Re: Un piccolo esercizio di relatività (ristretta!)

From: Elio Fabri <elio.fabri_at_tiscali.it>
Date: Fri, 14 Apr 2023 20:56:31 +0200

Paolo Russo ha scritto:
> Il primo problema che vedo e` che sembri pensare che il ricorso alla
> RG sia obbligatorio, ma non e` cosi': nessuno ti obbliga a lasciare
> il riferimento fisso. Eliminiamo il disco, che non serve a nulla.
> Abbiamo due corpi A e B che ruotano attorno ad O. Tu davvero non
> pensi che la RR sia sufficiente a gestire un caso del genere? A me
> sembra semplice: non occorre neanche cambiare sistema di riferimento
> come credi che io abbia fatto,
Premesso che concordo con quanto hai scritto in questo post, vorrei
lasciare per un momento Corda e le sue idee ed esaminare un po' due
questioni: la prima è appunto l'opinione (purtroppo ampiamente
diffusa) che corpi accelerati = RG; l'altra è il modo come si crede di
poter usare il principio di equivalenza (PE)

Solo un piccolo ritorno a Corda, per guardare il suo lavoro da un
altro punto di vista. Lui dice di usare la RG; ma hai guardato bene
che cosa intende con questo?
A mio parere consiste solo nell'usare il PE in condizioni in cui non è
possibile usarlo. Ossia nel tradurre il trovarsi in un rif. rotante,
quindi non inerziale, nella presenza di un campo gravitazionale preso
come equivalente alla forza centrifuga.
L'operazione viene poi effettuata usando la metrica di Langevin (la
questione della presunta curvatura in realtà è irrilevante, visto che
non c'è traccia di geodetiche, di tensore di Riemann, insomma di tutto
l'armamentario della RG).
Tutto si riduce allo "spazio-tempo di Langevin" più una nebulosa
"desincronizzazione" che integra sul percorso del fotone. Desincr. che
io non ho capito in che consista e tu neppure; e non siamo i soli.

Chiusa la parentesi. Forse conosci un vecchio articolo da me
pubblicato (come html) sul "paradosso dei gemelli e relatività
generale":
http://www.sagredo.eu/divulgazione/relgem/relgem1.htm
(stavolta lo URL l'ho copiato: *deve* essere giusto!).
La data non della prima stesura, ma dell'ultima revisione è 3/3/2001,
quindi oltre 22 anni fa.
La questione mi era già nota allora, e come cosa antica di cui faccio
risalire la colpa allo stesso Einstein.
Se non lo conosci t'interesserà.

Tornando al PE: la sua applicazione non è banale neppure nei casi
semplici, come per es. il moto traslatorio accelerato (caso
particolare: Rindler).
Il problema è che il PE non ha una formulazione rigorosa, per cui non
consente un'applicazione priva di ambiguità e di errori.

A questo tema dedicai un articolo pubblicato sullo European Journal of
Physics:
E. Fabri: "Paradoxes of gravitational redshift"; EJP 14 (1994), 197.
L'articolo sembra disponibile solo a pagamento, a meno di non avere un
amico in qualche Dip. di Fisica :-)
Ho trovato il file TeX, ma non trovo le figure (tranne una).
Riproverò domani.

Tornando al PE, un suo grave difetto è che se in qulche modo permette
di trattare la forza centrifuga di un rif. rotante, non sa niente
della forza di Coriolis, come pure di effetti collegati (ad es.
l'effetto Sagnac).

Insomma, da qualunque parte lo giri, il cosiddetto "uso della RG per
studiare i rif. dotanti è solo una leggenda metropolitana.
La RR non solo è sufficiente, ma è l'unica strada sicura che esista.
-- 
Elio Fabri
Received on Fri Apr 14 2023 - 20:56:31 CEST

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