Re: Perchè l'elettrone non cade sul nucleo?
Caro Davide,
capisco perfettamente il tuo disorientamento sulla MQ. Vorrei prendere
spunto dal tuo post per provare a fare un discorso un po' complesso
perche' cerca ti toccare fronti diversi collegati al problema
"comprensione della MQ".
Il tuo disorientamento, anche come studente del quarto anno non mi
sorprende. Penso che ci sono passati tutti quelli che l' hanno studiata
(anche i grandi, come citava Elio Fabri).
Tuttavia non mi sentirei neanche di sottoscrivere al 100% quello che
scrive Valter. C'e' poco da fare: dopo che l'hai studiata, capita,
digerita, ri-studiata, ri-capita e ri-digerita, trovi sempre che c'e'
qualcosa che non non avevi ancora capito. Ma questo succede con ogni
disciplina. Si' ma non si tratta solo del progredire della comprensione
soggettiva della materia. Altrimenti potrei fare lo stesso discorso per
la meccanica classica. C'e' anche qualcosa che non combacia
perfettamente. Non con l' intuizione di tutti i giorni. A quella e'
meglio dare addio (giustamente) appena si comincia ad entrare al livello
atomico. Piuttosto a livelli via via piu' specialistici e complessi.
Sara' l' interpretazione, la descrizione del processo di misura, la non
localita', la teoria relativistica dei campi, la gravita' quantistica...
Insomma, attenzione, questo e' un segnale che la MQ, pur essendo la
nostra migliore teoria fondamentale, non e' garantito che sia *l'
ultima teoria*.
Questo naturalmente non deve essere l' alibi per rifiutarsi di
comprendere la teoria nella formulazione attuale. Anzi. Solo gli
sciocchi possono pensare di superare qualcosa senza averla capita. Ed
in ogni caso, a livello applicativo semplicemente non possiamo farne a meno.
Come si arriva ad una comprensione sufficientemente completa della MQ?
Come dici tu. Aggiungendo allo studio della teoria esperienza sulle
tante applicazioni, meditazione ( ma non troppa, altrimenti si rischia
di scadere nella cattiva filosofia :-)), magari leggendo qualcosa sullo
sviluppo storico della MQ (ma non le storielle romanzate, piuttosto
provando a seguire le tappe principali del suo sviluppo negli articoli
originali), facendo esercizi numerici, e reiterando tutto questo piu' volte.
Ovviamente questo richiede tempo. E qui, una volta di piu' capisco il
tuo disorientamento. Evidentemente c'e' al contrario poco tempo in 1-2
anni per arrivare ad un livello anche minimo di digestione, soprattutto
con l' attuale sfoltimento dei curricula di Fisica. Qui credo che
occorrerebbe lavorare su due fronti molto importanti dal punto di vista
della didattica universitaria:
da una parte, e' evidente che non si puo' aumentare il tempo riservato
alla MQ finche' si dovra' appena recuperare ( o costituire) un livello
decente di comprensione della fisica classica nei primi due anni;
dall' altra, cosi' come ci sono voluti molti anni per considerare la MQ
come parte integrante del curriculum fondamentale, cosi' ci vorranno
ancora piu' anni prima che ci si renda conto che occorrerebbe
sperimentare approcci diversi alla didattica della MQ. Indendiamoci, non
e' un problema di cui qualcuno ha gia' la soluzione. Tuttavia mi sembra
di notare una diffusa mancanza di coscienza del problema nel mondo
accademico italiano.
Coraggio quindi e tieni presente che anche confrontarsi con altre
persone, magari in un NG, puo' aiutare a capire qualcosa di piu'.
Almeno, a me succede.
Giorgio
Received on Sat Apr 27 2002 - 23:26:45 CEST
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