"Elio Fabri" <elio.fabri_at_tiscali.it> wrote in message
news:6u19ugFd3gthU1_at_mid.individual.net...
> Tutto giusto il ragionamento, ma e' errata la conclusione.
> Quello che se ne deduce e' che l'interazione e' invariante per
> riflessione se si fa trasformare la carica magnetica come uno
> pseudoscalare, che appunto cambia segno nelle riflessioni.
Ah beh, capito. Anche se il discorso mi pare un po' un aggiustarsi le cose.
Come dire ... le cariche magnetiche potrebbero "arrabbiarsi" e dire:
"Eh si', furbe loro, le cariche elettriche. Vogliono fare le scalari e
relegare noi al rango di pseudoscalari. Anche loro farebbero il casino di
violare la simmetria per riflessione nel nostro mondo (nel quale noi siamo
scalari), e non la violerebbero qualora loro fossero pseudoscalari. E chi lo
stabilisce chi sarebbe il "vero" scalare? Solo per il fatto che in una
regione dell'universo siamo poco presenti, la gente che abita la' ci
considera pseudoscalari, ma noi siamo scalari, e generiamo campi polari".
Di sottofondo temo che ci sia il fatto che non ho colto il reale significato
fisico di questa invarianza per riflessione. Non riesco ad associarla a
qualcosa di misurabile (e forse l'errore sta proprio li', nel voler
associare un significato direttamente fisico all'invarianza per
riflessione). Ad esempio, come si potrebbe provare sperimentalmente che una
qualche grandezza e' pseudoscalare invece che scalare? L'esempio della
carica magnetica messa fra bobina percorsa da corrente elettrica e specchio
si potrebbe risolvere come detto da te (rho scalare, E e j vettori polari,
rho_m pseudoscalare, B e j_m vettori assiali), ma potrebbe anche risolversi
invertendo i ruoli di cariche, correnti e campi: rho pseudoscalare, E e j
vettori assiali, rho_m scalare, B e j_m vettori polari.
Ma a questo punto mi rimane proprio difficile capire cosa caspita sarebbe
questa invarianza per riflessione. Non c'e' solo un cambio di z con -z,
c'e' anche il fatto che scegliamo di trattare alcune grandezze come scalari
e altre come pseudoscalari (e la nostra scelta avra' come conseguenza che
alcuni vettori risulteranno polari e altri assiali) e la scelta la operiamo
in modo tale da far si' che le equazioni di Maxwell valgano sia nel mondo
reale che nel mondo riflesso.
Pero', se il mondo riflesso lo "aggiustiamo" a nostro piacimento
(oltretutto, allo scopo di lasciare invariate le eq. di Maxwell, mi pare
che potremmo anche aggiustarlo in piu' di una maniera), quale valenza fisica
dovremmo mai dare a questa invarianza per riflessione?
Visto che questo "mondo riflesso" e' una nostra invenzione, non potremmo
semplicemente dire che le riflessioni "normali" cambiano solo z in -z, poi
le eq. di Maxwell, in presenza di rho_m=/=0, saranno non invarianti per
riflessione?
Mi pare che si chieda alla natura di essere invariante per riflessione per
un qualche motivo che mi sfugge. In altri termini, non capisco per quale
motivo la natura si dovrebbe considerare "strana" qualora non fosse
invariante per riflessione, al punto che, per preservare tale invarianza
nell'elettromagnetismo, inventiamo questi pseudoscalari, che cambierebbero
segno per riflessione.
D'accordo che poi la natura si mostra, tramite le interazioni deboli, non
invariante per riflessione, ma intanto vorrei capire per quale motivo
dovremmo considerare strana la cosa.
> Elio Fabri
Ciao.
--
Bruno Cocciaro
--- Li portammo sull'orlo del baratro e ordinammo loro di volare.
--- Resistevano. Volate, dicemmo. Continuavano a opporre resistenza.
--- Li spingemmo oltre il bordo. E volarono. (G. Apollinaire)
Received on Sun Jan 25 2009 - 17:49:18 CET