Bruno Cocciaro ha scritto:
> Copernico prende coscienza (o si sapeva bene, ma Copernico sfrutta
> tale fatto) che le osservazioni sono invarianti per omotetia di centro
> la Terra ed osserva che opportune omotetie per i pianeti interni
> (deferente pari all'orbita del Sole) e per i pianeti esterni (epiciclo
> pari all'orbita del Sole) portano ad un sistema corretto perche' non
> vengono modificate le previsioni riguardanti le osservazioni (che sono
> invarianti per omotetia) e che corrisponde a *tutti* i pianeti, Terra
> compresa, rotanti attorno al Sole. Le osservazioni astronomiche
> permettono quindi, da Copernico in poi, di stabilire i rapporti fra i
> raggi delle orbite di tutti i pianeti (cosa impossibile nel modello
> tolemaico). (pagg. 5-8 del link riportato sopra).
Ho dato una veloce scorsa allo scritto di Goldoni, e penso che dovro'
leggerlo con piu' attenzione.
Ma mi pare che ci sia una questione che lui mette chiaramente in
evidenza, e che nel tuo riassuntino potrebbe sfuggire.
Verissima l'invarianza per omotetia, ma il punto essenziale e' che
appunto sfruttando l'omotetia si riesce a portare tutti i centri degli
epicicli a coincidere col Sole.
Questo nel sistema tolemaico non ha alcuna necessita': e' solo una
"strana coincidenza".
Nel sistema copernicano e' il punto di partenza *fisico*.
Tra l'altro Copernico nel primo libro mette bene in chiaro che ci sono
ragioni *fisiche* per preferire un punto di vista eliocentrico, mentre
non ci sono obiezioni *fisiche* al moto della Terra.
Le sue argomentazioni col sapere di oggi appaiono certamente
discutibili, ma quello che conta e' l'atteggiamento: il suo sistema
non vuole essere una pura ipotesi matematica, come pretese di fargli
dire Osiander nella famosa introduzione apocrifa.
Eppure questi fatti ancor oggi vengono ostinatamente ignorati, come fa
notare anche Goldoni.
Mi pare che anche Odifreddi abbia la stessa posizione, ossia che non
riesca a capire gli argomenti di chi (come me) contesta l'equivalenza.
Una curiosita': si da' il caso che io conosca Goldoni, in quanto sono
stato piu' volte invitato a Carpi (pochi km da Modena) a tenere
lezioni all'ITIS "Fermi".
Goldoni lavora al Planetario di Modena, che e' intitolato a Francesco
Martino, e io conobbi anche Martino, la bellezza di 35 anni fa, a una
scuola estiva di astronomia organizzata dalla SAIt.
Sempre a quell'epoca risale un mio articolo sul "Giornale di
Astronomia", dove gia' esponevo, come proposta didattica, un confronto
tra sistema tolemaico e copernicano per mostrare la superiorita' del
secondo.
Di quell'articolo rimane solo la copia su carta; forse dovro'
decidermi a ripescarlo, via scanner ecc. :)
--
Elio Fabri
Received on Mon Mar 29 2010 - 21:22:56 CEST