Re: paradosso Achille e tartaruga

From: Valter Moretti <moretti_at_science.unitn.it>
Date: 2000/10/17

NNnet wrote:

> Secondo me chiunque pu� criticare i modelli continui,

Certo, non lo metto in dubbio, quello che dicevo e' che se vuoi criticarli
da fisico devi fare discorsi da fisico. Ora i discorsi, le critiche,
da fisico sullo spazio e sul tempo continui si fanno in un certo modo.
Devi mostrare dei problemi di carattere fisico in qualche teoria fisica
e mostrare che la lor natura e' dovuta all'assumere lo spazio ed il
tempo continui, ma non solo, a fare questo sono capaci "quasi tutti",
poi devi fare vedere che i problemi si *risolvono* introducendo lo spazio
ed il tempo discretizzati. Per esempio, la discretizzazione dei livelli
energetici di un gas di fotoni in una cavita' all'equilibrio termodinamico,
cioe' il rifiuto della continuita' dei valori energetici, ha permesso a
Planck di iniziare la meccanica quantistica. Ma il problema c'era: il
modello teorico basato su energie continue era affetto da alcune
patologie e non spiegava i fenomeni fisici in certi intervalli dei
parametri.
Per quanto riguarda lo spazio ed il tempo continui, non c'e' una simile
problematica. L'unico problema che mi viene in mente e' la
rinormalizzazione ultravioletta, che potrebbe essere "risolta"
ammettendo una lunghezza minima, ma non c'e' alcuna evidenza di tali
lunghezze minime in alcuno esperimento noto e se la si assumesse
causerebbe molti problemi, per esempio con l'invarianza delle teorie
sotto il gruppo di Poincare' che funziona egregiamente...
Tuttavia ci sono molti che pensano che lo spazio abbia una natura
quantistica che significa che a distanze di Planck succedano cose
strane (e questo lo ribadisco NON significa necessariamente spazio
o tempo discreti).


> Altro non � che il concetto di ***INFINITO*** che nulla ha di fisico,
> utilizzato in varie forme e con differenti nomignoli in matematica,
> equiparabile ad un vero e proprio colpo di reni per far *tornare i
> conti* e
> non dirmi che non � vero, non l' accetto. Infinitamente vicino, piccolo...
> o anche peggio, "somma di serie infinita" ma che significa?


Non capisco bene. Perche' un integrale o una somma di serie
dovrebbe essere qualcosa di piu' strano di un elevamento al
quadrato? Una volta che abbiamo imparato con Galileo che
"le leggi ella natura sono scritte in linguaggio matematico",
secondo te c'e' un limite oltre al quale la matematica parte per
la tangente e non puo' piu' essere usata per "parlare" e
desrivere *l'essenza* delle leggi della natura? E chi e come
ha fissato tale limite? Hai idea di quanto si sia spinata avanti
la fisica moderna nel linguaggio della matematica?
Credi che in realta' sia solo un linguaggio
"astruso" per spiegare cose che si potrebbero spiegare con
le quattro operazioni? E che quindi le "astrusita'" non
corrispondano a niente che esiste "davvero"?
Altra cosa Forse stai dicendo che non c'e' niente di infinito
nella realta'ovvero nulla di infinitamente divisibile?
Secondo me invece puo' darsi che l'universo sia infinito e che lo
spazio e il tempo siano in qualche senso "infinitamente divisibili".
Nota che non dico che e' cosi' perche' e' difficile costruire una
dimostrazione, anche se forse non e' impossibile (per esemipo piu'
o meno (bisognerebbe precisare un po' di cose) se la relativita'
generale e' vera e la sezione spaziale e' piatta allora l'universo
spazialmente e' infinito...)
Se pensi che invece non sia cosi' che ti devo dire?
A te l'onere della prova, per me fino a quando non me lo dimostri,
e fino a quando i modelli basati su queste assunzioni che tu critichi
funzionano abbastanza bene, quello che tu dici basato su qualche tua
personale convinzione che non comprendo a meno che tu non me la spieghi
esplicitamente, non ha molto valore: mi sembra che stai solo cercando
di imporre il tuo principio di autorita'.


Tu dici

>Per quanto mi riguarda non ho alcun dubbio che funzionino, il
>fraintendimento � nato dall' aver esposto l' oggetto del mio intervento
> per
>intendimenti, e a quanto pare non � stato capito: non era affatto la
>funzionalit� dei modelli ma la loro natura.


Allora chiariamoci anche questo punto. Tu distingui nettamente tra modelli
e natura della cosa. E come secondo te arriveresti alla "natura" dello
spazio e del tempo? Secondo me con il processo
sperimentale-ipotetico-deduttivo della fisica. Questo significa che
piu' un modello e' buono (piu' spiega e prevede) piu' si avvicina alla
natura della cosa studiata.
Quindi dal mio punto di vista, tendo a pensare che piu' un modello
funziona (nel senso che non ha contraddizioni logiche, spiega cose note
e prevede fatti ignoto) tanto piu' e' vicino alla natura della cosa di
cui e' modello. Sara' una posizione ingenua, ma non ne
conosco altre. In questo senso sono portato a credere che lo spazio ed
il tempo siano davvero continui. Tu invece?


> "il discorso � serio".

Guarda che lo e' anche per me.

Ciao, Valter
--
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Received on Tue Oct 17 2000 - 00:00:00 CEST

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