Name ha scritto:
>> Quindi nessuno pu� proporre un qualunque sistema (comunque sia
>> realizzato) che trasforma energia elettrica in calore perch� � un
>> sistema costosissimo e pieno di sprechi.
>
> In verit� in molti l'anno proposto. Pensa agli innumerevoli "caldobagno"
> (resistenza + ventola) in circolazione.
ma infatti il discorso, correttissimo in generale, non pu�
essere visto come una crociata.
Se ho bisogno di scaldare per un'ora una stanza piccola,
l'apparecchio elettrico (che ha inerzia termica irrilevante) lo
porto dentro e via. Per avviare la caldaia da fredda e aspettare
di arrivare al calore voluto, non so cosa ci si guadagni.
L'energia pi� pregiata pu� avere un senso in applicazioni di
nicchia, molto specifiche, temporanee e circoscritte. Chiaro che
non ci puoi pianificare di scaldare stabilmente l'intera casa.
Ah, ovviamente fa eccezione chi dovesse avere un surplus di
energia elettrica da impianto fotovoltaico gi� ammortizzato nei
costi. A quel punto la risorsa ha costo zero, e ciascuno valuti
se gli conviene venderla all'enel o monetizzarla come vuole in
altre forme.
Con ci� nella sostanza sono d'accordo che sia un crimine usare
l'elettricit� come riscaldamento, ma ci sono appunto piccole
eccezioni.
Ne cito un'altra. Il vecchio scaldabagno a resistenza, con
serbatoio di accumulo, � molto pi� costoso di quello a metano.
Tuttavia ho letto esperimenti di scalda acqua INSTANT, senza
accumulo (quindi nessuna dispersione nelle 24 ore che lievita i
costi), a microonde. Praticamente usano si corrente elettrica,
ma scalda solo l'acqua che serve, al momento (praticamente a
ridosso dell'utenza col minimo dei tubi), con efficienza
altissima perch� la plastica del tubo manco assorbe le
microonde. Beh, ne ho letto bene, anche se non ricordo i dati
del confronto economico. C'� da dire che non tutti i contratti
enel possono assorbire tanta corrente, perch� sebbene i
chilowattora totali non siano tanti, l'assorbimento di picco s�
� molto elevato (se vuoi un flusso abbondante e di acqua molto
pi� calda che quella di rete).
>
>> Ora lo stesso mc di gas lo trasformiamo in energia elettrica.
>> Per far questo lo bruciamo ancora in una caldaia e produciamo vapore.
> [...]
>> I queste condizioni non buttiamo via 10 centesimi come nel caso della
>> caldaia ma circa 55 cent. ( e sono ottimista)
>>
>> Vedi te dove sta la convenienza.
d'accordissimo
>
> Si ma qui non m'interessava la convenienza economica...
>
> Volevo solo capire come mai in termodinamica si dimostra che una
> qualunque macchina ha un rendimento sempre inferiore a 1, quando poi mi
> sembra che macchine per produrre calore abbiano un rendimento pari a 1 !
la combustione opera nelle medesime condizioni scelte per
attribuire i poteri calorifici ai combustibili, poca sorpresa
che replichi i rendimenti (in condizioni opportune). Ma
ribadisco il problema dell'emissione di fumi caldi, che abbassa
di fatto e non poco la frazione utile del calore prodotto.
Capisci cosa intendo ? Come faccio a dire che il potere
calorifico della benzina � 11000 kCal/Kg ? La brucio in bomba
calorimetrica adiabatica e misuro il DT. Se uso la benzina come
riscaldamento, la brucio anche l�, lavoro nelle stesse
condizioni. L'unica differenza la pu� fare o una combustione
incompleta (ma la cosa � risolvibile) o la non adiabaticit� del
sistema : se ci sono perdite termiche per isolamento non
perfetto (inevitabili) o si scaricano nell'ambiente fumi pi�
caldi di esso, allora la frazione utilizzata del calore prodotto
finisce per non essere pi� unitaria nemmeno in questo caso di
processo puramente termico.
ciao
soviet_Mario
>
> Se uno fa un teorema e poi si trova un esempio che "va contro" il
> teorema, significa che il teorema � errato in qualche punto.
> Magari � solo un po' impreciso nell'enunciato, ossia bisognerebbe
> specificare che il rendimento � minore di 1 per qualunque macchina il
> cui scopo non fosse proprio quello di produrre calore. Ma volevo sapere
> cosa ne pensava qualcuno che ne capisse un po' pi� di me.
>
> Ciao
Received on Tue Oct 23 2007 - 15:04:48 CEST
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