pcf ansiagorod ha scritto:
> C'è una delle lezioni di Feynman, sta in 'sei pezzi meno facili';
> nell'edizione color amarena della Adelphi del 2004 sta a pagina 205.
>
> E' incredibile la sua capacità di spiegare le cose, Feynman ha
> davvero una dote rara; la curvatura dello spazio-tempo si vede con
> gli occhi, chiaramente a costo di usare una sola dimensione spaziale
> che oltretutto rende le cose semplici.
>
> Ora, se non viene citato mai - e se pure sporadicamente sono su
> questo ng da secoli - è possibile che ci sia un motivo valido e se
> esiste spero che qualcuno competente ne voglia parlare rendendo
> ovviamente inutile e dannosa :D la mia segnalazione.
Ti spiego la mia situazione. Non ne ho mai parlato semplicemente
perché non la conoscevo.
Nella mia vecchia edizione non c'era: fa parte degli argomenti
aggiunti in edizioni successive.
Ora l'ho vista: è l'ultimo capitolo (42) del secondo volume.
E avendola vista, è molto probabile che se l'avessi conosciuta ne
avrei parlato, perché non mi sento affatto di raccmandarla.
Con questo non voglio dire che sia tutto da buttar via (è pur sempre
Feynman :-) ). Ma ci sono troppe cose che non mi pacciono, non mi
piace l'impianto generale e ci sono veri e propri errori.
Intanto cito due frasi che ho avvistato scorrendo di corsa, e che io
non scriverei neppure sotto tortura (beh, siamo onesti ... come mi
comporterei davvero sotto tortura proprio non lo so).
"some curvature components are nonzero both inside the earth and
outside. It is that curvature that we see as a gravitational force."
"You will remember that the measurement of time depends on the speed
at which you move. For instance, if we watch a guy going by in a
spaceship we see that things happen more slowly for him than for us."
Queste non solo non mi piacciono, ma sono proprio sbagliate.
Ma passiamo alla curvatura dello spazio-tempo (sez. 42-7). Il cuore
del discorso è la fig. 42-18, dove F. costruisce un quadrilatero che
avendo gli angoli retti e i lati ooposti uguali dovrebbe formare un
rettangolo, e invece non si chiude...
"And that's what we mean when we say that space-time is curved."
Sbagliato.
Il problema ora è come posso giustificare questa perentoria
affermazione. Ci ho pensato un po', e penso di potermela cavare come
segue.
In primo luogo, se si segue il ragionamento di F. si vede che ciò che
manca per chiudere il rettangolo è una lunghezza proporzionale a g
(acc. di gravità) ossia inv. proporz. a R^2 (R raggio della Terra).
Ne possiamo concludere che secondo F. la curvatura dello spazio-tempo
attorno alla Terra va come 1/R^2, Invece è noto che va come 1/R^3.
Un discorso più complesso, che taglia alla base il ragion. di F. si
basa sul principio di equivalenza. Visto che accelerazione equivale
a tutti gli effetti a gravità, e visto che l'accel. è relativa al rif.,
se ne concluderebbe che anche la curvatura è relativa; cosa che lo
stesso F. esclude in modo chiaro più avanti: la geometria dello
spazio-tempo *non dipende* dall'osservatore.
Del resto ti basterebbe leggere attentamente le lez. 9 e 10 del mio
Q16, che sono in gran parte dedicate all'esperimento di
Briatore-Leschiutta, alla sua interpretazione, e proprio al problema
della curvatura.
Ci trovi spiegato ad abundantiam che la curvatura non è legata alla
gravità, ma alle forze di marea, he vano appunto come 1/R^3.
Per tornare a F., ci sono anche cose che mi piacciono, ad es. la
dimostrazione che la RG riproduce (in appross. di piccole velocità e
campo debole) il moto newtoniano dei gravi.
Del resto esattamente lo stesso discorso (lo stesso, ma nato
indipendentemente) lo puoi trovare nel cap. 19 del mio "Per un
insegnamento moderno della relatività":
http://www.sagredo.eu/Ins-mod-rel/Ins-mod-rel-19.pdf
Non c'è da stupirsi che F. ricorra a un approccio variazionale: il pr.
della geodetica che porta all'integrale di Hamilton-Jacobi della mecc.
classica. È ben nota la predilezione che F. aveva per i principi
variazionali.
--
Elio Fabri
Received on Wed Jul 12 2023 - 18:19:53 CEST