abc ha scritto:
> Il gamut è l'insieme dei colori che un dispositivo (ad esempio un
> monitor o una stampante) è in grado di riprodurre.
Però questa non è tutta la storia.
Occorre chiarire che il gamut è un concetto *tridimensionale*, e in
parte sta a monte rispetto a questo o quel dispositivo.
Mi spiego con l'esempio RGB, che del resto fa lo stesso OP.
Considera il verde puro, ossia 0,255,0.
(Qui assumo - cosa mai vera con strumenti reali - che questo
corrisponda a una radiazione monocromatica, di una certa l. d'onda.)
Questo colore avrà un certo contenuto energetico: una certa potenza
ricevuta dall'occhio per unità di area dell'emettitore.
Ora considera 255,255,0 (giallo).
Ovviamente la potenza è maggiore, perché si è aggiunto il rosso.
Il problema è che *nessun* dispositivo RGB può emetterti il verde puro
con la stessa potenza con cui emette il giallo, semplicemente perché
quando emette il giallo lavorano *due* elementi dell'emettitore,
mentre quando emette il verde (o il rosso) ne lavora solo uno.
In termini matematici, questo si esprime col fatto che RGB è uno
spazio di colore costituito di un cubo (o parallelepipedo, a seconda
di come lo rappresenti) *interno* allo spazio dei colori visibili, per
due ragioni:
1) che permette tre soli colori puri, e un triangolo che ha quelli
come vertici
2) che comunque è limitato in potenza, in modo diverso a seconda del
colore emesso.
Non so se sono riuscito a spiegarmi...
> es: https://unitrephoto.files.wordpress.com/2016/11/gamut.jpg?w=1400
Beh però quella figura lascia parecchio a desiderare per come
rappresenta i colori.
Praticamente ci sono solo R G B "puri", con qualche vaga sfumatura...
studioso di fisica ha scritto:
> Nel frattempo che approfondisco leggendo le vostre risposte ed i link
> che mi proponete, potete dirmi dove posso trovare delle definizioni
> SERIE di:
>
> saturazione, intensità, luminosità, tonalità, contrasto, tinta,
> luminanza, brillantezza, ecc.?
>
> Più approfondisco su internet e più "ognuno dice la sua" in fatto di
> definizioni.
Te l'avevo detto che è una cosa intricata...
Il problema del colore è che obbliga a mettere insieme aspetti
eterogenei, generalmente padroneggiati meglio da questo o quello
specialista:
- aspetti strettamente fisici: sorgenti di luce, comportamento dei
diversi materiali trasparenti, opachi, riflettenti, diffondenti...
- questioni concernenti la fisiologia della visione (funzionamento
dell'occhio, ma anche del sistema nervoso centrale)
- questioni tecniche, ossia *come* si fa a realizzare qualcosa che si
avvicini alla visione diretta nella riproduzione con vari mezzi
(problema squisitamente ingegneristico, dove bisogna conciliare bontà
dei risultati con semplicità e costo dello strumento).
Come minimo occorre un libro, e in genere uno non basta.
abc ha scritto:
> Potresti leggere questo ottimo testo divulgativo:
> http://tinyurl.com/y6wnp6wj
Ma ce l'ha un indice quel libro? Io non l'ho trovato.
Il libro non lo conosco, Di Frova ha letto altri libri divulgativi, e
anche se l'autore è un fisico serio, il problema è sempre il solito
della divulgazione.
Gli ho dato una scorsa, e direi che il libro è una miniera
d'informazioni sulla visione, più una quantità di premesse necessarie.
Prò il tutto in modo qualitativo, senza una formula, con ragionamenti
che per l'autore vorrebbero sostituire ciò che avrebbe più volentieri
espresso con qualche equazione.
Risultato: anche i cap. 6 e 7, che sono i più vicini alle domande
dell'OP, secondo me non permettono di formarsi idee adeguate, ma solo
vaghe.
Sull'argomento possiedo due libri, che nn so se raccomandare.
Il primo è:
L. Maffei, A. Fiorentini: "Arte e cervello" (Zanichelli 1995).
Mafei è un neurofisiologo, Fiorentini era una fisica specializzata in
colori e percezione visiva.
Il libro (divulgativo) ha qualche punto di contatto con quello di
Frova, anche se è meno ampio e differisce per la diversa
specializzazione degli autori, spec. Maffei.
Secondo:
C. Oleari (a cura di):"Misurare il colore (Hoepli 1998).
Questo è un testo a più mani. Gli articoli più ampi sono quello di A.
Fiorentini (Fisiologia della visione a colori) e di C. oleari
(Colorimetria).
Se l'OP non si spaventa di matrici e interarli, qui ci sono tutte le
definizioni, espresse nel linguaggio matematico necessario.
Anche se a mio parere non sempre con la chiarezza desiderabile.
Entrambi i libri, anche di circa 20 anni fa, sono ancora in vendita.
Ora ho scritto anche troppo, ma vorrei tornare su alcune
considerazioni generali, che a mio parere mancano troppo spesso (o
sono espresse in modo poco chiaro nei fondamenti).
Vedremo...
--
Elio Fabri
Received on Tue Sep 05 2017 - 15:18:52 CEST