Re: Gli specchi ustori di Archimede

From: luh <usenet_at_drl.it>
Date: Thu, 20 Nov 2008 17:30:23 GMT

Aleph wrote:
> E capirai..., quanto credi che sia la differenza d'inclinazione dei raggi
> del sole tra, poniamo, Siracusa e Milano?

boh ... una decina di gradi? non ti scordare che la terra e' tonda ...

comunque qualche differenza ci sara', almeno per giustificare i 10-15
gradi di differenza di temperatura al suolo.

> Intanto le vele a bruciare ci mettono tempo, non erano fatte di pagli
> secca e poi non lo sai che le navi romane oltre alla vela avevano anche i
> remi?

si, ma a voglia a remare mentre stai andando a fuoco :-)

> Gli eliostati funzionano su due lati?
> Da quando?

vedo che non capisci, ho detto che lo specchio e' curvo rispetto a un
solo asse ... piu' chiaro cosi?

comunque, visto che ami i link, eccotene uno dove oltre agli specchi
piani ci sono anche quelli con profilo cilindro/parabolico (dritti
quindi rispetto a un asse!!!)

http://web.tiscalinet.it/appuntiericerche/Scienze/energia.HTML

> Uno specchio piano non ha fuoco n� a 200 metri, n� a 2000, non focalizza e
> basta.

capito, ma tu hai letto quello che ho detto? che uno specchio parabolico
con fuoco a 200 metri *sembra* piano

> Qui continui a perseverare nell'errore: la dimensione degli specchi piani
> non conta, poich� essi non concentrano affatto, a differenza di quelli
> parabolici, la luce.

e qui ti sbagli di grosso e continui a perseverare nell'errore.

a prescindere che un *array* di elementi piani di dimensione opportuna
oppurtunamente diretti focalizza, senno' prendiamo tutta la teoria delle
onde e la buttiamo via para-para, la dimensione conta eccome.

il sole e' una sorgente estesa, lo e' abbastanza da doverla considerare
tale nonostante l'enorme distanza a cui si trova, non a caso in cielo
occupa circa 0.5 gradi.

quindi per raddoppiare (o quasi) la quantita' di radiazione incidente in
un'area (al suo centro) dal punto target deve essere possibile vedere lo
specchio con una ampiezza di almeno 0.5 gradi, rapporta alla distanza di
osservazione (posizione del bersaglio) ed avrai la dimensione minima
dello specchio, per 200 metri di distanza risultano essere circa 1.8
metri perpendicolari alla direzione di riflessione, la dimensione reale
dipendera' quindi dall'angolo di inclinazione.

dimensioni troppo maggiori sono inutili, aumentano soltanto la
dimensione dell'area illuminata, a meno che il profilo non cambi e
diventi appunto parabolico, oppure a meno che non si affianchino n
specchi piani di pari dimensioni opportunemente direzionati.

ovviamente la densita' di radiazione non sara' uniforme, sara' massima
al centro dell'area e diminuira' verso l'esterno, proprio a causa della
natura estesa della sorgente, altrimenti avresti un'area uniformemente
illuminata (sorgente puntiforme)

per contro, proprio per la natura estesa della sorgente, gli specchi
piu' piccoli "disperdono" la radiazione creando un riflesso molto ampio,
quindi risultano inefficaci (vedi sotto), per un raddoppio della
radiazione ne servono comunque una quantita' tale da coprire quasi la
superficie di uno specchio singolo con diametro di 1.8 metri.

infine c'e' anche il problema puntamento, a occhio nudo e senza
strumenti deve essere possibile individuare l'area colpita per mantenere
il puntamento, quindi la concentrazione (ipotesi di specchio parabolico)
non puo' comunque essere troppo alta, altrimenti l'occhio umano non
discrimina la posizione della macchia luminosa, mentre una "macchia"
ampia mezzo grado risulta non solo ben visibile, ma anche sovrapponibile
grossolanamente con le altre provenienti da altri specchi.

> cui si desume che il fattore determinante per ottenere l'effetto ustorio
> (a piccolissime distanze) tramite specchi piani nnon � tanto l'estensione
> quanto il numero.

appunto, perche' n elementi direzionati focalizzano :-)

comunque io tenterei l'esperimento con in mente il concetto di "think
big" o, se preferisci, "size matters", nelle ipotesi di cui sopra
significa surriscaldare una area estesa, almeno 1.8 metri di diametro, e
questo secondo me facilita di non poco l'ignizione che invece su aree
limitate deve fare i conti con l'elevata dispersione termica verso le
zone vicine fredde

ciao

luh

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Received on Thu Nov 20 2008 - 18:30:23 CET

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