"Elio Fabri" <elio.fabri_at_tiscali.it> wrote in message
news:6u6mmbFe0buqU2_at_mid.individual.net...
> Parlo d'invarianza quando la simmetria in questione e' compatibile con
> la dinamica, ossia quando l'evoluzioen temporale lascia invariata la
> relazione tra le osservabili e le loro trasformate per la data
> simmetria.
Si' si'. La domanda iniziale l'ho posta a seguito della lettura del primo
capitolo delle tue dispense sui gruppi (lo scopo finale, dietro consiglio di
Argo, sarebbe quello di arrivare a studiare la teoria dei campi ... ma vedo
che procedo proprio piano piano). Lo spieghi bene li' l'uso che fai delle
parole simmetria e invarianza.
> Se accetti questo punto di vista, non ha senso pensare che ci sia una
> *vera* definizione di riflessione come simmetria.
Perfetto. Mi va benissimo questo punto di vista. Personalmente avrei da fare
solo un piccolo appunto riguardante i termini. La parola "riflessione" mi
sembrerebbe gia' "occupata" e, per i miei gusti, andrebbe associata al
semplice scambio di z in -z, poi, tutto il resto dovrebbe rimanere invariato
(una carica +q posta in (x,y,z) diventa una carica +q posta in (x,y,-z) e
una carica +qm posta in (x,y,z) diventa una carica +qm posta in (x,y,-z)).
Poi si potra' definire un'*altra* simmetria, diversa dalla riflessione in
quanto contiene la riflessione ma anche altra roba, le si da' un altro nome
(parita'), e si fa notare che l'elettromagnetismo e' invariante sotto questa
nuova simmetria.
Nel seguito usero' le parole "riflessione" e "parita'" secondo i due diversi
significati appena definiti.
> E' esistito un tempo in cui le invarianza (come quella per
> riflessioni) erano considerate delle necessita' ontologiche: ricordo
> ancora il tramnuma che provoco' la scoperta della non invarianza delle
> interazioni deboli...
Ecco, e' proprio questo trauma che vorrei capire. A me pare che alla base di
tale trauma ci sia una non chiara distinzione fra i concetti di riflessione
e parita' (che a me, come dicevo sopra, paiono da distinguere; ed e' proprio
per "evitare traumi" che mi parrebbe opportuno un uso distinto dei due
termini).
Se ho ben capito l'origine sperimentale del "trauma", si ha all'inizio un
neutrone, alla fine un protone e un elettrone (+ neutrino) e, definito
l'alto come il verso dello spin del protone prodotto, il flusso degli
elettroni verso l'alto non e' uguale al flusso degli elettroni verso il
basso.
Io proprio non riesco a capire per quale motivo un risultato del genere
dovrebbe risultare strano. L'alto *e' diverso* dal basso (siamo noi che,
eventualmente, li vediamo uguali secondo simmetrie da noi opportunamente
definite). La direzione di B *ha significato fisico*. Anche se l'interazione
di B con le cariche elettriche e' incapace di distinguere l'alto dal basso,
permane il fatto che alto e basso sono distinti, permane ad esempio il fatto
che una eventuale carica magnetica potrebbe effettuare la distinzione
eccome.
A me pare che la risposta piu' ovvia da dare di fronte ad un risultato del
genere sia: "Probabilmente, durante l'interazione, si creano e poi
scompaiono delle cariche magnetiche lasciando, come segnale della loro
presenza, proprio il fatto che i prodotti finali non sono simmetrici fra
alto e basso".
Poi ci saranno motivi per i quali la risposta che a me parrebbe ovvia sara'
da scartare, ma intanto, mi pare, il trauma si dovrebbe assolutamente
evitare (perche' la simmetria per parita' *non e'* un semplice guardare allo
specchio e l'elettromagnetismo non e' invariante per semplice guardare allo
specchio).
La simmetria per parita', nel decadimento beta, permarrebbe in quanto le
cariche magnetiche positive generate durante il processo nel mondo reale
saranno negative nel modo simmetrico per parita', cosi' i prodotti finali se
saranno maggiormente verso l'alto, cioe', poniamo, verso lo specchio, nel
mondo reale, saranno maggiormente verso lo specchio anche nel mondo
simmetrico per parita'.
> Credo di averti in parte risposto.
> Da un punto di vista puramente pragmatico, ma anche estetico se vuoi,
> un mondo con piu' invarianze e' un mondo piu' semplice (piu' bello?).
D'accordo. Ma mi pare che, con questa storia del decadimento beta, si voglia
mettere in bocca alla natura qualcosa riguardante le riflessioni quando
invece sulle riflessioni la natura si era gia' espressa da tempo (dicendo di
non essere invariante per riflessione; almeno non lo e' nel caso che
esistano cariche magnetiche). Eventualmente la natura ci stara' dicendo
qualcosa riguardante la parita'. Ci sta cioe' dicendo che non e' invariante
per parita' (se ipotizziamo che le cariche magnetiche non giochino mai alcun
ruolo, ad esempio se ipotizziamo che non esistano).
Non ti pare ?
> Elio Fabri
Ciao.
--
Bruno Cocciaro
--- Li portammo sull'orlo del baratro e ordinammo loro di volare.
--- Resistevano. Volate, dicemmo. Continuavano a opporre resistenza.
--- Li spingemmo oltre il bordo. E volarono. (G. Apollinaire)
Received on Tue Jan 27 2009 - 17:36:01 CET