Un saluto a tutti,
premetto che non sono un fisico ma solo un appassionato e perci� perdonatemi
se dir� qualche incommensurabile stupidata.
Il punto � questo, si deduce che l'universo � in espansione dal fenomeno del
redshift, dalla radiazione "fossile" del fondo e dalla apparente
correlazione fra queste due variabili. Ma se l'universo e quindi lo
spazio/tempo stesso si stesse espandendo in questo modo non dovrebbe ogni
righello in qualsiasi punto dell'universo allungarsi, anche se di dimensioni
atomiche? Dovremmo vivere in uno spazio/tempo a metrica variabile, � cos�?
E' un fenomeno verificato? Sbaglio qualcosa?
Non si potrebbe ipotizzare che il redshift sia dovuto alla geometra
intrinseca di uno spazio/tempo statico dove la curvatura � variabile?
Mi spiego meglio (ammesso che ci riesca!); per visualizzare, immaginiamo di
avere un grande numero di sfere trasparenti, una dentro l'altra; pi� la
sfera � grande, meno � curva. Se lo spazio/tempo fosse fatto cos�, visto in
tre dimensioni vi sarebbe un differenziale di curvatura che agirebbe come
una forza espansiva da ogni punto infinitesimo verso l'infinitamente grande
lungo la dimensione temporale. Questa forza sarebbe variabile con il fattore
di scala e potrebbe spiegare non solo il redshift (la luce sarebbe frenata
dal differenziale di curvatura) e la stabilizzazione delle galassie (si
opporrebbe al colasso gravitazionale) ma anche (e qui mi becco qualche
fucilata) l'entropia stessa, il fatto che ci muoviamo nel tempo proprio in
questa direzione. Questa visione dell'universo a "curvatura variabile
intrinseca" porterebbe inoltre, a mio modo di vedere, anche ad un altro
interessantissimo effetto che, per evitare la gogna, mi riservo di
esplicitare in un secondo tempo, dopo aver letto le vostre graditissime
critiche.
Vi ringrazio, Arnaldo D.
Received on Fri Dec 15 2000 - 20:36:44 CET
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