> > No, per me la forza centrifuga non è una forza fantasma, ma è l'unica forza<BR>
> > attiva.<BR>
Se sei tu a tenere in mano la cordicella allora la f.centifruga ti sembra una forza attiva (quella del terzo principio). Se il sasso sei tu, e' la forza centripeda che ti sembra quella attiva. Ad occhio questo sembra proprio il principio di relativita'. Dipende dal sistema di riferimento in cui ti trovi
> Il sasso per suo conto (per inerzia) andrebbe diritto, ma cosi' facendo<BR>
> tende ad allungare la corda [...]
questa spiegazione la preferisco anch'io.
Sul mio libro, ormai antico, di fisica si faceva l'esempio di un oggetto appoggiato sul cruscotto di un'auto in curva.
Se il cruscotto e' liscio (quindi niente attrito, quindi niente reazioni vincolari) l'oggetto e la macchina tendono ad avere due moti diversi (o i loro centri di massa, se vogliamo semplificare).
Visto dall'interno dell'auto, l'oggetto inizia improvvisamente ad accellerare verso l'esterno.
Visto dall'oggetto, e' la macchina che gli scivola sotto verso il centro della curva.
Visto dalla strada, l'oggetto continua ad andare lungo la sua traiettoria rettilinea, mentre la macchina gli scivola sotto curvando.
Se l'oggetto e' in qualche modo vincolato, tendera' a sottrarsi a questo vincolo tentando di andare lungo la tangente della traiettoria curva (forza centrifuga. nota che il moto che *vorrebbe* avere l'oggetto e' lungo la tengente, per far questo l'accelerazione dovra' essere perpendicolare alla curva) mentre il vincolo tendera' a trattenere l'oggetto(forza centripeda).
Dire forza centrifuga vuol dire massa*accelerazione. Cio' significa che la forza centrifuga altro non e' che l'azione dell'accelerazione che nasce dal cambio di traiettroia della macchina(rispetto al sistema di riferimento *fisso* che potrebbe essere la strada), per la massa dell'oggetto.
Il fatto che la forza centifuga sia perpendicolare alla tangente della traiettoria circolare, deriva semplicemente dal fatto che la derivata del vettore velocita' del moto circolare uniforme e' tangente alla velocita' stessa.
Nota che se, nel caso del sasso, il filo si rompe improvvisamente, il moto del sasso cessa di essere circolare, non esiste piu' una forza che lo spinge lungo il *raggio* della circonferenza ed il suo moto diventa improvvisamente rettilineo ed uniforme.
> <BR>
> Ho paura che questo discorso "eterodosso" riuscira' ostico a molti,<BR>
> perche' non si fa mai riflettere che il semplice moto circolare uniforme<BR>
> con forza centripeta sul sasso ecc. e' il risultato finale di un<BR>
> transitorio, in cui forze e deformazioni cambiano fino ad aggiustarsi al<BR>
> modo solito.<BR>
Si, nelle spiegazioni semplicistiche si perde l'effetto del transitorio che, in questo caso, viene continuamente generato in ogni punto del moto.
Comunque, il discorso puramente cinematico deriva direttamente dal principio di relativita' dei moti di Galileo. Le importantissime implicazioni dinamiche, che danno la spiegazione del perche' il sasso vuole andare dritto e la corda lo trattiene, ci fanno ricordare la frase di quell'impiegato dell'ufficio brevetti che un giorno disse "tutto e' relativo, dipende dal punto in cui l'osservi"
Alessandro
(un aspirante sotto-vice-scopino dell'ufficio brevetti) :-)))
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Received on Wed Sep 26 2001 - 14:55:21 CEST