Re: Domanda sulla relatività ristretta bis

From: Elio Fabri <elio.fabri_at_tiscali.it>
Date: Wed, 12 Jul 2023 18:19:17 +0200

Eustachio Manfredi ha scritto:
> Ad esempio, se dico: "facendo passare un raggio di luce
> monocromatico attraverso due sottili fenditure si osservano sullo
> schermo, dove si proietta la luce, bande luminose alternate a bande
> scure" sto semplicemente descrivendo il fenomeno dell'interferenza
> della luce. Se voglio "spiegare il fenomeno" invece, parlerò di
> onde elettromagnetiche, frequenza, coerenza oppure di fotoni,
> meccanica quantistica ecc. a seconda del caso.
Secondo me non ci siamo.
Non ricordo più chi ha scritto che ogni esperimento è "theory laden" e
aveva ragione.
A te per es. sfugge quanta teoria si nasconde dietro le poche parole
"raggio di luce monocrmatico"
E tra l'altro la tua descrizione non sarebbe affatto sufficiente per
replicare l'esperimento.
È necessario sapere che il tuo "raggio di luce" deve avere una
coerenza spaziale che include entrambe le fenditure.
E anche Young doveva saperlo, magari empiricamente,
Di certo doveva avere presente il modello ondulatorio di Huygens
(teoria).

> Ora se prendo due orologi identici, ne tengo uno fermo mentre faccio
> girare velocemente l'altro attorno al primo mi accorgo (osservo,
> misuro) che quello che ruota resta indietro. Inoltre, se riesco a
> sentire il ticchettio, noto che l'orologio rotante fa tic a una
> frequenza inferiore e dico quindi che il ritmo è rallentato: sto
> semplicemente descrivendo il fenomeno. Non sto implicando alcuna
> spiegazione teorica del fenomeno.
Intanto la tua descrizione p ancora una volta insufficiente.
Osservi, misuri: come?
Qualche idea di ordini di grandezza dei parametri rilevanti?
È ovvio che se uno ti desse retta ingenuamente, non osserverebbe un
bel niente.
Non devi almeno sapere che è la velocità dell'orologio in moto che
conta, non per es. la vel. angolare?

> In poche parole, per descrivere un fenomeno posso, forse devo, usare
> un linguaggio che prescinde dalla interpretazione teorica, che per
> altro può essere molteplice.
In poche parole, ti sto dicendo che questa è una pia illusione e che
il discorso è ben più complicato.

> Se intendi dire che gli orologi non subiscono nessuna modifica
> fisica ti rispondo che, se vale esattamente il principio di
> relatività, e quindi tutti i riferimenti inerziali sono equivalenti,
> è banalmente vero, perché qualunque orologio è ovviamente immobile
> rispetto a se stesso.
Non capisco come ti sia potuta scappare una sciocchezza simile.
Forse, vista l'ora del post, eri un po' addormentato :-)
Il PR lo puoi usare solo per i moti uniformi, non certo per il tuo
orologio rotante.
In quel caso dovrai usare la "clock hypothesis", ma non basta.

Se il tuo orologio ha una forte accelerazione, potrebbe essere
distubato nel suo funzionamento.
Dipende dal suo principio fisico ma anche dalla realizzazione
concreta.
Il fabbricante dovrebbe dire, nel manuale di servizio:
"regolarità di marcia verificata fino a g = ... scarto relativo
rispetto a un orologio campione < ...
Nota l'apparente circolarità: il fabbricante si deve assicurare di non
avere eseguito le prove in condizioni relativisiche :-)
Non è una battuta: la sai la storia degli orologi montati sui
satelliti GPS?

> ...
> Questo non è esatto,
Questo tu non puoi dirlo, perché io sono stato cauto: ho scritto "a
quanto ne so" e "non ho mai visto".
Queste proposizioni non le puoi contraddire; puoi solo dire che infatti
ci sono cose che io non so e non ho visto, e questo ovviaente non posso
escluderlo. Ma l'ho premesso prima di te.
-- 
Elio Fabri
Received on Wed Jul 12 2023 - 18:19:17 CEST

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