Re: Paradosso del gatto di Schrödinger

From: Enrico SMARGIASSI <smargiassi_at_ts.infn.it>
Date: Mon, 01 Dec 2008 16:05:44 +0100

Bruno Cocciaro wrote:

> La "freccia del tempo", secondo il significato che dai tu a queste parole,
> non esiste.

Si possono definire almeno una mezza dozzina di frecce del tempo;
attorno alla loro origine e alle loro possibili relazioni esiste tutto
un settore di ricerca (da Prigogine a Zeh). Siccome non penso che tu
intenda negare che questo settore abbia un senso, vorrei sapere cosa
intendi dicendo che non esiste: ovvero secondo quale significato non esiste.

>Ohanian lo chiama "basic tenet of General Relativity".

All'interno della Relativita' Generale sara' senz'altro vero. Ma la RG
*non* e' tutta la fisica.

> Il secondo principio ha a che fare con la direzione causa effetto

Su questo sono d'accordo, anzi penso di essere stato il primo a dirlo.

> Non ha a che fare con la direzione temporale

E su questo ovviamente no. Direi invece che si puo' usare per *definire*
la direzione temporale.

> Ma spetta a te definire l'entropia per quel sistema.

Io la definisco nel solito modo. Dove sta il problema?

> Interazione significa che i due
> contenitori fanno attrito e, se i contenitori si mantengono a velocita'
> costante, c'e' qualcuno che sta compiendo lavoro

Assolutamente non necessario. Prendi per esempio due contenitori pieni
di radiazione, inizialmente concentrata in una frequenza (non
equilibrio). Li metto in moto come gia' descritto tenendoli collegati
tramite una sottile fibra ottica, che li tiene in contatto. Poi li fermo
(anche se non credo sia strettamente necessario, ma cosi' evito qualche
obiezione non rilevante). I due sistemi sono, e sono stati, in contatto
termico, hanno raggiunto l'equilibrio, e non c'e` ststo alcun attrito.

> Ma non potresti dirmi come fai a *misurare* le entropie iniziale e finale
> nell'esempio che riporti ?

Dipende dal caso specifico. Nel caso delle scatole piene di radiazione
l'ho gia' spiegato a Michele Andreoli: faccio un buchino e conduco una
fibra ottica (o piu' fibre ottiche) fino al punto ove metto un
fotometro; questo fotometro lo puoi mettere dove ti pare. Osservo se la
distribuzione e' quella di Planck. Questo mi basta per dire che
l'entropia e' cresciuta ripetto al momento iniziale.

> Poiche' le scatole si muovono facciamo partire da un certo punto un segnale

Che bisogno c'e`? Posso aver messo un meccanismo - magari attivato dal
decadimento di un po' di materiale radioattivo - all'interno di ogni
scatola.

> Io vorrei capire con quali strumenti, messi dove, cioe' in quali
> riferimenti, misuro le varie entropie. Vorrei anche capire in quale
> riferimento si trova lo strumento che emette il segnale che dara' il via
> alle due espansioni.

Vedi sopra.

> Prima che avvenga la causa,

"Prima che avvenga la causa"? Guarda che stai utilizzando un vocabolario
temporale, proprio il vocabolario che tu dici essere convenzionale e non
fisico. Tu mi devi dare una procedura operativa che mi impedisca, per
esempio, di sommare l'entropia di G' al momento dell'apertura del setto
con quella di G" al momento del raggiungimento dell'equilibrio, e
viceversa; *inoltre*, stante la tua posizione, questa procedura deve
essere *indipendente* da qualsivoglia ordinamento temporale. Quella che
mi stai fornendo non e' una procedura operativa di questo tipo.

> Lo enuncio dicendo che esistono delle cause che hanno come effetti delle
> trasformazioni

Il che rende cruciale la questione della definizione di "causa" ed
"effetto", definizione che ancora non hai (vedi l'altro thread).
Received on Mon Dec 01 2008 - 16:05:44 CET

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