per giungere ai nostri
> >occhi. Cos� un determinato fenomeno accadr� prima o dopo di un altro a
> >seconda che sia pi� o meno lontano da noi, in pi� se io mi allontano con
> >velocit� v dalla "sorgente del fenomeno" la luce dovr� impiegare sempre
> >pi� tempo per arrivare ai nostri occhi a seconda della distanza che mano
> >mano raggiungo in ogni instante.
>
> Non ci siamo. In relativita` puoi ricevere informazioni su
> oggetti lontani usando raggi di luce, ma e` sottinteso (forse
> *troppo* sottinteso :-)) che devi calcolare e sottrarre i
> tempi di transito dei segnali luminosi,
certo, perch� non ci siamo?
Quando io calcolo e sottraggo il tempo impiegato dalla luce per giungere
ai nostri occhi io non faccio altro che una traslazione temporale.
A mio avviso si parecchia confunsione quando si parla di relativit�
perch� con la parola tempo si intendono tante cose diverse.
Forse con queste altre parole mi spiego meglio:
ci sono due visioni distinte dell'universo: quella secondo cui esso �
spazio vuoto, all'interno di questo spazio dio ha messo degli oggettini
che noi chiamiamo materia e l'interazione della materia � scandito da un
tempo universale (tempo classico). Poi c'� un'altra concezione (almeno
credo) secondo cui l'universo � tutto ci� che � percettibile (o anche
solo idealmente percettibile) dall'uomo. Se lo strumento che si usa per
vedere l'universo � la luce ed ha velocit� c ovviamente io non potr�
osservare qualcosa che viaggia pi� veloce della luce. Quindi, secondo la
seconda definizione di universo niente al suo interno pu� viaggire pi�
veloce della luce. Ho scritto pi� o meno le stesse cose in maniera ancora
una volta differente perch� in questi casi le parole spesso sono troppo
vaghe per essere comprese subito.
Torniamo ai nostri ragionamenti sui tempi classici e relativistici.
Quando dico "la luce impiega pi� tempo per giungere a noi" io qui mi
riferisco ad un ipotetico tempo classico, universale, che possiamo solo
immaginare ma non misurare, quel che possiamo misurare � il tempo
relativistico. Infine possiamo, attraverso la matematica, dedurre qual'�
il tempo in un posto lontano in moto o non.
In conclusio azzarderei l'ipotesi che per spiegare la relativit� occorre
mettere bene in chiaro queste due distinte visioni dell'universo e
specificare ogni volta di che genere di tempo si sta parlando.
assumendo che
> viaggino a velocita` c rispetto a te (cosa che in effetti
> fanno, come puoi verificare sperimentalmente). Per sapere che
> distanza hanno percorso puoi benissimo pensare di spargere
> nello spazio una fitta griglia 3D di cartellini con sopra
> scritte le coordinate nel tuo sistema di riferimento; i
> segnali luminosi che ti vengono inviati possono includere i
> valori delle coordinate della sorgente (all'atto
> dell'emissione) tratte dai cartellini. Quindi diciamo pure
> che, almeno nella relativita` ristretta, la stima delle
> distanze (e quindi dei tempi di transito da sottrarre)
> all'interno di un certo sistema di riferimento non e` un
> problema fondamentale; la teoria non si regge su alcuna
> presunta impossibilita` di tenere conto di questi tempi di
> transito
Cacchio, non volevo dire questo :-(
(e` invece fondamentale che questi tempi risultino
> diversi se misurati in un altro riferimento e che non sia
> possibile aggirare la cosa ricorrendo a comunicazioni
> istantanee).
Io sono d'accordo
Cio` che e` importante, per la coerenza interna
> della relativita`, e` che non sia possibile la comunicazione
> a velocita` >c: per questo negli esempi si parla di usare
> raggi di luce, che sono il modo piu' semplice. Potrebbero
> anche usare sputi negli occhi; basta che l'informazione
> viaggi su qualcosa che obbedisce alle leggi fisiche tra cui
> le trasformazioni di Lorentz. Dato che e`�particolarmente
> facile trasformare la velocita` della luce (che rimane sempre
> uguale), di solito si usa quella negli esempi.
qui non sono pi� daccordo, fondamentalmente si usa la velocit� della luce
(a mio avviso) perch� la luce � lo strumento pi� veloce che si conosce.
Potrei utilizzare anche la velocit� del suono per fare una relativit�,
questa sarebbe anch'essa valida ma si troverebbe a poter studiare in un
"universo" pi� ristretto. Se noi assumiamo la velocit� del suono costante
a questo punto dovremo sincronizzare gli orologgi in base al tempo
impiegato dal suono ad arrivare alle nostre orecchie, e non potremmo
studiare oggetti che viaggiano pi� velocemente del suono.
In definitiva la velocit� della luce rappresenta un limite oltre il quale
non si pu� indagare perch� semplicemente non disponiamo dei mezzi.
>
> Insomma le trasformazioni di Lorentz sono piu' reali di
> quanto credo tu immagini; non saltano fuori solo perche' si
> adottano strane definizioni di spazio e tempo, ci sono
> davvero.
>
> Ciao
> Paolo Russo
>
--
<<<stefjnoskynov reminds to alls: death to the spam and to all
spammers!>>>
Received on Sun Jan 19 2003 - 12:28:50 CET