Trovo strana la non influenza del moto dell’osservatore sulla velocità della luce (misurata dall’osservatore) perché è certo che:
-la luce di una lampada necessita di un certo tempo per arrivare fino a me
-se mi muovo verso quella lampada quel tempo si riduce e la frequenza
dell’onda cresce.
Quindi la mia velocità può influire su ciò che io osservo sulla luce, ma non
sulla velocità che io *potrei* osservare, e questo, ammetterete che è strano
agli occhi degli sprovveduti.
Vero che la RR spiega come tutto questo succede, ma la nella RR la costanza
pare un postulato che poi viene dimostrato vero dalle innumerevoli
osservazioni che confermano la RR. Così fanno pure le osservazioni astronomiche
anche se misure di velocità da-a dicono siano impossibili.
Ma veramente una misura di c *da-a* è impossibile?
Permettete che ci rifletta un attimo?
La Terra, ruotando attorno al Sole, si avvicina e si allontana dalle stelle.
Prendiamo una di queste stelle e cerchiamo di misurare la velocità della
sua luce sia quando la Terra procede il più velocemente possibile verso di
essa, sia quando se ne allontana (6 mesi dopo).
Certo è un pasticcio perche’ la Terra ruota e quindi bisogna beccare anche
il momento giusto, ma rimando il problema a dopo che il seguente esperimento
mentale abbia eventualmente consentito di escludere che la cosa è una cazzata
in partenza.
Bene, la Terra stia viaggiando comodamente seduta in treno verso una luce
lampeggiante. Il treno sia scoperchiato in modo che la luce non trovi
impedimenti. Non mi è chiaro se per la Terra-osservatrice la lunghezza del
treno è *veramente* contratta, ma tale eventuale contrazione è identica
a quella che si avrà quando il treno tornerà indietro (alla stessa velocità
dell’andata, perciò non cambierà anche ciò che può succedere al signor Tempo).
In testa al treno un sensore trasmette ad un oscilloscopio posto al centro
del treno i segnali indotti da quella luce lampeggiante, lo stesso fa un
analogo sensore posto in fondo al treno (quando il treno torna indietro
non cambia nulla, viene solo scambiata la testa con la coda)
Se la velocità del treno si componesse con quella della luce emessa da quel
lampeggiatore, il tempo di volo della luce da sensore a sensore sarebbe
diverso a seconda della direzione del treno (ricordo che eventuali casini
alle lunghezze e al Tempo non cambiano fra andata e ritorno).
Per rilevare i tempi di volo (e verificare *direttamente* l'indipendenza di c
dal moto dell'osservatore) uso l'oscilloscopio: quando la luce si spegne,
il segnale proveniente dal sensore davanti scompare prima della scomparsa
del segnale proveniente dal sensore dietro (mi è stato detto da persone
del mestiere che esistono oscilloscopi in grado di evidenziare questo tempo
di volo anche con una distanza ragionevole fra i due sensori).
Perchè questa sia una misura *da-a* occorre però essere certi che i due cavi
che collegano i due sensori non introducano varianti, devono essere cioè
lunghi uguali e accordati così come fa Bertozzi in
https://www.youtube.com/watch?v=FV1_K6uT1ac
(durante la *accordatura* i due cavi vanno collegati allo stesso sensore, ma
sono sempre tesi e diritti come quando piazzati per fare le misure)
Naturalmente io assumo che quando uno dei due cavi, accordati usando
lo stesso segnale fornito da uno dei sensori, viene spostato sull’altro
sensore, la *accordatura* resti valida; questo perché ritengo che la velocità
del segnale elettrico nel cavo dipenda esclusivamente dal cavo stesso.
Qualcuno mi ha detto che questa è cosa non garantita, ma non mi ha risposto
quando ho chiesto che cosa potrebbe succedere (e ora gli chiedo se dubita
anche delle misure di Bertozzi).
Un altro ha obiettato dicendo che in realtà l'impulso elettrico viaggia
nell'etere e che ne è influenzato mentre il cavo sarebbe semplicemente
una specie di guida d'onda ... chissà che casino in un microprocessore :-)
A questo punto domando:
-la scienza ufficiale conferma ciò che io penso sui due cavi accordati?
-la tecnologia oggi disponibile è adeguata?
-logicamente può stare in piedi? Intendo dal punto di vista della RR e delle
cose da essa *direttamente* dimostrate vere per via osservativa
Se una delle risposte è no, è inutile ragionare sull’ipotesi di sfruttare
l’orbita terrestre con i relativi casini sull'orientamento degli strumenti.
Altrimenti perchè questa misura non viene fatta?
Received on Thu Nov 23 2017 - 08:23:57 CET