L'ambiguità emerge immediatamente se osservi il modo in cui fai il calcolo tu. Scrivi: "Ragionando in termini di dilatazioni temporali relative al centro". Il punto è che il centro è de-sincronizzato dagli oggetti rotanti non solo dalla cinematica della relatività speciale, ma anche dal fatto che, la metrica di Langevin che descrive il riferimento rotante, ha il coefficiente g_00 leggermente minore di 1. Ora, siccome la trasformazione di Langevin conserva sia la coordinata temporale che quella radiale, ne segue che, essendo il tempo proprio di Langevin "de-sincronizzato" dalla sua coordinata temporale per via della famosa relazione che lega il tempo proprio di uno spazio-tempo alla coordinata temporale della metrica tramite il coefficiente g_00, anche il centro che misura il tempo proprio lorentziano è de-sincronizzato rispetto agli oggetti rotanti che misurano il tempo proprio di Langevin. Ossia, il tempo proprio lorentziano è uguale alla coordinata temporale lorentziana (il g_00 nella metrica
di Lorentz è uguale ad 1) che è uguale alla coordinata temporale di Langevin, che è DIVERSA dal tempo proprio di Langevin. Questa seconda de-sincronizzazione è legata al fatto che, diversamente da ciò che dice questo post, la geometria della piattaforma rotante non è piatta ed il problema non può essere risolto fino in fondo se non si utilizza un trattamento di relatività generale che deve considerare il calcolo di effetti lungo la traiettoria dei fotoni con degli integrali. In altre parole, per risolvere problemi di questo tipo non si può usare semplicemente il tempo che trascorre sugli oggetti in questione per trasferire il tempo da un evento di trasmissione all'altro. Invece, bisogna stare attenti a considerare importanti effetti lungo la traiettoria. L'effetto di cui parlo è stato scoperto solo di recente con degli esperimenti del rotore di Mossbauer molto precisi e manca in tutti i libri di testo in cui si parla del soggetto in questione, a partire dal libro di Pauli del 1958. Chi ne ha dat
o la giustificazione teorica per primo è stato il sottoscritto, ed è poi stato confermato da analisi effettuate da altri colleghi. Quindi se voi volete continuare a dare retta a questo post, errato, che sostiene essere semplice un problema complicatissimo che è stato risolto erroneamente per oltre 50 anni, ed a pensare che il problema si possa risolvere come avete fatto col solo uso della relatività speciale, fate pure, ma sappiate che i vostri risultati vanno contro i precisissimi esperimenti Mossbauer più recenti e contro la letteratura più recente. In particolare, chi ha pubblicato il mio primo lavoro su queste cose è stato il giornale internazionale Annals of Physics nel 2015, all'epoca diretto dal Premio Nobel della Fisica Frank Wilczek. In più, un mio lavoro del 2018 sullo stesso argomento ha vinto una menzione onorevole alla Gravity Research Foundation Essay Competition 2018. Ora, questa non è robetta, perché i giudici della Gravity Research Foundation sono notoriamente tra i massimi esperti
di relatività generale e gravitazione del mondo che hanno dunque certificato quanto scritto nel mio lavoro e cioè che la mia interpretazione dell'esperimento Mossbauer rotante è una nuova ed indipendente prova della relatività generale. Sto dicendo tutto questo, non per vantarmi, anche se, come dicevo, non stiamo parlando di robetta, ma perché questo post vi sta portando su una strada sbagliata. Poi se voi volete proseguire su questa strada errata, fate pure. Se volete ulteriori chiarimenti io resto a disposizione, e vi segnalo nuovamente il mio lavoro più recente e più completo sull'argomento: C. Corda, "On the equivalence between rotation and gravity: "Gravitational" and "cosmological" redshifts in the laboratory", Found Phys 52, 42 (2022) , pre-print in
https://arxiv.org/abs/2203.02282
Cari saluti,
Prof. C. Corda
On Wednesday, 5 April 2023 at 09:30:04 UTC+2, Paolo Russo wrote:
> Il Mon, 3 Apr 2023 23:12:56 -0700 (PDT), Christian Corda ha scritto:
>
> > Inoltre come posto qui il problema (mi auguro che nel Gravitation sia
> > posto meglio) è estremamente ambiguo. Poiché il risultato finale non è
> > covariante, va spiegato in quale sistema di riferimento va fatto il
> > calcolo.
> Non vedo quest'ambiguita` che dici. L'enunciato precisa che
> la lunghezza d'onda va misurata in A e in B e chiede il
> rapporto tra i due numeri. Piu' scalare di cosi'...
>
> Ciao
> Paolo Russo
Received on Wed Apr 05 2023 - 11:51:10 CEST