Re: [MQ] Teoria della misura di Zurek

From: <lino.zamboni_at_gmail.com>
Date: Thu, 11 Jan 2018 02:20:13 -0800 (PST)

Il giorno sabato 23 dicembre 2017 23:10:02 UTC+1, Paolo Russo ha scritto:

Passate le feste........












Un lavoro veramente ponderoso, di cui per parte mia, ti ringrazio. In effetti, una oggettiva complessità di alcune parti unita alla mia limitata dimestichezza con "l' algebra dei ket" me ne rendono difficile una maggior comprensione. Vedremo se leggendo e rileggendo, quanto ne caverò fuori. Questo, giustamente, non è un problema tuo e come dice a volte, in maniera encomiabile JTS, altri potranno capire dove io non riesco. Colgo l' occasione per una breve digressione. Leggendo la documentazione che hai indicato sulla MWI (mi riferisco in particolare alla: "The Everett FAQ" di M.C. Price) viene forse chiarito l' uso di "interpretazione di una teoria" nel senso che con tale termine si indica la meta-teoria relativa. Mi spiego rapidamente, poi possiamo anche lasciar cadere questo argomento collaterale. A mio parere, esiste un "corpo" di dati sperimentali, dove si possono "inserire" anche tutte le procedure di preparazione, misura, etc (quest' ultima è una scelta definitoria). Molti chiamerebbero questo ins
ieme di dati sperimentali "la realtà fisica oggettiva". Su un altro piano esiste una parte formale del tipo "zitto e calcola" che coerente internamente è consistente con il corpo dei dati sperimentali (almeno si spera). Su un piano ancora diverso dai due precedentemente indicati esistono delle diverse formalizzazioni (le meta-teorie) che hanno come oggetto la "teoria oggetto" (quella del "zitto e calcola"). Queste meta-teorie essendo comunque teorie (Copenaghen, MWI, variabili nascoste, GRW, diverse logiche quantistiche, etc) sono in competizione tra di loro e quindi possono anche subire gli effetti del Rasoio. Finisco qui anche se potrei dire altre cose al riguardo, ma ho l'impressione che questo argomento, peraltro collaterale, susciti poco interesse.

Quanto segue non può essere configurato come "discussione" data la mia scarsa competenza in merito, ma solo una richiesta di ulteriori chiarimenti o comunque una espressione di dubbi non organizzati in maniera lineare, che esprimo in diversi punti, anche in maniera dichiarativa.

a)Sono d' accordo con il considerare la suddivisione sistema quantico - apparato rivelatore - ambiente come strumentale e che ai fini che ci si propone ambiente e apparato sono la medesima cosa, non ha senso dividerli.


b)Mi parrebbe che l' interazione sistema-apparatoambiente sia l' unica cosa necessaria nel definire la misura quantistica, nel senso che troverei la presenza di un osservatore cosciente un paradigma antropocentrico degno di altri tempi. Fino a quanti boccali di birra si può ancora considerare cosciente un "osservatore cosciente standard"?

A mio parere l' osservatore (cosciente e/o artificiale) fa parte dell' ambiente parimenti all' apparato di rivelazione (c'è solo una parte suppletiva di elaborazione/registrazione dell' informazione originaria).
c)Vorrei ora esprimere qualche dubbio sul carattere "universale" e omnicomprensivo della MWI. Lo faccio in relazione a 2 sottoargomenti.













c1)Rispolverando le mie limitate conoscenze dell' algebra lineare per cercare di capire quanto più possibile della parte formale (compito per me assai arduo e senza garanzia di successo) ho soffermato l' attenzione su una proprietà formale dell' algebra dei "ket" che avendo la stessa struttura descrivente il comportamento di onde lineari derivate (dalla D' Alembert in generale, come pure dalle Maxwell, o più in particolare dalla Schrodinger). Tale proprietà è appunto la linearità che consente di avere sempre forme lineari come combinazione di altre forme lineari. Questa proprietà, mi sembra alla base del considerare tutte le diramazioni della f.o ancora come f.o lineari. Tutto quanto esiste nella MWI è rappresentato come lineare a livello "omnicomprensivo" e quindi universale. Questa posizione, se ho inteso bene, è in contradizione con forme non lineari persistenti (solitoni) che appaiono in ottica non linare, nei B.E.C., ma anche piu' prosaicamente nei canali, etc... Riguardo all' ottica non lin
eare e ai B.E.C. tali comportamenti sono formalizzati rispettivamente con eq. di Maxwell non lineari e eq. di Schrodinger non lineari che possono generare particolari entità non lineari chiamate solitoni (il termine non lineare deve essere in un preciso rapporto con il termine dispersivo per poter avere l' effetto solitonico). I solitoni hanno proprietà "bizzarre": non sommano le loro ampiezze quando interagiscono, ma cambiano solo di fase, si possono disperdere in solitoni più piccoli e "radiazione laterale", la loro velocità è funzione dell' ampiezza, etc.....Tutto ciò non formalizzabile con l' algebra dei ket così come la conosciamo (conosco), a meno di cambiare le regole. Tutto ciò mi induce a pensare a diramazioni della funzione d'onda, parzialmente con domini non conformi a quanto previsto da MWI (La MWI, nelle sue diramazioni, mi si rappresenterebbe come potenzialmente "piena di buchi").
c.2)Riprendo direttamente dalla FAQ:



La relazione termodinamica Planck-Boltzmann, S = k * log (W), conta i rami della funzione d'onda ad ogni scissione, al livello più basso e massimamente raffinato dell'albero delle molte storie di Gell-Mann Il livello inferiore o massimo diviso è costituito da microstati che possono essere contati dalla formula W = exp (S/k), dove S = entropia, k = Costante di Boltzmann (circa 10^(-23) Joule/Kelvin) e W = numero di mondi o macrostati.
Quindi un numero finito di "mondi" ed un numero finito di dimensioni dello spazio di Hilbert e quindi di vettori ortogonali.


Insieme le c1 e c2 prospettano (salvo i possibili arrosti che posso aver fatto) una MWI ben diversa da quella prospettata inizialmente da pubblicazioni divulgative e non (altro che una infinità di mondi paralleli, ma un numero finito, anche se grandissimo, di "mondi ortogonali", nel senso di Hilbert, con qualche problemino nei domini non lineari)

Purtroppo sono un testardo ingegnere curioso (o a piacere un "curioso ingegnere") che cerca sempre, se e quando possibile, una interpretazione il più possibile realista. (so che non va molto di moda).



Mi piacerebbe correlare, in un caso particolare, i vettori ortogonali dello spazio di Hilbert alle collezioni di stati ottenuti con la decoerenza (quindi dopo la misura) per ottenere una maggior "significativita'" in relazione al : dove si nascondono "tra di noi" queste benedette dimensioni parallele (o meglio ortogonali!) e perchè non possiamo vederle? (in termini di spazio delle fasi). Avrei qualche mezza idea, ma per oggi forse ho detto anche troppe stupidaggini. C'è un limite (come diceva il matematico e ingegnere francese Cauchy).

Lino
Received on Thu Jan 11 2018 - 11:20:13 CET

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