Re: Principio di equivalenza

From: Luciano Buggio <buggiol_at_libero.it>
Date: Sun, 21 Apr 2002 13:55:11 +0000 (UTC)

"Valter Moretti" <moretti_at_science.unitn.it> wrote in message
news:3CC25FE5.7030307_at_science.unitn.it...

>
>
> Luciano Buggio wrote:
>
> > "Elio Fabri" <mc8827_at_mclink.it> wrote in message
> > news:3CBC6F98.5D6B4CEF_at_mclink.it...
> >
> > (snip)
> >
> >>il principio di equivalenza...
> >>Dice che a tutti gli effetti non puoi distinguere un'accelerazione da un
> >>campo gravitazionale.
> >>
> > (snip)
> > Scusate se generalizzo (prescindo cio� dal problema qui in discussione
> > del disco rotante)
> > Secondo me � possibile capire se si � in una capsula in moto
> > uniformementee
> > accelerato o fermi in un campo gravitazionale. Nel secondo caso c'� un
> > effetto mareale (se il campo � del tipo 1/r^2, se cio� g non � costante,
> > ma varia con la distanza), che non c'� nel primo, dove l'accelerazione
> > a
> > � costante.
> > Basta sospendere una molla al soffitto...
> > Ciao
> > Luciano Buggio.
>
> Ciao, infatti il principio di equivalenza, in termini
> fisici, dice che per regioni spaziali sufficientemente
> piccole (ma non puntuali) e per intervalli di tempo
> sufficientemente brevi (ma non nulli) e` possibile annullare
> un campo gravitazionale scegliendo un riferimento opportuno.
(snip)
L'approssimazione di cui soprattutto nel seguito tu parli pu� essere gi�
nella dimensione della capsula, immaginata per il classico esperimento
mentale dell'ascensore, ove una distanza spaziale, posta la trascurabile
variazione di g da pavimento a soffitto, �, credo, fatte le debite
proporzioni, un intorno praticamente quasi nullo di un punto, e nessuno
si sognerebbe di rilevare in pratica differenze di estensione della
molla.
Inolttre non credo di aver capito bene la tua spiegazione.
Per quanto piccolo, un intorno � sempre una quantit� non nulla, come tu
sottolienei, ed allora non vedo come si "possa decidere" che da un
estremo all'altro di tale piccolo intervallo g sia costante. Vuoi forse
dire che riduci il continuo alla successione d una serie di intervallini
rettangolari discreti?
Nei cosidetti esprimenti mentali (che sono trattazioni teoriche allo
stato puro) non credo sia legittimo usare concetti come quello di
"approssimazione", "trascurabilit�", "intorno sufficientemente
piccolo": se c'� vioazione, questa sopravvive a qualsivoglia riduzione
della quantit�.
Mi viene in mente quella ragazza madre che si giustificava dicendo che
in fin dei conti il bambino era molto piccolo.
Einstein era fiero di questa sua intuizione dell'ascensore: in seguito
scrisse che sperava in un'"illuminazione" di questo tipo per il
problema della Grande Unificazione che lo torment� fino alla morte.
Ti risulta che si sia posto per l'ascensore fermo in campo
gravitazioanle o in moto uniformemente accelerato il problema
dell'effetto mareale come cartina di tornasole? O le precisazioni che tu
fai sono successive a lui?
Resta un fatto, per�, se � vero quel che tu dici.
La faccenda dell'astronauta che non sa... eccetera, dell'uomo
nell'ascensore ...eccetera, che si trova in tutti i libri, e non solo
divulgativi, senza un accenno a quanto tu dici, � allora una bufala?
Ti prego allora di dirmi perch� si continua a spacciarla ed a dire (con
Fabri):
*a tutti gli effetti* non puoi distinguere un'accelerazioen da un campo
gravitazionale.
Ciao.
Luciano Buggio
http://www.scuoladifisica.it


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Received on Sun Apr 21 2002 - 15:55:11 CEST

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