Am 25.06.2018 um 18:38 schrieb Elio Fabri:
>
> La contraddizione mi pare evidente: se gli orologi in campo grav.
> rallentano, e se l'accel. del rif. equivale a un campo grav,, anche un
> orologio accelerato rallenta.
> Il che contraddice la CO.
>
> Però bisognerebbe avere l'onestà intellettuale di riconoscere che c'è
> chi va esente dalla contraddizione: se si nega che un orologio in
> campo grav. rallenti, come ho spiegato nel post precedente, la
> contraddizione sparisce.
Mi hai confuso.
Io avevo capito che la CH dice che ci sono orologi che non vengono
influenzati dall'accelerazione.
Faccio un esempio del contrario: faccio cadere un orologio meccanico;
quando questo urta il pavimento, si rompe, quindi non soddisfa la CH.
Un esempio piu' "dolce". Considero un orologio a pendolo, e gli faccio
fare un giretto: prima lo sollevo, e poi lo riporto al punto iniziale;
ho fatto un calcolo approssimativo con la fisica classica e visto che la
fase del pendolo alla fine e' diversa dalla fase che avrebbe avuto se
fosse rimasto fermo (nel calcolo ho ammesso che la fase sia uguale a
omega(t)*t, dove omega e' la frequenza istantanea del pendolo che tiene
conto dell'accelerazione oltre che della gravita').
Questa differenza di fase "classica" per altri orologi e' molto piu'
piccola (per una molla perpendicolare all'accelerazione e' nulla) ed io
finora ho inteso questo come "Clock hypothesis".
Giusto? Sbagliato?
Piuttosto c'e' un altro calcolo che mi attira e lo faro': cosa succede
all'orologio di Miller (
https://arxiv.org/pdf/0907.0902.pdf, figura 1b)
quando tengo conto anche dell'accelerazione. Mi aspetto che il calcolo
sia possibile con qualche approssimazione ragionevole.
Su questo ho anche altre domande che pero' rimando. L'idea e' che
l'eventuale effetto dell'accelerazione nel caso di questo orologio non
possa essere visto come effetto "classico" come non lo puo' l'effetto
della velocita'.
Received on Wed Jun 27 2018 - 13:07:44 CEST