Re: RG - chiarimenti su caduta libera

From: Elio Fabri <elio.fabri_at_fastwebnet.it>
Date: Fri, 11 Feb 2022 15:10:38 +0100

Luca M. ha scritto:
> Se mi permette un'ultima cosa, inerente alla fisica ma in modo
> "tangenziale", vorrei cogliere l'occasione unica di poter fare una
> domanda generica ad una persona profonda conoscitrice della RG, mi
> perdoni ma vivo in un triste paesino del nord e parlarne col barista
> non è edificante :)
Ho deciso di provare a risponderti, anche se non è semplice, perché
hai posto la domanda in un modo simpatico.
Non perché mi definisci "persona profonda conoscitrice della RG":
posso apparire tale solo nel ristretto ambito di questo NG, dove le
persone che capiscano qualcosa di RG non abbondano.
Ma se osassi presentarmi come esperto di RG dove ci sono i veri
esperti, mi riderebbero dietro.

(Tra parentesi, una cosa che volevo dirti da un po': qui nei NG si usa
darsi del tu, indip. da titoli, età, ecc. Quindi per favore lascia
stare il "lei", che mi mette un po' a disagio.)

> Un Fisico come lei, cosa si aspetta che venga "scoperto" nei
> prossimi 50 anni? in cuor suo, come si augura che evolva la fisica?
> ha un sogno? tutti abbiamo sogni (che so, il teletrasporto?) ma i
> suoi saranno sicuramente più concreti e giustificati.
La prima e la seconda domanda in un certo senso si fondono.
Comincio dicendoti che non sono sodddisfatto di come si è evoluta la
fisica, e non da oggi.
Pensa che cominciai a parlarne con un collega (che poi ho perso di
vista e non so neppure se sia ancora vivo) oltre 60 anni fa.
Vi ho fatto un cenno in un post che forse non hai letto, il 4 c.m.,
parlando di una discussione con Giorgio Salvini (nessuna parentela con
Matteo, voglio sperare).

C'è stata un'esplosione, sia quantitativa (numero di ricercatori) sia
qualitativa (complessità delle teorie e degli esperimenti) a partire
dalla fine della seconda guerra mondiale.
Non voglio dire che questo non abbia prodotto risultati, ma io
continuo a credere che quando nasce un problema nuovo, un fatto
sperimentale imprevisto (quella che ora è di moda chiamare "nuova
fisica") la strada non possa essere sempre e solo modificare
(complicandole) le teorie esistenti, progettare acceleratori o altri
strumenti sempre più complessi e costosi.
Solo che la possibilr alternativa (fermarsi a pensare, ragionare coi
colleghi) ha una controindicazione: non si presta a "pubblicare".
Conosci il detto "publish o perish"?

Al tempo stesso, sono convinto che i cambiamenti veramente
rivoluzionari siano avvenuti attorno a un secolo fa e più: a star
larghi, nei primi 30 anni del secolo scorso.
In un certo senso posso dire di essere stato sfortunato: quando sono
nato, nel 1930, il più era stato fatto.
Un altro modo di vedere la cosa è chiedersi chi siano stati i maggiori
fisici dopo il 1900. A parte Einstein, che per me rimane insuperato,
faccio altri pochi nomi: Heisenberg, Dirac, Fermi.
Potrei aggiungerne altri, ma poi non saprei dove fermarmi.
E non è un caso se ho nominato solo teorici (con l'eccezione di Fermi,
che è stato grande anche come sperimentale). Questo dipende
sicuramente dal fatto che sono un teorico io stesso, ma non solo da
questo.
E' dai teorici che sono venute le nuove idee, nuovi modi di pensare la
fisica: così nuovi che sotto molti aspetti non li abbiamo ancora
capiti fino in fondo.

Non posso ora mettermi a elencare le principali difficoltà di oggi, i
problemi aperti.
Ne cito solo uno: la necessità di unificare RG e MQ.
Di questo tutti i fisici sono consapevoli, anche se molti si occupano
(e non fanno male) di altri problemi.
Però gli approcci dominanti non hanno niente di rivoluzionario: sono
tentativi di vedere le particelle come composte di strutture più
complicate (le stringhe) oppure di quantizzare lo spazio-tempo (la
LQG).
Personalmente non credo che produrranno risultati. Per le stringhe
abbiamo già una specie di prova: è un campo di ricerca aperto da 60
anni, e ha prodotto solo complicazioni sempre crescenti; mai nessun
risultato sperimentalmente verificabile.

Purtroppo temo che per capire quello che sto cercando di dire occorra
essere più addentro alla fisica di oggi (anzi dell'altro ieri) di
quanto sia possibile a un non professionista.

Ma insomma, io penso che occorra un nuovo Einstein e/o un nuovo
Heisenberg, e non ne vedo in giro.
In uno sforzo di ottimismo mi dico che prima o poi verrà fuori, anche
se la struttura della ricerca fisica com'è configurata oggi non ne
aiuta la nascita e tanto meno l'affermazione (v. il "publish or
perish").
Ma chissà, forse è già nato...
Non spero però di vivere abbastanza per poter leggere i suoi lavori :(

E' più facile prevedere sviluppi anche grandiosi in campi più vicini
all'applicazione pratica, allo sviluppo tecnologico.
Avrai capito che sto pensando ai computer quantistici.
Qui le difficoltà sembrano più tecniche che di principio: combattere
tutte le cause di decoerenza.
Ma trattandosi di un campo che promette ritorni economici immensi
all'impresa che riesca per prima a produrre qualcosa di realmente
utile e pratico, non dubito che i risultati si vedranno in tempi non
lontani. E stiamo attenti ai cinesi...

Si tratta di un campo di cui so molto poco, ma ho però l'impressione
che non manchino ancora le difficoltà teoriche.
Mi pare (ma forse sbaglio) che ancora non si sappia progettare neppure
sulla carta un vero computer universale. Che i modesti prototipi già
realizzati siano solo adatti a risolvere in modo efficiente problemi
particolari.

In contrasto, quanto diverso era il lavoro al quale partecipai nella
seconda metà degli anni '50 del secolo scorso!
Si trattava semplicemente di progettare e costruire il primo computer
"made in Italy".
Il primissimo esemplare, entrato in funzione alla fine del 1957, se
visto con gli standard attuali faceva semplicemente pena. Memoria
minuscola, esecuzione lentissima, input e output primitivi...
Però appena entrato in funzione poté essere usato per una varietà di
applicazioni scientifiche, in diversi campi: geofisica, chimica
teorica, mineralogia, meccanica quantistica.
Era insomma quello che si chiama (l'ho già scritto) un *computer
universale*.
Ai ricercatori che lo usarono come minimo fece rispamiare un sacco di
tempo e di errori.

Per ora di computer quantistici universali mi pare non ci sia traccia.
ma non è detto che dovremo aspettare molto.

Non so se quello che ho scritto lo considererai risposta alle tue
domande. Potrei scrivere ancora, ma non vorrei che qualcuno mi
replicassse "quousque tandem..." :-)
-- 
Elio Fabri
Received on Fri Feb 11 2022 - 15:10:38 CET

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