Re: Interpretazione Principio Antropico

From: Elio Fabri <elio.fabri_at_tiscali.it>
Date: Tue, 31 Aug 2010 21:32:46 +0200

watanabe ha scritto:
> nei libri divulgativi su tematiche scientifiche, si incorre spesso nel
> "principio antropico", vorrei sapere, secondo l'opinione di qualcuno
> "del mestiere" qual e' l'interpretazione-formulazione corretta:
>
> 1) Le costanti della fisica, hanno esattamente i valori necessari perch�
> la vita, sia possibile. Quindi lo scopo dell'Universo � la vita.
> Quindi non sono state -scelte- a caso.
>
>
> 2) Le costanti della fisica, hanno questi valori indipendentemente dalla
> presenza della vita, la presenza della vita � - una loro conseguenza -
> marginale, a noi sembrano - eccezionali - solo perch� consideriamo la
> vita eccezionale.
>
>
> A me le due le due interpretazioni sembrano opposte e incociliabili, la
> prima spalanca la strada a interpretaioni creazionistiche o sbaglio? mi
> aiutate a capire?
Ti anticipo subito la mia posizione, per quello che vale.
A me del principio antropico non importa proprio niente: lo trovo
privo di significato fisico. Piu' avanti cerchero' di spiegare perche'.

E' ben noto che molti (non tutti) i sostenitori del PA tendono a farne
un argomento in favore di un creatore, che avrebbe creato il mondo "su
misura" perche' potesse esserci la vita (su questo particolare
pianeta, nota bene) e ancora piu' in particolare l'uomo, che com'e'
noto sarebbe il "culmine" della creazione.

Per quanto mi riguarda, trovo sostanzialmente errato da un punto di
vista fisico l'argomento che sta alla base del PA, anche nella sua
forma piu' debole (la seconda).

Piu' o meno si ragiona cosi': proviamo a immaginare un mondo in cui
tutte le leggi della fisica siano esattamente quelle che conosciamo,
ma siano soltanto diversi i valori di alcune costanti fondamentali
(tipo la costante di gravitazione o la carica dell'elettrone o altre).
Si cerca allora di dimostrare che anche con piccole variazioni delle
suddette costanti il mondo sarebbe cosi' diverso da rendere
impossibile la vita.
Dopo di che si fa il gran passo (se si prende la posizione 1): questo
accordo delle costanti non puo' quindi essere casuale, ecc.

Ma io obietto a monte, fin dalle premesse.
1. Noi sappiamo ancora molto poco delle relazioni fra le varie
costanti, e anche fra molte delle leggi fisiche che conosciamo.
Per fare un solo esempio, nessuno sa perche' un certo numero puro (la
costante di struttura fina, che dipende da e, c, h) abbia proprio quel
valore.
2. Sarebbe possibile concepire un mondo in cui la costante di
struttura fina abbia un valore diverso?
Nessuno sa la risposta, ma io sospetto di no, ossia che un giorno
troveremo che c'e' una qualche ragione profonda che lega quelle
grandezze, per cui per concepire una diversa costante di struttura
fina dovremmo anche pensare a una diversa oargnizzazione di molte
(tutte) le leggi fisiche note.

Vedi bene che se questo e' vero il ragionamento che porta al PA e'
viziato alla base.

maitre Aliboron ha scritto:
> ...
> Vista la grandezza del tomo e lo spessore degli autori, sono quasi
> certo che li' ci sia almeno una parte delle risposte alle tue domande.
Da dove lo ricavi lo spessore (degli autori, non del libro :-) )?
Puoi citarmi risultati importanti che la fisica deve a Barrow o a
Tipler?

> Pero' visto che la curiosita' mi e' rimasta, volevo sapere se
> qualcuno ha letto il libro in questione e se i 55 euro li vale.
Per quanto mi riguarda, anche se costasse molto meno il libro non lo
comprerei proprio grazie a quegli autori.
Per la verita' possiedo un libro di Barrow (La luna nel pozzo cosmico)
ma solo perche' me l'hanno regalato.
                                          

-- 
Elio Fabri
Received on Tue Aug 31 2010 - 21:32:46 CEST

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