Re: Relativita' e realta'

From: Valter Moretti <moretti_at_science.unitn.it>
Date: 2000/03/13

Depsi wrote:

> Salve a tutti. E' da un po' di tempo che mi pervade un pensiero che voglio
> esporre di seguito e sul quale vi chiedo un commento o una osservazione che
> mi permetta di capire se e' sbagliato o se invece e' un ragionamento
> corretto.
> La Teoria della Relativita' si basa sul presupposto che il tempo misurato da
> un osservatore dipende dal suo stato di moto. Mi chiedo : perche' bisogna
> per forza costruire una teoria che si basa su asserzioni non riscontrabili
> nella realta' soltanto per produrre alcune equazioni che permettono di
> spiegare il risultato negativo di un esperimento (vedi Michelson) ?

Ciao.
Come NON riscotrabili nella realta'?

Prendi una particella che quando e' ferma nel tuo sisitema di riferimento
inerziale ha una vita media To (dopo tale tempo decade). La stessa particella
se in moto con velocita' v nel tuo sistema inerziale, decadra' dopo un tempo
PIU' LUNGO: precisamente

T= To/ radicequadrata di (1- v*v/ c*c)

dove c e' la velocita' della luce.

Questo fenomeno viene verificato TUTTI I GIORNI al CERN negli
acceleratori di particelle...Per lo stesso motivo arrivano sulla superficie
terrestre delle particelle dei raggi cosmici che secondo la fisica non
relativistica
non potrebbero mai arrivare perche' decadrebbero troppo rapidamente
(prima di raggiungere la superficie terrestre).





>
> D'altra parte nessuno mai e' riuscito a dimostrare che in un sistema in
> moto, il tempo reale scorre piu' lentamente che in uno fisso. Nessuno mai ha
> potuto verificare che un suo amico allontanatosi dalla terra alla velocita'
> prossima a c, e poi tornato indietro, e' rimasto piu' giovane di lui.

A parte i termini che usi che sono fuorvianti e pericolosi
(sistema "fisso" oppure "il tempo misurato da
un osservatore dipende dal suo stato di moto". misurato da chi?),
le asserzioni elementari della relativita' si verificano quotidianamente
nella fisica sperimentale delle alte energie, come dicevo sopra...


>
> Mentre invece nessuno toglie la possibilita' di spiegare matematicamente in
> modo diverso il risultato di un esperimento. Basta pensare all'esperimento
> che Ives e Stellwell compirono sull' effetto doppler della luce che pur
> essendo spiegabile da una formula ricavabile dalla relativita', puo'
> benissimo essere interpretato in manira alternativa.

Certo ogni singolo esperimento puo' essere spiegato in diversi modi,
piu' difficile e' spiegare tutti i risultati della relativita' osservati.
Volendo si puo' ricorrere all'etere alle forze universali di Lorentz, ma esse
dovrebbero avere proprieta' molto bislacche che preferisco tenermi la
relativita'.
Inoltre non ho mai capito come la mettiamo con la dilatazione del tempo.
Per esempio come un non relativista spiega i fenomeni di allungamento
della vita media di sopra?




>
> Allora io mi chiedo. Non e' possibile raggruppare i risultati degli
> esperimenti interpretati secondo la teoria della Reletivita' e descriverli
> coerentemente con una teoria che non sia costretta a presupporre fenomeni
> del tutto inverificabili realmente ?

Non capisco proprio a cosa tu stia facendo riferimento.



>
> Per ovviare alla perdita di riscontro nella realta' si potrebbe pensare che
> poiche' le misurazioni dell'uomo sono limitate dalla velocita' con cui si
> trasmette l'informazione, allora bisogna dividere ogni grandezza fisicha in
> due entita' : -la grandezza reale, e -la grandezza misurata.

Questo e' fatto comunemente in fisica, esiste tutta una teoria
che spiega come maneggiare le misure affette da errore sperimentale
e i fisici sperimentali la usano.




> Si potrebbe
> pensare che la grandezza reale soddisfi le leggi dettate dalla logica
> matematica e riscontrabili sperimentalmente quando le velocita' in gioco non
> sono confrontabili con quella di trasferimento dell'informazione (leggi
> della meccanica classica),

E' questo che dici, capisco. Bene mi pare un'inutile perdita di tempo:
mi pare che quello che vorresti sarebbe come (avrebbe lo stesso valore
scientifico) pensare che quando chiudo gli occhi tutto il mondo
sparisce e si ricrea all'istante appena li riparo, in modo tale che non ci sia
alcun modo per rendersene conto?
E poi non capisco bene quanto hai scritto sopra, credi che la relativita'
non segua le "leggi dettate dalla logica matematica" ?

> mentre invece essendo le grandezze misurate strettamente dipendenti dalla
> natura dell'esperimento esse non sono costrette a soddisfare le leggi
> classiche, ma introducono inevitabilmente limitazioni sulla visione umana
> della realta'.

 Il fatto che la natura si comporti "nello stesso modo"
quando si fanno esperimenti oppure quando non si fanno e' un principio
irrinunciabile (con le debite precisazioni) in meccanica quantistica, senza
il quale non sarebbe possibile ricavare le leggi fisiche sperimentalmente.
L'idea della "diversita' di comportamento" tento' di usarla Goethe nella
sua "teoria dei colori" in contrapposizione all'ottica di Newton.
Pero' non ebbe molto successo.



> Cosi' ad esempio si potrebbe affermare che la velocita' di un
> corpo puo' tranquillamente essere superiore a quella della luce (perche'
> pensare il contrario?); cio' che non puo' superare tale limite e' la
> velocita' misurata del corpo, in quanto usando come strumento di
> trasmissione dell'informazione, la luce, non e' possibile misurare una
> velocita' superiore a c essendo c costante in tutti i sistemi di
> riferimento.
> Sulla base di un tale presupposto non sarebbe possibile sviluppare una
> teoria che fornisca descrizioni simili alla Relativita' per le grandezze
> misurate ma sia coerente con la realta' per le grandezze reali?
> Vi prego gentilmente di rispondermi.

Secondo me sarebbe, in linea di principio, possibile, ma molto difficile,
basta aggiungere tanti enti NON osservabili per principio con un mucchio
di proprieta' "ad hoc". Dire che le misure davvero misurate sono false e che la

realta' e'tutta un'altra e che per esempio il "vero tempo" di decadimento della

particella e' sempre lo stesso, ma noi misuriamo (per qualche anomalo motivo
dovuto a enti non osservabili) il tempo sbagliato ecc ecc...
Ma poi che ce ne faccamo di una simile teoria? Non serve a niente perche'
parla di cose non osservabili (nel senso di non misurabili). La sua
predittivita'
sarebbe minore o uguale a quella della relativita'.

Mi pare che ci siano dei fraintendimenti iniziali. Spero di averti aiutato.


>
>
> Depsi

Ciao, Valter Moretti
Received on Mon Mar 13 2000 - 00:00:00 CET

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